L’alta pressione che sta benedicendo (o maledicendo se si vive a Milano con le domeniche con il traffico vietato) il nord Italia alla fine di novembre 2011 è una manna per tutti i mountainbiker. Le temperature si invertono, diventando più miti sui monti che negli umidi fondovalle o nelle nebbiose pianure. Non c’è l’ombra di neve ed il ghiaccio che si crea di notte si scioglie ai primi raggi del sole, creando spesso e volentieri un insidioso fango.
Non fatevi spaventare dalle basse temperature del mattino. Il giro ideale comincia verso le 9:30, quando il sole scalda il terreno e l’aria permettendovi di pedalare in braghe corte. La salita deve essere dietro di voi per mezzogiorno /l’una, in modo da cominciare la discesa nelle ore più calde della giornata. Fatto questo, vi potrete godere dei giri spaziali, con panorami a 360°, dato che l’aria in quota è priva della foschia della pianura.
Per questo motivo vi proponiamo un giro che merita di essere affrontato in questa stagione: il Monte Tremezzo sul Lago di Como (qui la traccia e la spiegazione dell’itinerario).
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Dopo una pedalata di riscaldamento di 10 km sul lungo lago lariano vi aspetta la funivia Argegno-Pigra, riaperta durante l’estate del 2011 dopo un periodo di chiusura in cui è stata rimodernata. Nella foto Muldox e Zergio si godono la salita meccanizzata, essenziale per questo itinerario dato che l’alternativa prevede una lunga salita su asfalto trafficato che vi farebbe perdere la poesia del giro.
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Si sale da Pigra verso il rifugio Venini su una stradina asfaltata. Usciti dal bosco si godono panorami mozzafiato sul Monte Rosa, sul Lago di Lugano e ovviamente su quello di Como. In questa foto Zergio posa per farvi vedere la vista verso la Svizzera.
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Il rifugio Venini dovrebbe essere aperto durante i weekend, noi siamo andati in settimana e tutto quello che abbiamo potuto fare è stato sederci sulle panche al sole mangiando il pranzo al sacco che ci eravamo portati dietro.
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Dal Rifugio inizia la parte più spettacolare del giro, in leggera discesa. La strada militare, che faceva parte della Linea Cadorna, si trasforma presto in un fluido sentiero in costa con viste spaziali sul lago decantato dal Manzoni.
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Il trail si infratta nel bosco con lunghe diagonali e tornantini piatti a 90°. Le foglie non sono tante e non danno fastidio neanche in questo periodo. Dopo essere passati in una galleria nera come la pece, ma per fortuna dritta come una cannella e quindi pedalabile se uno si concentra sulla luce dell’uscita, ci si butta su una scorciatoia sassosa che taglia una strada sterrata. Non sia mai detto che buttiamo via dei preziosi metri di dislivello su una sterrata…
Dopo una breve risalita inizia la ciliegina sulla torta: la discesa dalla Bocchetta di Nava, il cui video è stato girato lo scorso inverno con Marco Milivinti alla guida.
[VIDEO=296]Bocchetta di Nava[/VIDEO]
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Muldox va a manetta anche sui passaggi esposti di questo sentiero gardesano in trasferta lariana. In effetti il suo fondo roccioso e calcareo è abbastanza anomalo per la zona e ricorda i suoi cugini trail benachesi. Anche d’inverno questo tracciato è incredibilmente caldo, essendo esposto a sud e protetto da delle pareti rocciose che riflettono il sole riscaldando le ossa anche del biker più freddoloso.
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Prima o poi uno prende il ritmo anche su questo fondo e si avvicina al lago. Sullo sfondo di questa foto vedete la penisola che separa i due rami del lago, con Bellagio baciata dal sole.
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La parte finale del sentiero è fluida e con fondo boschivo, vero balsamo per lo spirito dopo questa lunga discesa. Arriverete al lago, in questo autunno da anticiclone delle Azzorre, e vi verrá voglia di tornare su. Ma abbiamo altri itinerari in serbo per questa stagione, state sintonizzati!