Ci stiamo lentamente avvicinando alla fine di questo lungo e freddo inverno, caratterizzato da abbondanti precipitazioni. Molti di noi, compresi i più irriducibili, si sono visti costretti a parcheggiare la propria Mountain Bike in attesa di un clima più favorevole e che lo scioglimento della neve liberasse i trail, soprattutto nelle regioni più a nord.
Durante questa attesa, alcuni di noi si sono dedicati agli sport invernali, altri agli allenamenti in palestra, qualcuno è andato in letargo poltrendo sul divano, mentre qualche curioso ha affrontato i trail innevati con le Fat Bike. Fatto sta che per la maggior parte dei biker che leggeranno questo articolo, la bicicletta è rimasta parcheggiata a prendere polvere per diverse settimane. Ma se in questi giorni, passato il maltempo, dovesse fare una bella giornata di sole, con temperature gradevoli, magari proprio quando abbiamo qualche ora libera per ritornare in sella… la nostra bici sarebbe in ordine e perfettamente funzionante così come quando l’abbiamo riposta?
In questo articolo vi daremo alcuni consigli su come effettuare un controllo completo a tutti i componenti, che a causa del periodo di fermo e delle basse temperature, potrebbero dare qualche noia di funzionamento.
Iniziamo parlando dei freni, sicuramente uno dei componenti più importanti per quanto riguarda sia la performance che la sicurezza. Innanzitutto controlliamo che la risposta della leva sia pronta e ben definita, quindi non spugnosa o lenta nel ritornare in posizione. In caso contrario è probabile che il liquido DOT 4 dei freni, fortemente igroscopico, abbia assorbito un po’ dell’inevitabile umidità invernale, rendendo necessario uno spurgo, o ancora meglio un cambio dell’intero liquido del circuito. Per questa operazione potere rivolgervi al vostro meccanico di fiducia, oppure seguire uno dei nostri tutorial del Tech Corner sullo spurgo dei freni, in caso siate dotati della necessaria attrezzatura.
Molto probabilmente le ultime uscite prima di mettere in stand by la nostra MTB, le abbiamo fatte sul fango, che non è certamente amico dell’usura delle pastiglie dei freni, quindi diamo una bella controllata alle nostre pinze, verificando appunto le pastiglie e controllando che i pistoni fuoriescano in modo corretto da entrambi i lati. In caso contrario, occorre estrarre le pastiglie e pulire accuratamente i pistoncini. Dopo averli puliti facciamo rientrare in sede i pistoni utilizzando una leva di materiale morbido (legno o plastica) per poi farli nuovamente fuoriuscire, tirando la leva del freno come se dovessimo frenare. Ripetendo due o tre volte quest’ultima operazione, facciamo in modo che i pistoni tornino a funzionare correttamente, autolubrificandosi con il liquido freno presente nella pinza. Sembra scontato ma è bene dirlo: i pistoni non devono fuoriuscire completamente, altrimenti salterebbero fuori dalla pinza, con relativa perdita di liquido dall’impianto. Basta farli uscire di pochi millimetri per permetterne la lubrificazione. Se non volete correre rischi, posizionate all’interno uno spessore di almeno 11mm tra i pistoni, ed eviterete problemi conseguenti a distrazioni.
Ora non ci resta che centrare le pinze e verificare il serraggio di tutta la viteria, sia quella delle pinze che quella dei collarini delle leve. Controlliamo soprattutto il serraggio delle viti dei dischi, che molto spesso passano in secondo piano, nonostante siano uno dei principali punti della bici a cui affidiamo la nostra sicurezza.
Dato che abbiamo verificato il serraggio dei dischi, proseguiamo proprio con i controlli dedicati alle ruote, verificando che girino dritte e che la tensionatura dei raggi sia adeguata, semplicemente tastandoli a mano. Se la ruota necessita di essere registrata e centrata, in caso non siate dotati di un centraruote, occorre che vi rivolgiate a un meccanico, mentre se la ruota gira perfettamente dritta e controllando i raggi vi accorgete che qualcuno non è sufficientemente teso, basterà tirarlo abbastanza per metterlo in tensione, senza però esagerare, per non intervenire sulla centratura della ruota.
Ora verifichiamo che i mozzi siano in ordine e che i loro cuscinetti siano in condizioni di affrontare una nuova stagione. Disassemblare un mozzo per accedere ai cuscinetti in genere è molto semplice, ma se non si è dotati di una buona manualità può risultare decisamente poco intuitivo, soprattutto per chi è alle prima armi. Ogni mozzo ha un suo sistema di assemblaggio. Se non siete in grado di smontarlo, potete scaricare dal web lo schema esploso del prodotto o le istruzioni di manutenzione, qualora disponibili. Se non trovate documentazione esaustiva, piuttosto di improvvisare vi consigliamo di rivolgervi a un meccanico.
