Ci siamo, la notte di Natale dista solo poche ore e con lei l’arrivo dell’omone bianco e rosso della Coca Cola di Babbo Natale. Vi svelo cosa ho scritto nella mia letterina che gli ho spedito qualche settimana fa.
Tu che scarichi/carichi pacchi in pieno inverno come ti vesti?
Se c’è una cosa che odio d’inverno è il dovermi fermare a vestirmi/svestirmi. In salita non sopporto essere vestito troppo, perché il corpo ha bisogno di molta energia per bilanciare la temperatura, ergo si suda come dei cammelli. Al contrario, le discese con il freddo (e sudato) non sono un grande spasso, così come non è divertente portarsi il guardaroba nello zaino per cambiarsi in “vetta”.
La Gabba di Castelli è molto vicina all’indumento ideale, ma se la temperatura è prossima allo zero sarà necessaria quantomeno una giacca leggera per proteggersi dall’aria fredda. Non solo, se si usano dei guanti invernali in salita ci si ritrova con le mani fradice. Tanto vale mettersi i guanti per lavare i piatti.
Mi immagino che se non c’è la neve userai delle ruote sotto ai pattini della tua slitta, quindi avrai dei freni a disco abbastanza potenti per fermare il tuo carico di regali. Dovrai anche essere silenzioso, quando arrivi di notte e non vuoi farti scoprire dai bambini. Che freni usi? Te lo chiedo perché non ne ho ancora trovato uno da bici che non fischi, se le condizioni sono bagnate. Eppure non sento un concerto di dischi stridenti in città se piove e c’è traffico, segno che sulle automobili il problema é stato risolto. Per favore trova una soluzione anche per le bici.
Come è possibile che le imbottiture dei caschi impieghino dei secoli ad asciugarsi e che, se uno non li mette in un luogo asciutto e ventilato, il giorno dopo siamo costretti ad indossare una schifezza semiammuffita? Tu che sei grande e grosso riesci forse a convincere le aziende a mettere dei pad di ricambio nella confezione? E non solo un ricambio, visto che è un attimo perderli se si lavano. Se non chiedo troppo, un’imbottitura unica, quindi facile e veloce da applicare, sarebbe molto gradita, senza 26.000 pezzettini da riattaccare con la pazienza di Giobbe, sempre che li si trovi fra la biancheria.
Caro Babbo Natale, se il mio reggisella telescopico sale da solo, premendo una levetta, perché non può scendere senza che io gli debba dare un colpo con il deretano? Pensa quanto sarebbe bello continuare ad avere lo stesso assetto sulla bici senza interrompere il “flusso”, e soprattutto pensa a quanto sarebbero contenti i cross countristi più conservatori, quelli che girano con la sella sullo sterno in discesa o che si siedono sul tubo orizzontale quando il sentiero diventa tosto?
Perché si trovano in giro solo gare Marathon o Enduro? In una conta solo la salita, nell’altra solo la discesa. Il mio sogno sarebbe un percorso quasi interamente su sentiero, con tratti tecnici sia in salita che in discesa, dove una bici da XC è troppo mingherlina in discesa, e una da enduro troppo penalizzante in salita. Una sorta di crossover che metterebbe in difficoltà entrambe le categorie, facendo valere le capacità tecniche e di endurance di ogni partecipante. Cosa dici, riesci ad organizzarla?
E voi cosa gli scrivereste?
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