Canyon Strive 29 custom per test di durata

Abbiamo montato il telaio della nuova Canyon Strive 29 che ci era arrivato qualche settimana fa. La particolarità di questa bici è lo Shapeshifter, cioà un sistema per cambiare la geometria e l’escursione tramite un comando remoto a manubrio. Proprio lo Shapeshifter è stato completamente rivisto dal marchio tedesco, e sarà il grande osservato del nostro test di durata.

Rimando a questo articolo per la presentazione ufficiale, i dettagli e i prezzi.

Canyon Strive 29 in taglia L per me che sono alto 179cm e ho un cavallo (sella-movimento centrale) di 75cm. La bici con pedali così montata pesa 14.45 kg. il telaio è completamente in carbonio. Ci ho già fatto due giri e posso dire che la taglia è perfetta.

Trasmissione SRAM Eagle X01 con corona da 32 denti. Movimento centale DUB.

Il bello del sistema Shapeshifter è che vi si può montare qualsiasi ammortizzatore si voglia perché interviene sulla biella superiore del linkage. In questo caso un Fox DPX2 Factory Kashima. L’escursione posteriore è di 150mm. Chi segue i miei articoli sa che prediligo un’escursione posteriore inferiore a quella anteriore, per poter salire meglio ed avere una bici più reattiva in discesa. Personalmente trovo che l’equilibrio perfetto, su una 29 pollici, sia 140mm dietro e 160mm davanti. La Strive vi si avvicina.

Come diverse moderne enduro da 29, anche la Strive presenta un tubo obliquo che diventa piatto prima di andare ad incrociarsi con il tubo sella, in modo da creare spazio per l’ammortizzatore e il portaborraccia.

Andiamo a vedere cosa si nasconde sotto il coperchio dello Shapeshifter…

Canyon ha collaborato con Fox per creare un sistema pneumatico che muove il linkage attaccato all’ammortizzatore spostandolo in avanti ed indietro. In questo modo cambia la geometria e l’escursione (da 150 a 135mm circa). Nella foto qui sopra vedete la posizione da salita/XC.

Questa invece la posizione discesistica. Per passare dall’una all’altra è sufficiente premere il remoto a manubrio, e la pressione del sistema farà il resto automaticamente. Ho inserito 130psi, la pressione minima è di 50, quella massima di 200 psi.

Il comando remoto è una costruzione custom di Canyon: le prime due leve in alto sono dedicate allo Shapeshifter. Si preme quella più esterna per passare alla posizione XC, quella interna per rilasciarla e andare alla posizione DH. La leva inferiore è del reggisella telescopico Fox Transfer da 150mm.

Manopole Odi Grips Elite.

MRP Ribbon Coil da 160mm di escursione. Non è montata al contrario, come l’archetto potrebbe far intendere.

Si tratta di una forcella a molla dal peso di 2.150 grammi con un pomello per la compressione alle basse velocità sulla destra, molto influente, e uno per il controllo della progressività a fine corsa in fondo allo stelo sinistro.

Freni Trickstuff Direttissima, dei veri gioielli made in Germany. Curatissimi nei dettagli ma soprattutto ultrapotenti. Durante la prima uscita facevo fatica a controllare il posteriore, poi mi sono abituato. Il punto di frenata è “solidissimo”, una vera sicurezza. Dischi da 200mm davanti e 180mm dietro.

Lavorazioni CNC e montaggio facilitato grazie ad un sistema di aggancio che basta svitare per poter far passare il tubo nel telaio. Il connettore sul tubo è a pressione, cosa che semplifica anche un eventuale accorciamento del tubo senza aver bisogno di pezzi di ricambio. Lo stesso sistema è presente anche sul lato pinza. Non ho avuto bisogno di fare alcuno spurgo dopo il montaggio sulla Strive.

Ho montato le nuove ruote Zipp 3Zero Moto, dotate di misuratori di pressione Quarq TyreWiz. Potrà sembrare un ammenicolo per freaks, ma avere la pressione delle gomme sul Garmin o sul telefono dà la possibilità di sperimentare per bene e trovare quella giusta, oltre a sapere se si sta perdendo aria.

C’è grande interesse per la nuova carcassa Maxxis Exo+. La sto usando da circa tre settimane su queste Minion DHF 2.5″. Tre giorni fa ho pizzicato (malgrado i cerchi 3Moto) per la prima volta, al posteriore. 60 grammi in più rispetto alla Exo classica non fanno miracoli.

Su una bici del tutto nuova fa sempre bene avere almeno un componente che si conosce bene: pedali Crankbrothers Mallet E11. Funzionamento perfetto malgrado le innumerovoli botte prese.

Ed ora, via sui trail!

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