Una volta messa a nudo la sede dei cuscinetti, pulite accuratamente e minuziosamente tutta la parte. Se lo sporco è formato semplicemente da grasso contaminato, sarà sufficiente pulire con carta o con un panno compatto, che non lasci residui. Se invece lo sporco è incrostato e persistente, conviene utilizzare dello sgrassatore (a base di sapone di Marsiglia va benissimo), stando attenti a evitare che penetri nel cuscinetto.
Infilando un dito nel foro centrale di ciascun cuscinetto e facendolo ruotare, controllate che questo giri in modo fluido e corposo. Se così non fosse, ma riscontrate uno scorrimento ruvido e secco, significa che il cuscinetto in questione ha dei problemi di lubrificazione. In molti casi, se si interviene tardi, il cuscinetto si è ormai danneggiato e occorre sostituirlo, mentre se preso in tempo è sufficiente pulirlo e ingrassarlo al suo interno, come spiegato dettagliatamente in questo nostro workshop dedicato. Una volta certi che i nostri cuscinetti siano in ordine, possiamo ingrassare adeguatamente tutte le componenti interne dei mozzi, affinchè restino protette e isolate da acqua e sporcizia, e rimontarle con cura.
L’usura dei copertoni è un aspetto molto importante da tenere sotto controllo periodicamente. Purtroppo le basse temperature insieme all’umidità hanno una cattiva influenza sui copertoni che restano fermi e inutilizzati per lungo tempo. La mescola perde di elasticità, lo pneumatico si indebolisce e le prestazioni calano in maniera evidente. Su un copertone nuovo o poco usurato questo decadimento qualitativo è minimo, mentre su un copertone discretamente usurato e con alle spalle diversi kilometri, spesso il decadimento ne impedisce addirittura l’utilizzo. Il rischio più concreto è che i tasselli, già stressati dal precedente utilizzo, si stacchino dalla loro sede o che perfino si sbriciolino. La stessa carcassa, nei casi più gravi, potrebbe creparsi o fessurarsi. Controlliamo quindi lo stato dei nostri copertoni, osservandone in primis le condizioni generali del rivestimento, verificando al tatto che i tasselli siano ben saldi ed elastici, privi di crepe o distaccamenti. In caso notiate difetti o danneggiamenti, sostituite immediatamente il copertone. Il fango presente sui percorsi in questo periodo, insieme alla mancanza di allenamento specifico, non sono certo i presupposti migliori per avventurarsi nell’utilizzo di un copertone ormai danneggiato e incapace di mantenere grip sul terreno.
Proseguiamo il check up dei copertoni, controllando la tenuta della pressione di gonfiaggio. In caso utilizziate le camere d’aria, se queste non tengono la pressione è il caso, a vostra discrezione, di ripararle o sostituirle. Se invece utilizzate sistemi tubeless, verificate che ci sia adeguata quantità di lattice o liquido sigillante all’interno del copertone, e che questo non si sia deteriorato, oppure che non si sia seccato, depositandosi in un unico punto. In tal caso rimuovete il grumo di lattice secco in eccesso oppure il liquame di lattice deteriorato, pulendo la superficie. Rabboccate quindi con la quantità necessaria di liquido sigillante fresco e fate girare la ruota per distribuirlo su tutta la superficie interna della gomma.
Le valvole UST devono essere pulite e libere di funzionare correttamente, per cui verificatene il funzionamento sgonfiando leggermente la gomma. Se l’aria esce dalla valvola con una buona pressione significa che sono a posto, viceversa se risultano ostruite, significa che ci sono residui di lattice essiccato, per cui occorre smontare la parte terminale tramite l’apposito attrezzino e pulirla con dell’olio al teflon, che ammorbidisce i grumi di lattice. Spruzzatelo o fatelo gocciolare all’interno della valvolina e pulite i residui con un panno o della carta. Ripetete l’operazione fino a che l’ago della valvola potrà muoversi liberamente, alchè soffiate via l’eccedenza di olio, semplicemente fissando il pezzo di valvola sull’ugello della pompa o del compressore e facendo passare aria in pressione.
Proseguiremo nel prossimo appuntamento, approfondendo ulteriori dettagli da esaminare ed eventualmente ripristinare, con tutti i consigli specifici per rimettere a nuovo la nostra bici dopo la pausa invernale, in vista della bella stagione.
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