di Daniel Naftali
Pietre e cerchi si sa che non vanno molto d’accordo… Può capitare, specialmente se si gira a pressioni troppo basse, che il cerchio vada a colpire il terreno, andando a piegarsi.
Se la bozzatura è di piccole dimensioni, il problema non è particolarmente grave ma quando il cerchio è particolarmente piegato possono verificarsi problemi di tenuta del tallone della gomma: in tal caso è meglio intervenire. Quest’oggi vedremo come raddrizzare un cerchio bozzato in poche mosse.
Premessa
Quando si raddrizza un cerchio bisogna tenere in considerazione un aspetto molto importante: è possibile che si crepi durante il trattamento. L’alluminio infatti non è un materiale tenace e tende a snervarsi facilmente: se lo pieghiamo e successivamente lo raddrizziamo questo si indebolisce e può anche rompersi. Anche se tutto va liscio ed il cerchio non si spacca, la zona che abbiamo raddrizzato risulterà comunque più debole: in caso di un successivo impatto con una roccia si piegherà di nuovo con estrema facilità.
Raddrizzare un cerchio bozzato è quindi un sistema per recuperarlo, ma sappiate che non tornerà mai come nuovo. Se il cerchio risulta crepato o dovesse creparsi dopo il raddrizzamento, c’è poco da fare: lo dobbiamo sostituire.
Cerchio anteriore bozzato: non sempre la colpa è della pressione troppo bassa, certe volte anche la sfortuna ci mette della sua. Artefice del danno in questo caso è stata una canalina di pietra, nascosta dalla vegetazione.
La procedura che vedremo di seguito è stata sviluppata per ridurre al minimo il rischio di rottura. Come vedremo utilizzeremo una piastrina di acciaio per distribuire lo sforzo su una superficie più ampia ed evitare di andare oltre il punto in cui il cerchio torna dritto: un’eccessiva deformazione significherebbe una rottura quasi sicura. Nonostante il sistema sia collaudato e dia ottimi risultati, se però il cerchio è molto bozzato la possibilità che durante il raddrizzamento possa creparsi purtroppo c’è.
Attenzione poi che con questa procedura è possibile raddrizzare solo cerchi in alluminio! Non provate a raddrizzare cerchi in carbonio (anche se in teoria non si bozzano, non si sa mai che a qualcuno vengano idee strane!) o peggio in scandio: lo scandio è una lega che tende a creparsi con estrema facilità e quindi difficilmente riuscirete a raddrizzarlo senza danni… Meglio tenersi la bozza!
Al lavoro!
Bene, mettiamoci quindi al lavoro!
Quest’oggi avremo bisogno di strumenti di altissima precisione, ovvero:
– Una pinza a pappagallo
– Una o due piastrine metalliche: andranno posizionate all’esterno del cerchio per distribuire meglio la pressione e funzionare da dima per il raddrizzamento. Possiamo usare qualsiasi cosa: io ho utilizzato due piastrine in acciaio di una coppia di pedali Mallet, ma si può usare qualsiasi altro oggetto adatto allo scopo (un caccia gomme in metallo, il manico di una chiave, una piastrina in acciaio, ecc). L’importante è che sia robusto, magari in acciaio, e con gli spigoli smussati per non rovinare il cerchio.
– Un pennarello indelebile
Per i più pignoli, esiste un apposito utensile prodotto dalla Morningstar Tools:
Si chiama Rim ‘Rench ed altro non è che una chiave appositamente sagomata con il profilo del cerchio. La si infila e questa farà presa sul bordo interno ed esterno senza rovinarli. Non costa neanche tanto, potrebbe essere un buon investimento per la propria officina…
Noi però sotto mano abbiamo solo la pinza, per cui useremo quella.
1) Preparazione: rimuoviamo la gomma ed eventualmente il nastro paranipple o il flap per la conversione in tubeless. Individuiamo la zona in cui il cerchio è bozzato e segnamola con il pennarello indelebile:
Controlliamo inoltre che non ci siano crepe. Se il cerchio è crepato non dobbiamo assolutamente cercare di raddrizzaro: si romperebbe del tutto.
2) Riscaldiamo: l’alluminio se scaldato si piega più facilmente, riducendo il rischio di creparsi. Anche i cerchi delle auto si raddrizzano in questo modo, a maggior ragione quelli delle bici.
Per scaldare possiamo utilizzare un normale asciugacapelli o meglio un phon da carrozziere. Se utilizziamo quest’ultimo dobbiamo però prestare particolare attenzione a due aspetti. Innanzitutto dobbiamo rimuovere il flap che altrimenti potrebbe sciogliersi per il calore. Inoltre se abbiamo cerchi verniciati non dobbiamo esagerare con la temperatura: la vernice si scrosterebbe. Attenzione poi a non bruciarci le mani! Meglio usare guanti protettivi.
Scaldiamo quindi la zona che andremo a raddrizzare:
3) Preparazione raddrizzamento: prima che il cerchio si raffreddi, prepariamo la pinza e la piastra metallica per l’operazione di raddrizzamento. Posizioniamo, sulla parte esterna del cerchio, la piastra e facciamo presa con la pinza sulla zona bozzata.
4) Radrizzamento: a questo punto, tenendo saldamente stretta la pinza in modo che non scappi, spingiamo verso il basso per far leva e raddrizzare il cerchio. Se la bozza è estesa o particolarmente profonda sarà necessario ripetere l’operazione in più punti e più volte fino a che il cerchio non ritorna dritto:
Quando la bozza è molto grande conviene dapprima raddrizzarla parzialmente al centro, qualora fosse particolarmente piegato. Poi si lavora sui due lati, spostandosi progressivamente verso il centro fino alla raddrizzata finale: il risultato con questa tecnica è assicurato!
5) Ispezione finale: controlliamo la buona riuscita del nostro lavoro. Il cerchio dovrebbe ora essere dritto. A questo punto dobbiamo però controllare che non si siano formate crepe a seguito della raddrizzatura. Analizziamo sia la parte interna che quella esterna: le crepe si identificano perché interessano tutto il materiale e sono quindi visibili da ambo le parti.
Il risultato ottimale si ottiene quando non è presente alcun segno sulla parete esterna del cerchio: significa che il tutto è andato per il meglio e che il cerchio è ancora in buone condizioni.
Se però la bozza era particolarmente marcata è possibile che si formino delle screpolature sul trattamento superificiale del cerchio. Non è una cosa grave, non si tratta di crepe (queste screpolature infatti non sono “passanti” in quanto interessano solo la parete esterna), ma comunque stanno a significare che il cerchio si è snervato ed indebolito.
Se invece notiamo una fessura unica, profonda e passante, allora significa che il cerchio si è purtroppo crepato. Probabilmente lo era già da prima, raddrizzandolo abbiamo solo allargato la frattura rendendola quindi più facilmente visibile.
Il risultato che andiamo ad ottenere è il seguente:
Come possiamo vedere, il cerchio è pressoché dritto e non ci darà più problemi di tenuta anche se utilizziamo gomme tubeless.
Non ci resta quindi che montare la gomma, gonfiarla e/o latticizzarla e possiamo rimontare la ruota sulla nostra bici, pronta ad essere di nuovo maltrattata in messo a sassi, radici e rocce!
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