di Daniel Naftali
Sassi, cadute, danni da trasporto… Sono tante le cause che possono rovinare la nostra amata bicicletta.
Il mercato offre tantissimi prodotti per preservare il nostro telaio dai segni del tempo, alcuni anche molto costosi, non sempre però efficaci. In questo articolo vi illustreremo invece una soluzione fai da te che garantisce ottimi risultati, sia per quanto riguarda l’estetica, sia la funzionalità.
Non solo una questione estetica
Una banale caduta su un sentiero roccioso o un semplice sasso sollevato dalla ruota anteriore possono essere causa di righe e graffi.
Sebbene nella maggior parte dei casi si tratti solo di un problema estetico, talvolta l’impatto di corpi estranei sul telaio può causare bozze o crepe (certe volte invisibili all’occhio, ma che poi degenerano in rotture improvvise, problema comune nei telai in carbonio).
Non serve chissà cosa: una pietra sollevata dall’anteriore può bozzare facilmente un telaio in alluminio da migliaia di euro, specialmente in questi anni in cui va tanto di moda l’idroformatura e quindi si utilizzano leghe di alluminio particolarmente duttile. Una bozza, specialmente molto profonda può essere un indebolimento strutturale del telaio, per non parlare poi se il telaio dovesse bucarsi…
L’utilizzo di protezioni nelle zone sensibili del telaio non serve quindi solo a preservare l’estetica della nostra bicicletta. Pellicole spesse e gommate, come quella che utilizzeremo in questo articolo, servono anche ad assorbire parte dell’urto ed a distribuire la sollecitazione su una superficie maggiore, riducendo il rischio che il telaio si bozzi o si crepi, nel caso del carbonio.
Non dimentichiamoci poi che un telaio ben tenuto risulta molto più facile da vendere nel mercato dell’usato e mantiene nel tempo un valore più alto. Insomma i motivi per proteggere adeguatamente il nostro telaio sono tanti…
Cosa utilizzare
Nonostante il mercato offra molti prodotti ad hoc, spesso la qualità lascia molto a desiderare, così come la versatilità. Spesso ad esempio i nastri di protezione, anche quelli più efficaci ed in voga, vengono forniti in strisce o rotoli che poco si adattano a proteggere zone del telaio diverse dal piantone obliquo. Eppure, ad esempio, anche i foderi se non protetti, con lo sfregamento delle scarpe si sverniciano.
Che fare quindi? Spendere decine di euro per comprare rotoli, di cui più della metà finirà nella spazzatura come scarto?
Per molti non sarà una novità, visto che sono diversi anni che circola nel mercato, ma la 3M produce una pellicola che è perfetta per proteggere il telaio. Nata per le moto da cross-enduro o le automobili, si tratta di una pellicola trasparente autoadesiva, termoformabile, decisamente spessa e gommata, in grado quindi di assorbire bene gli urti e preservare discretamente il telaio dallo bozze.
Veramente spessa e gommosa, la pellicola 3M è uno dei prodotti migliori da utilizzare come protettivo per il telaio.
Questa pellicola, venduta generalmente in fogli 33x48cm, è reperibile in negozi di moto, di car tuning, carrozzieri o negozi di autoricambi, prodotta anche da altre marche o rimarchiata con nomi differenti. Anche alcuni ciclisti la tengono.
Chiaramente esistono protezioni più efficaci, come ad esempio i gusci in carbonio o la cara vecchia camera d’aria arrotolata, ma questa pellicola ha il vantaggio di essere estremamente discreta, quasi invisibile una volta applicata, preservando quindi al meglio l’estetica della nostra bicicletta.
Inoltre questa pellicola è facilmente staccabile e può essere applicata anche sopra gli adesivi senza che questi vengano via al momento del distacco.
Applicare la pellicola
L’applicazione della pellicola è un lavoro certosino, ma con un po’ di pazienzi si ottengono degli ottimi risultati. La durata della pellicola è di circa un anno, ma molto dipende dalla frequenza con cui si lava la bici, dal tipo di terreno su cui si gira e dal tipo di vernice e di superficie su cui si applica. Se applicata bene la pellicola può durare anche molto di più.
Vedremo in questo workshop l’applicazione della pellicola sul fodero alto del carro di una Tracer 2, un punto abbastanza complicato, sia per la forma del fodero (rastremato verso il basso) che per la presenza dei passacavo. Si tratta di una parte del telaio che su qualsiasi bicicletta, ma specialmente su quelle con carro molto massiccio come la tracer, va protetta adeguatamente per evitare che lo sfregamento delle scarpe ne provochi lo sverniciamento.
Vediamo cosa ci serve:
– Un foglio di pellicola autoadesiva 3M traspartente, gommata e termoformabile
– Taglierino
– Asciugacapelli o eventualmente phon per carrozzieri regolato a bassa temperatura
– Forbici grosse e forbicine piccole appuntite
– Uno straccio di cotone ed eventualmente alcool isopropilico
– Eventuali guanti di lana o di cotone, oppure uno straccio per tirare la pellicola. Con il calore ci potremmo scottare le dita.
