Come difendersi dalle punture di insetti

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Reduce da una puntura di calabrone sotto la pianta del piede e da una di ape (in bocca), ho deciso di approfondire il tema delle punture degli insetti per chi va in bicicletta. Spesso sottovalutato, questo argomento merita di essere trattato perché le punture di api, vespe, tafani o calabroni non sono solo dolorose, ma vanno anche trattate nel modo giusto perché non abbiano ulteriori effetti negativi, soprattutto per chi è allergico.

Nel video trovate le mie esperienze a riguardo e cinque consigli su come proteggersi dalle punture.


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Tenere il più possibile la bocca chiusa

Sembra un consiglio da dare all’amico noioso che non smette mai di parlare, eppure pensate a quante volte vi è entrato un moscerino in bocca mentre andate in bici. Se al posto del moscerino entra una vespa od un’ape, la situazione è diversa, anche perché se vi punge all’interno, il gonfiore può causare problemi respiratori.

Chiudere le cerniere delle magliette

Le magliette da XC sono magnifiche nei periodi caldi, perché si possono aprire anteriormente tramite la cerniera, permettendo di stare più freschi. Aperte a metà sono però un rischio, soprattutto in discesa, perché gli insetti possono entrarvi e, una volta imprigionati ed in panico, cominceranno a pungere.

Usare un casco con una retina protettiva

Per assurdo solo i caschi più economici (come questo) hanno le retine anti insetti, ritenute antiestetiche da tanti produttori.

Sapere come reagire ad una puntura

Soprattutto punture importanti come quelle di un calabrone necessitano di essere disinfettate il prima possibile per evitare che i batteri entrino nel sangue. Personalmente, una volta arrivato al pronto soccorso un giorno dopo l’attacco del calabrone, ho dovuto fare un esame del sangue per essere certo che il sangue non fosse già infetto, dato che si vedeva una vena più scura delle altre. Da quel momento sono sotto antibiotici (penicilina) per scongiurare un’infezione, che fortunatamente non si era ancora presentata.

Usare prodotti repellenti

Per chi si muove nella natura come noi, uno dei prodotti migliori è l’Autan Tropical spray, che contiente il 25% di DEET. Se non sapete cosa è il DEET, leggete questo articolo. Quando giravo in Toscana d’estate, dove i tafani la fanno da padrone, mi facevo una specie di doccia di Autan, mettendolo anche sui vestiti, casco e scarpe, visto che era l’unico modo per tenerli veramente lontani. La sua durata è limitata nel tempo, se fate giri lunghi portatelo con voi per darvi una “rinfrescata”.

Allergie? Ditelo ai compagni di uscite

Forse la cosa più importante: se siete allergici alle punture di insetti, ditelo ai vostri amici con cui uscite e non dimenticatevi il kit di pronto soccorso del caso, cioé contenente shots di adrenalina e antistaminici. Il numero di telefono dei soccorsi dovrebbe comunque essere impresso nella mente di ogni biker.

 

Commenti

  1. MagicTartaruga:

    Come repellente naturale l'olio di Neem è ottimo (si usa su i cavalli e non solo come repellente contro i tafani) se si accetta il suo odore non proprio gradevole.
    Ah, non lo sapevo... Ma funziona realmente? E per che durata più o meno?
  2. Articolo molto interessante, come sempre le esperienze riportate aiutano a conoscere anche prodotti nuovi e farsi una minicultura in materia. Grazie a tutti!!
  3. mago68:

    Ciao a tutti, anche io giro nel fiorentino dove le maglie zebrate non le mettiamo, e dove i tafani impestano i boschi fino a metà di settembre ad andar bene. Per cui bdc e pedalare. Peraltro le punture di tafano sono pericolose perchè spesso portano infezioni essendo queste bestiacce sempre attaccate alle pellicce di caprioli e cinghiali. Riporto però una esperienza personale di alcuni anni fa quando fui punto sullo stinco da un’ape con una reazione al momento normale di bruciore e un pò di rossore. Il problema fu che dopo una decina di giorni la zona della puntura divenne rosso porpora con circa 3 cm estensione e mi si gonfiò un linfonodo all’inguine dalla parte della puntura. Fui trattato con cortisone ed antibiotici e al test (rast)successivo fui decretato sensibilizzato al veleno. Mi fu suggerito di portare siringa di adrenalina e comunque di evitare i boschi e le campagne. Chiaramente demoralizzato decisi di vederci chiaro e mi feci fare test specifici con il veleno a concentrazioni crescenti sottopelle in un centro altamente specializzato.La conclusione fu che ero un falso positivo che la reazione tardiva era dovuta a una infezione dei vasi linfatici (pungiglione e sporco o polvere sulla gamba) e che a funzionare era stato l’antibiotico.
    oggi ero in BDC alla rotonda della Chiusa, per andare a Legri, non so se hai presente... mi sono fermato a parlare con un amico e un tafano mi stava mordendo sopra il calzino...
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