Senza dubbio portare il casco quando si va in bici dà sicurezza e riduce i danni in caso di caduta. Si potrebbe essere portati a pensare che l’obbligo del casco porterebbe a vantaggi in termini di sicurezza dei ciclisti, e di conseguenza in termini di spese mediche che pesano sulla comunità. Ma siamo sicuri che l’obbligo del casco – tutto considerato – porterebbe ad un complessivo vantaggio?
Non secondo Gernot Sieg dell’Università di Münster, che ha studiato in dettaglio le conseguenze che avrebbe una legge che imponesse l’obbligo del casco a tutti i ciclisti e ne ha pubblicato un articolo sulla rivista “transportation”. L’esito è che probabilmente una legge del genere farebbe più male che bene.
In particolare Sieg ha studiato il caso della Germania tenendo in considerazione il chilometraggio medio percorso da ogni tedesco, le statistiche su morti e ferite ed il fatto che attualmente il 13% dei ciclisti porta il casco.
Senza dubbio il casco protegge la testa, ma solo parte di essa, e chiaramente non è una garanzia soprattutto in caso di urti violenti. Consideriamo inoltre che altre parti del corpo possono essere lese in maniera mortale.
Da uno studio di Richter (2005) sui pazienti ricoverati in ospedale in seguito ad incidenti in bicicletta, è emerso che nel 48% dei casi si avevano danni alla testa, e di questi il 68% nella zona protetta dal casco. Secondo un altro studio di Attewell, Glase e McFadden (2001), il rischo di ferite alla testa è ridotto del 60% se si porta un casco, che quindi è ben lontano dal garantire protezione totale.
Considerando il valore statistico di una vita pari a 1.574 milioni di euro (un milione e mezzo, in questo articolo si usa il punto per separare i decimali) (Kahlmeier et al, 2013), la stima del costo di infortuni di varia entità e l’effetto che avrebbe il casco nel ridurli si trova che la protezione offerta da un casco possa essere stimata in 2.083 centesimi per km percorso in bici.
Uno dei problemi comportati da una legge che obbligasse a portare il casco sta nel fatto che una percentuale della popolazione rinuncerebbe del tutto a pedalare, preferendo muoversi con altri mezzi.
Questo avrebbe effetti negativi che possono essere valutati in costi.
Insomma sappiamo tutti che pedalare fa bene, ed è stimato che se si abbandonasse la bici, camminando si guadagnerebbe in salute, mentre prendendo l’autobus o la macchina se ne perderebbe. Per dare due numeri, rispetto a macchina o altri mezzi, andando in bici si guadagna 1.05€ per km percorso, a piedi 2.50€.
Altri costi in seguito alla sostituzione della bici con l’auto si avrebbero a livello ambientale: in particolare viaggiare in macchina comporta un costo di 0.0314€/km (Umweltbundesamt, 2007).
La componente forse più difficile da stimare è il costo della perdita di confort. Un casco rovina le pettinature, fa sudare e poi bisogna portarselo dietro quando non si pedala. Per stimare il costo della perdita di confort, Sieg ha usato un barbatrucco: ha infatti assunto che razionalmente ci si possa aspettare che il confort del pedalare senza casco abbia lo stesso valore della maggiore protezione che un casco dà.
In ultima battuta bisogna considerare che un casco costa a chi lo compra e lo deve cambiare ogni 5 anni.
Insomma, a conti fatti, il rapporto benefici/costi è di 0.714.
Significa che una legge sul casco obbligatorio costerebbe 100 ma permetterebbe di risparmiare solo 71, rappresentando quindi uno spreco di risorse.
Nelle conclusioni del suo articolo, Sieg suggerisce che una campagna pubblicitaria che enfatizzi il rischio del pedalare senza casco potrebbe allo stesso modo scoraggiare i ciclisti, mentre avrebbe senso un lavoro per incrementare la sicurezza sulla strada, ad esempio riducendo i limiti di velocità per le macchine, aumentando i controlli ed aumentando le infrastrutture per i ciclisti.
In tutto ciò, resta chiaro che il casco portato volontariamente dal ciclista sicuramente riduce gli effetti degli incidenti, e che ogni ciclista “guadagna” 2.08 centesimi in termini di riduzione dei costi per la società per ogni km percorso in bici col casco.
Fonte: Spiegel online
Trovate tutti i riferimenti bibliografici nell’articolo, che è linkato sopra (ed è in inglese)