Cos’è una 27,5+ o semi-fat?

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Tutti ne abbiamo sentito parlare, tutti le abbiamo sicuramente già viste e qualcuno le ha già provate o ne è addirittura diventato felice possessore. Le fat bikes sono una delle novità calde di questa stagione e ne sentiremo sicuramente parlare più avanti, soprattutto per quanto riguarda le semi-fat.

Semi-fat? Cos’è una semi-fat? Vediamo di capirlo nell’articolo di oggi.

Che cos’è una semi-fat

Conosciute anche con il nome di 26+, 27,5+ o 29+ a seconda del diametro di ruote, le semifat sono l’anello di congiunzione tra una fat bike ed una mtb normale.

Le semi-fat sono delle mtb che utilizzano gomme e cerchi un po’ più grandi delle bici tradizionali, solitamente con gomme da 3″ di larghezza e cerchi con un canale interno di ca 40-50mm. Le misure sono ovviamente indicative, perchè a seconda dei modelli ci sono delle variazioni, ma quello che è improtante capire è che, sia per quanta riguarda le gomme che per i cerchi, le semifat si collocano a metà tra una mtb ed fat bike.

I cerchi possono essere sia forati che “pieni”, non c’è una regola fissa. Inutile dire che un cerchio forato, grazie alla possibilità del flap di spanciare all’interno, risulta più “morbido” ovvero permette alla gomma di schiacciarsi maggiormente ed assorbire meglio gli ostacoli, mentre in un cerchio continuo lo schiacciamento della gomma sarà più limitato perchè la camera d’aria non può spanciare all’interno. Non c’è un meglio o un peggio, dipende da quello che vogliamo ottenere dalla nostra semifat. La tendenza generale è comunque di montare cerchi tradizionali pieni, magari nastrati e tubeless.

Chi gira in bici da un po’ di tempo penserà subito “sai che novità, la riscoperta delle Gazzaloddi da 3″ che si usavano alcuni anni fa sulle bici da freeride”. E’ vero, la larghezza di una semi fat è più o meno la stessa, ma c’è una differenza sostanziale: il peso.

E’ proprio il peso a fare la differenza tra una ruota freeride old school ed una semifat. Le Gazzaloddi erano gomme pensate per resistere ad ogni tipo abuso, pesavano 1,6kg (!) e si montavano su cerchi altrettanto pesanti e robusti: l’insieme pesava mezza tonnellata. Le ruote delle semifat sono invece più leggere. La gomma è molto sottile e leggera (la WTB Trailblazer pesa 980g, come una gomma enduro normale), così come il cerchio. Questa sostanziale differenza ha importantissime ripercussioni nella guida: le semifat nonostante le gommone si pedalano comunque bene, le bici da freeride old school potevano salire solo su di una funivia o nel retro di un furgone.

Altra sostanziale differenza è la larghezza del cerchio, decisamente maggiore rispetto al passato. La conseguenza è un volume maggiore ed una capacità di assorbimento degli ostacoli ben superiore.

Differenze tecniche tra fat, semifat e mtb tradizionali

Montare le gommone tipiche delle fat bikes (con sezioni anche da 4,8″) su di una bicicletta non è facile. Per poter accogliere le  gommone è necessario che i foderi di carro e forcella siano molto più larghi rispetto ad una mtb tradizionale.

Foderi più larghi però richiedono anche una battuta del mozzo maggiorata con la conseguenza che i mozzi delle fat bikes sono fuori standard. Forcelle, guarniture, sganci rapidi, telai: tutto si di una fat deve essere fatto “su misura”.

Utilizzando però cerchi solo leggermente più larghi e gomme di sezione non oltre i 3″ è invece possibile utilizzare gli standard delle mtb tradizionali.

Anzi, diciamo di più: le ruote semifat 27,5+ possono spesso essere montate su biciclette e componenti 29″, permettendo così al biker di avere una vastissima scelta di componenti. Qui sopra ad esempio vediamo una Kona Process 111 (trail bike da 120mm e ruote da 29″) con forcella Pike montata con gomme 27,5+.

