Uno sviluppo più recente di cambio automatico (senza comandi) è stato quello presentato al salone di Taiwan 7 anni fa dalla Precision System International col nome di AutoG’X.
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Questo ingombrante sistema ha voluto essere un’applicazione di CVT o cambio a trasmissione continua, ovvero un cambio in cui non c’è passaggio discreto da un rapporto all’altro, ma per l’appunto una variazione continua.
In breve il sistema funziona grazie a delle pulegge connesse tramite una cinghia, in cui per incrementare il rapporto (A) è necessario o l’aumento della distanza tra le pulegge (B) o riducendo l’angolo (C).
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Considerando che ognuna di queste due operazioni ha un rovescio della medaglia, ovvero, nel primo caso l’aumento della larghezza della cinghia per assicurarne la rigidità trasversale se sottoposta a notevoli momenti torcenti, e del dover applicare una forza maggiore al diminuire dell’angolo.
Nel caso dell’autog’x la forza centrifuga faceva comprimere delle molle collegate ai coni delle pulegge facendoli avvicinare o allontanare.
Come potete vedere dalle foto il sistema era parecchio ingombrante e conseguentemente pesante. Il che lo ha reso poco adatto all’applicazione ciclistica. Anche se declinato in versione DH/Fr.
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Tant’è che la ditta che lo ha brevettato è fallita ed il sistema non è mai stato commercializzato, ma è rimasto solo a livello di prototipo.
Un sistema di trasmissione continua invece andato in produzione è il NUVinci della statunitense Fallbrook
(il quale pero’ ha un comando al manubrio per essere azionato)
Che ho avuto anche occasione di provare brevemente. Altro sistema abbastanza improponibile per peso e dimensioni, oltre ad avere un funzionamento non proprio ottimale in caso si spinga forte sui pedali, al contrario di quanto promesso dal produttore.
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