Ogni tanto una buona notizia in questi tempi travagliati. La squadra mobile della questura di Padova ha arrestato due responsabili della recente ondata di furti di bici (che pare senza sosta) ai danni di privati e negozi. I due farebbero parte di una banda di 10 persone a cui vengono contestati circa 25 furti, oltre ai reati di ricettazione e riciclaggio, commessi tra il dicembre del 2021 ed il maggio del 2022 tra Padova, Verona, Treviso, Bergamo, Brescia, Verese e Reggio Emilia, con danni per centinaia di migliaia di euro.
Il modus operandi dei ladri era quello collaudato, con mezzi a motore (precedentemente rubati) che venivano usati come arieti per sfondare le vetrine dei rivenditori di bici di alta gamma che venivano poi svuotati in tempi record, come mostrato dalle varie immagini raccolte dai sistemi di videosorveglianza dei negozi stessi.
Particolare di interesse rivelato dalla polizia per i possessori di bici è che per molti furti nei garage di privati i malviventi facevano prima uno studio sui vari social dove attingevano notizie tra gli appassionati di ciclismo per capire quali mezzi custodivano per poi entrare in azione, selezionando quindi con cura le prede.
L’arresto dei responsabili è avvenuto grazie ad un provvedimento di arresto provvisorio emesso dall’autorità giudiziaria moldava del febbraio 2022 la quale ha segnalato uno dei due malviventi, residente a Selvazzano (PD). Ne è seguita una perquisizione in cui sono spuntate bici e componentistica per complessivi 60mila euro di bottino, imbustato e pronto per essere rivenduto.
In seguito la polizia ha trovato nella memoria del telefono del terzo uomo, il ricettatore, le foto con tanto di prezzi di vendita in una chat whatsapp delle bici da rivendere. Nel maggio del 2022 quest’uomo era stato fermato all’uscita dell’autostrada di Padova Ovest con 10 bici rubate, che poi sono state identificate come merce proveniente da negozi di Resana, (Treviso) Villa D’Almè (Bergamo), Pastrengo (Verona), Mazzano (Brescia), Lazise (Verona), Montebelluna e Castelnovo di Sotto (Reggio Emilia).
Sempre dall’analisi del telefono del ricettatore i poliziotti della squadra mobile sono risaliti a numerose chat incentrate su trattative per la vendita di biciclette rubate, con la successiva indicazione del luogo dove le stesse erano momentaneamente custodite. L’acquisto delle bici di valore veniva di fatto accordato ad un prezzo nettamente inferiore a quello di mercato. Gran parte delle bici pare fossero destinate in Serbia.
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