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Per il tentativo successivo di cambio automatico che ha realmente visto la luce bisogna arrivare al 1999. In quell’anno viene introdotto sul mercato il Falcon AD30, progettato e costruito dalla taiwanese Falcon per l’appunto, e che verrà anche commercializzato da terzi su licenza col nome di Landrider Auto Shift.
Questa meraviglia cambia da sola grazie alla forza centrifuga: in fondo al pacco pignoni veniva montata una piastrina in plastica (tipo proteggi raggi) con il bordo esterno dentato. Su questi denti si ingaggiava un’altra ruota dentata, più piccola, facente parte del cambio, che era posizionato più all’interno rispetto al fodero basso grazie ad una piastrina metallica. Questa piccola ruota dentata era montata su un perno che attraversava il corpo del cambio fino a raggiungere il “cuore” dell’idea, ovvero un regolatore centrifugo, ovvero un arnese che, cito wikipedia: È costituito da due o più masse poste in rotazione da un albero rotante. Per effetto della forza centrifuga le masse tendono ad allontanarsi dall’asse di rotazione, ma il loro allontanamento è contrastato da un sistema di molle o dalla forza di gravità terrestre attraverso un sistema articolato (link wikipedia).
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Bene, nel caso in questione la molla che contrastava l’allontanamento dei due pesi è quella della molla del cambio. In questo modo, al crescere della velocità di rotazione dell’asse del cambio, e quindi della ruota della bici, il cambio scalava rapporti sempre più duri, e contrario al decrescere della velocità.
Nel disegno preso dal brevetto qui sotto potete vedere il regolatore centrifugo in posizione “aperta”, in modo da capire meglio (spero)
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In ogni caso ecco un provvidenziale video che farà capire al meglio: Video
Un’idea mica male tutto sommato. Non fosse per un piccolo difetto: questo orpello, oltre a pesare più di mezzo kilo (il prezzo da pagare per avere un regolatore centrifugo) non prevedeva alcun tipo di indicizzazione, quindi se la vostra velocità era giusto “a cavallo” di due rapporti…beh, il cambio posizionava la catena esattamente tra due pignoni…quindi chi pedalava doveva fare una sorta di indicizzazione “a gamba” regolando la propria cadenza e velocità…è per questo che ad un modello successivo verrà aggiunto un cavo per fare una regolazione “fine”: l’ AutoBike SmartShift 2000.
In questa versione questo cambio è ancora prodotto e venduto dalla Landriderbikes
Nella prossima puntata vedremo uno sviluppo ancora più recente e alcune idee che sono solo rimaste sulla carta o-o
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