Presentata qualche mese fa, la nuova Cannondale Habit LT è una trail bike che rientra in quella nuova categoria di mountain bike molto performanti in discesa pur avendo un’escursione limitata. La versione Long Travel (LT) ha infatti 150mm di escursione all’anteriore e 140mm al posteriore, cioé 10mm in più rispetto alla Habit classica (qui i dettagli).
Il prezzo da pagare per una bici così divertente e robusta in discesa è un peso di 14.5kg in taglia L senza pedali, in linea con un’altra trail bike di questo genere, la Trek Fuel EX. D’altronde gomme con carcassa Exo+ (quella nuova), ammortizzatore con piggy back, forcella Rock Shox Lyrik e massicce ruote in alluminio alzano l’ago della bilancia, anche perché il modello in test da 5.999€ prevede una trasmissione Sram GX meccanica, non la più leggera.
Di seguito trovate il video test girato sul monte Tamaro seguendo questo itinerario, più sotto la versione scritta.
Cannondale l’ha pensata giusta con le geometrie della Habit, infatti queste variano a seconda della taglia, compresa la lunghezza del carro. Un dettaglio molto importante per quando si arrampica sul ripido, perché in questo modo si riesce a tenere facilmente l’anteriore attaccato al terreno, coadiuvati da un angolo sella di 77°.
La Habit LT è piuttosto compatta, con un reach nella media ed una lunghezza complessiva che mantiene la bici giocosa ed agile nello stretto. Io sono alto 179cm e ho una distanza sella – movimento centrale di 74 cm. La L si è rivelata essere perfetta.
Telaio completamente in carbonio, ruote da 29 pollici in alluminio, trasmissione meccanica SRAM GX, sospensioni Rock Shox Select +. Un montaggio che bada alla sostanza ma che trova il suo punto debole nei freni SRAM Code R con dischi Centerline.
Di solito i Code non vanno male, ma questi hanno una corsa della leva troppo lunga anche dopo lo spurgo e il trucchetto di fare fuoriuscire un po’ i pistoni. Si sente la mancanza della regolazione della distanza delle pastiglie dai dischi, non presente nella versione economica R.
Vi chiederete perché parlo subito dei freni: la Habit LT è un missile in discesa dunque l’impianto frenante è un componente fondamentale.
Finalmente una nuova bici che non ci propina il passaggio dei cavi interno alla serie sterzo.
Non solo, il passaggio cavi è guidato internamente al telaio. Il meccanico che c’è in ognuno di noi ringrazia.
Rock Shox Lyrik Select +. Non deve sempre essere la linea Ultimate, ed infatti questa Select + funziona molto bene, anche grazie alla cartuccia Charger 3.
Non mancano le regolazioni della compressione alle alte e alle basse velocità.
La caratteristica che più mi è piaciuta della nuova Habit SL è la sospensione posteriore. Un normalissimo giunto Horst, tarato perfettamente per trovare l’equilibrio fra antisquat in salita e sensibilità in discesa. Rispetto a bici di questa tipologia, la Habit ha di gran lunga la ruota dietro più incollata al terreno, quasi una mini DH, cosa che si fa apprezzare moltissimo in discesa, perché la bici non si scompone, e in salita, per l’ottima trazione e sensibilità ai piccoli urti.
Sulle salite lisce, cioé asfalto e sterrati facili, ho chiuso il lock out dell’ammortizzatore, ma non c’è un bobbing che rende questa operazione necessaria. Penso sia più dovuto al fatto che le masse rotanti sono pesanti a causa delle gomme robuste e dei cerchi non esattamente leggeri, quindi cercavo il minor dispendio di energie possibile.
D’altro canto in discesa si possono mollare i freni e scegliere le line più dirette senza paura di sfasciare tutto.
La trasmissione SRAM Eagle GX meccanica fa bene il suo lavoro ma la corona da 30 denti è troppo piccola per me, infatti sulle salite ripide e scassate come quella del video ho fatto fatica a trovare la cadenza giusta, finendo ad usare il 42 al posto del 52.
Anche il reggisella telescopico Cannondale DownLow varia la sua escursione a seconda delle taglie. In taglia L ha 170mm di travel.
Ho volutamente fotografato la Habit LT da sporca anche per far vedere come il carterino posto fra triangolo anteriore e carro faccia bene il suo lavoro di protezione dallo sporco.
Nel video potete vedere la botta che ho preso con il fodero basso su una roccia. Non si è rotto niente, ma la vernice sotto il giunto è saltata via sfaldandosi.
La bici è molto silenziosa grazie sia al passaggio dei cavi guidato internamente al telaio che al batticatena che fa bene il suo lavoro.
Tutto l’insieme del telaio è molto rigido, come d’altronde ci si aspetta da una bici che pesa 14.5 kg.
Se all’inizio del test ero un po’ scettico, soprattutto per il peso, alla fine la Habit mi è piaciuta moltissimo per il suo carattere da allrounder. Infatti non solo è estremamente divertente in discesa, con una sospensione posteriore che probabilmente è la migliore in questa categoria, ma sulle salite tecniche si è rivelata altrettanto performante grazie ad una geometria bilanciata e, di nuovo, grazie alle prestazioni della sospensione, sempre alta nel travel e molto sensibile.
Non penso che ci siano problemi ad usarla a lungo anche in un bike park, e proverò a farlo questa estate. Alla fine del test ho chiesto a Cannondale di lasciarmela per montarci dei componenti per un test di durata, visto che sono in arrivo delle novità interessanti che stanno benissimo su una mountain bike del genere.
Il prezzo di 5.999€ è concorrenziale, dato che il montaggio, freni a parte, è stato ben scelto.
Esiste anche la versione in alluminio. Qui trovate l’intera gamma con le specifiche e i prezzi.
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