Vi avevamo parlato delle Bike Ahead Three Zero dopo la conclusione della Cape Epic 2022. I vincitori avevano infatti usato queste ruote e non avevano mai bucato in un’edizione che passerà alla storia per il record di forature del team Scott Sram di Nino Schurter.
Ce ne siamo fatti mandare un paio, montate su una Stoll M2, e le abbiamo provate su diverse biciclette da XC, ed addirittura sulla Canyon Spectral CFR, cambiando la gommatura.
Larghezza interna: 30mm
Diametro: 29 pollici
Altezza cerchio: 20mm
Mozzi: Erase Components con 60 punti di ingaggio
Utilizzo: XC, Downcountry, Trail
Peso massimo rider: 95kg
Bordo arrotondato Safe Wing
Raggi: DT Swiss Aerolite Straightpull
Asimmetria: 3mm
28 buchi
Peso verificato: 720 grammi l’anteriore, 830 grammi il posteriore, nastrati e con valvola
Made in Germany
2 anni di crash replacement
Prezzo: 2.499€ in questa configurazione.
Il nome non può non farvi venire in mente le Zipp Three Zero Moto, altre ruote dal profilo molto basso, ma pensate per l’enduro. Nel caso delle Bike Ahead la costruzione è completamente diversa, in particolare hanno un bordo arrotondato chiamato Safe Wing progettato per ovviare ad uno dei problemi frequenti delle gomme tubeless, e cioé che vengono pizzicate dalla forma spigolosa del cerchio quando questo va ad impattare contro qualcosa di duro, come una roccia.
Un problema che diventa sempre più frequente man mano che la carcassa del copertone diventa più sottile, ovvero ci si avvicina ai prodotti da XC. Nelle foto li vedete gommati con una Wolfpack Cross all’anteriore e una filigranica Specialized Renegade S-Works al posteriore (peso rilevato: 564 grammi). Per la cronaca, sono appena tornato dalla traversata del Monte Bar, dove rocce e sassi taglienti non mancano. Non ho bucato. Ho usato una pressione di 1.4 bar davanti e di 1.6 dietro. Peso svestito 71 kg, mentre la bici pesa sui 10 kg.
Se la forma del bordo è sicuramente un vantaggio contro le pizzicature, a sua volta deve riuscire a resistere ai colpi che con tutta probabilità verranno scaricati in quella zona. Per rinforzare il Safe Wing, Bike Ahead ha usato una laminazione in carbonio in un pezzo solo, aumentando la resistenza agli urti e alla conseguente delaminazione. Faccio notare che l’azienda tedesca produce i cerchi in casa, così come i telai di alcuni marchi come Stoll.
Visto che questo tipo di lavorazione mi ha incuriosito, e visto anche che le ruote hanno ricevuto anche la luce verde per il trail riding, ci ho fatto due giri sul rocciosissimo Monte Tamaro, gommandole con le nuove Continental e montandole sulla Spectral. Hanno tenuto, non ho bucato malgrado la pressione leggermente più bassa del solito (-0.2 bar), ma il posteriore ha avuto bisogno di una centratura. Diciamo che sono ruote da XC. Ho così colto l’occasione, invece che rimontarle sulla Stoll M2, di metterle sulla nuova Canyon Lux World Cup, perché mi incuriosiva molto il paragone con le ruote DT Swiss XRC Spline, che ho sempre trovato scomode per la loro eccessiva rigidità.
Durante il Bike Festival 2022 avevo parlato proprio di questo argomento con DT Swiss, e mi era stato risposto che gli atleti, pro e amatori in ugual misura, preferiscono un cerchio rigido e reattivo, dunque con profilo alto. Penso che sia più un cliché che un’esigenza vera e propria. Un cliché ereditato dalle bici da corsa, dove i profili alti hanno però una funzione che nel mondo MTB conta quasi zero: l’aerodinamicità. Si paga in termini di male alle mani, avambracci gonfi e in generale una mancanza di assorbimento delle piccole asperità.
Con la vittoria alla Cape Epic di due atleti che usavano le nuove ruote di Bike Ahead si può tranquillamente smontare la tesi dei “pro che vogliono più rigidità“. Non solo hanno una granfondo di 7 giorni senza questa mitologica rigidità mostruosa, ma non hanno neanche bucato una volta in due.
La differenza fra le ruote Bike Ahead Three Zero e le DT Swiss XRC 1200, sulla Lux, è abissale in termini di assorbimento delle asperità. Infatti non solo ho potuto girare a pressioni più basse (i soliti 0.2 bar) senza il patema d’animo di tagliare le gomme in carta velina alla prima roccia, ma tutto l’insieme ruota + gomma mi ha dato maggior trazione, maggior tenuta e maggior comfort. Chiaramente il set up delle sospensioni è rimasto lo stesso.
E la rigidità? Rilanci, scatti e ripartenze sono rimasti fulminei, non posso certo dire di essere stato svantaggiato dalle ruote Bike Ahead. Nè ho notato una mancanza di rigidità laterale in curva.
Il mozzo posteriore è estremamente rumoroso, direi da calabrone impazzito. Una cosa che può piacere o meno. Mi è venuta comoda per farmi sentire dai pedoni sul sentiero, se non altro. I 60 punti di ingaggio offrono ripartenze fulminee, con il rovescio della medaglia di non ovviare al pedal kickback quando questo si fa sentire.
La forma del copertone non è così squadrata come può sembrare dalle foto. D’altronde il Safe Wing fa sembrare il cerchio più largo di quello che effettivamente è, e cioé 30 millimetri di canale interno.
I cerchi da MTB devono abbassarsi, a livello di profilo. Non c’è un motivo che sia uno per avere una ruota con profilo alto. Anzi, uno c’è: farci stare le decals più grandi e appariscenti possibili. Una cosa che Bike Ahead sembra comunque aver preso a cuore, su queste Three Zero, visto che il nome è lì, in bella evidenza.
Se però ci guardiamo intorno, a parte il leader di mercato DT Swiss che è comunque molto conservativo, notiamo che marchi come Industry Nine o Duke hanno già cominciato a lavorare su cerchi più bassi. La stessa Enve, famosa per i cerchi in carbonio molto alti, è già da qualche anno che ha migliorato la comodità dei propri prodotti.
Bike Ahead ha fatto un ulteriore passo, grazie al Safe Wing, e l’ha fatto nella disciplina più tradizionalista di tutte, il cross country. Speriamo che ci siano altre aziende che la seguono.
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