Non è poco… Basta insomma acquistare un paio di ruote e di gomme 27,5+ per convertire una 29″ in una semifat. Si può insomma scegliere ad ogni giro se montare le gomme semifat o quelle tradizionali. Non male!

Abbiamo parlato di  29er convertite in 27,5+, come mai? Semplice, perchè una ruota 27,5+ è grossa come una 29″

Ecco spiegato il motivo dell’introduzione del 27,5+: questo formato può essere montato su buona parte delle 29er in circolazione, unico requisito è che il carro sia sufficientemente largo da ospitare le ruote più voluminose. L’altezza non è invece un problema

Perchè una semifat

A questo punto viene spontaneo chiedersi: perchè andare prendere una semifat e non una fat bike a tutti gli effetti o una mtb tradizionale?

Il motivo per cui sono nate le fat bikes è essenzialmente uno: permettere ai bikers di pedalare anche su quei terreni su cui una mtb tradizionale non ce la fa. Quando il fondo è cedevole (neve, sabbia, ecc) una ruota tradizionale affonda, rendendo l’avanzamento impossibile o comunque estremamente lento e difficoltoso. Una gomma molto voluminosa invece galleggia decisamente meglio su fondi cedevoli grazie alla maggior impronta a terra: in questo modo è possibile pedalare anche su sabbia o neve soffice, terreni su cui con una mtb tradizionale l’unica alternativa è scendere e spingere.

Nonostante pedalare una fat bike non sia il massimo in termini di efficienza e rendimento su terreni normali, sono però molti i bikers che apprezzano le gomme grasse anche sui sentieri sgomberi dalla neve e fuori dalle dune del deserto o dalla spiaggia di Riccione. I motivi per cui le fat bikes riscuotono successo sono essenzialmente legati alla capacità di assorbimento degli ostacoli da parte delle gommone e dalla maggior confidenza che queste danno sul tecnico alle basse velocità, senza bisogno di forcellone o telai dalle lunghe escursioni.

Sono però realmente necessari 4,8″ fuori da neve o sabbia? Le gommone di una fat bike sono oggettivamente poco scorrevoli. Sali, è vero, ma comunque il peso e l’attrito sono penalizzanti e tutto questo volume, su di un sentiero tradizionale, non è così necessario come sembra.

Ecco quindi che le semifat possono essere il giusto compromesso per coniugare la buona capacità di assorbimento delle gommone, l’effetto di galleggiamento su fondi cedevoli e la sicurezza e stabilità sul lento con una buona efficienza in pedalata ed una maggiore reattività ed agilità. Su di un terreno normale le gomme da fat sono inutilmente voluminose, quelle di una semifat sono invece la giusta via di mezzo, quel qualcosa in più in termini di volume che però non stravolge eccessivamente la guida della bici.

Gomma e cerchio 27,5″+ su di una Fox 34 da 29″

Non dimentichiamoci poi di una cosa: la convertibilità. Una fat bike resta una fat, una 27,5″ può essere convertita in 29″ all’occorrenza. Possiamo insomma, semplicemente cambiando le ruote, trasformare la nostra bici a seconda del giro. E’ gennaio ed ha appena nevicato? Metto le 27,5+. E’ estate e voglio affrontare un lungo giro alpino? Monto le 29″. Il tutto sulla stessa bici e sugli stessi componenti.

Le semifat sono il futuro? Difficile a dirsi… Da un lato la possibilità di convertire una mtb 29″ normale sarà sicuramente un punto a favore della loro diffusione e vedremo moltissimi produttori realizzare telai e componenti pronti per le 27,5+. Dall’altro però sarà difficile che il 27,5+ diventi il nuovo standard delle bici del futuro. E’ vero che un po più di volume può essere utile (ecco il perchè di molti cerchi larghi), ma a livello di prestazioni pure (resa in salita e performance in discesa) le gomme tradizionali restano comunque superiori su buona parte dei terreni. Le semifat si ricaveranno comunque la loro nicchia, ma difficilmente diventeranno il nuovo standard delle bici da all mountain/enduro.

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