1) Pulizia: prima di tutto occorre pulire accuratamente la parte su cui applicheremo la protezione. Consiglio di pulire tutta la bici accuratamente e di lavorare in un ambiente pulito, per evitare che si incolli la polvere. Per ottenere un ottimo risultato, consiglio di sgrassare la parte con alcool isopropilico prima di applicare la pellicola. Il risultato in termini estetici sarà perfetto, la pellicola sembrerà una vernice se ben applicata. L’utilizzo di alcool denaturato è invece sconsigliabile: il residuo (colorante) lasciato da questo tipo di alcool tende ad opacizzare la colla, con un risultato estetico (e di tenuta) non ottimale.
2) Sagomatura di base: senza rimuovere la pellicola protettiva della colla, cominciamo con il ritagliare a grandi linee la forma che la nostra protezione deve avere. Nel nostro caso la pellicola dovrà avere la forma di una specie di parallelogramma, con i due lati estremi opportunamente inclinati in modo da accostarsi alle saldature.
3) Scaldiamo la pellicola: una volta ottenuta a grandi linee la forma che desideriamo ottenere, con il phon scaldiamo la pellicola ed il telaio. Non serve arrivare a temperature troppo elevate: ci basterà far raggiungere alla pellicola una temperatura di ca 50°.
4) Applicazione primaria: rimuoviamo lo strato protettivo della colla ed applichiamo quindi la pellicola sul telaio senza farla aderire completamente. Dobbiamo solo posizionarla in modo da avere i riferimenti precisi per ritagliare i particolari, nel nostro caso gli intagli per i passacavi. Per fare questo la facciamo aderire solo nella parte superiore.
5) Ritaglio particolari: se necessario, come nel nostro caso, seguiamo dei ritagli per far spazio ai passacavi o ad eventuali altri particolari su cui la pellicola non si incollerebbe, creando delle zone rialzate in cui si va ad infilare lo sporco.
Oltre ad utilizzare le forbici, una buona tecnica consiste nell’incidere la pellicola con un taglierino, anche se questa si è già incollata. Si incide semplicemente la pellicola, avendo cura di non arrivare a graffiare la vernice. Poi si tira il pezzo da staccare e la pellicola si strapperà lungo l’incisione, con un bordo netto e preciso ed un risultato esteticamente ottimo.
6) Applicazione finale e termoformatura: a questo punto siamo pronti per l’applicazione finale. Scaldiamo in maniera adeguata con l’asciugacapelli, in modo che la pellicola ed il telaio siano belli caldi. Ci vogliono alcuni minuti ed il phon alla temperatura massima. Ad un certo punto vedremo che la pellicola diventa duttile, che tende a piegarsi. Con uno straccio (altrimenti ci si scotta le dita) procediamo quindi con il plasmare la pellicola, partendo sempre da dove l’abbiamo incollata e procedendo verso l’esterno, in modo da far uscire ogni bolla d’aria.
In zone fortemente concave, come nel caso della zona attorno al movimento centrale, è necessario tenere in pressione la pellicola per un po’ di tempo, in modo che la colla faccia presa ed eviti il distacco della pellicola.
Su superfici invece molto estese, come nel caso del piantone obliquo, è preferibile incollare dapprima la parte centrale della pellicola e poi procedere facendo aderire il resto con movimenti centrali dall’interno verso l’esterno, sempre per evitare che si formino bolle d’aria.
7) Rimozione bolle d’aria: se non abbiamo prestato tanta attenzione è possibile che rimangano intrappolante delle bolle d’aria. Finchè la colla è ancora calda dobbiamo cercare di far uscire quasi tutte le bolle d’aria facendole scorrere con le dita fino al bordo.
La colla è formulata in modo da eliminare eventuali piccole bolle d’aria, mentre per le più grosse è necessario forare la pellicola con un spillo, far uscire l’aria e riscaldare in modo da far riagglomerare il polimero. Il buco rimarrà invisibile.
Non dimentichiamoci poi di prestare particolarmente ai bordi, specialmente se vanno ad applicarsi su superfici curve. Il bordo dev’essere perfettamente aderente. Per farlo incollare al meglio diamo un ulteriore passata di phon sui bordi, schiacciando la pellicola con le dita per assicurarci che sia perfettamente aderente. Se i bordi o altre parti dovessero tendere a sollevarsi, si può ricorrere ad un piccolo trucco. A pellicola ancora calda si applica del nastro isolante bello tirato, oppure una camera d’aria che tenga la pellicola aderente. Si lascia raffreddare in modo che la colla faccia presa e la pellicola non si solleverà più.
Per avere i migliori risultati, ci sono alcuni accorgimenti che è meglio seguire:
– La pellicola non va mai applicata su saldature o parti sporgenti come i passacavi. Se non ci fossero alternative, è importante che la saldatura si trovi al centro della pellicola, mai ai bordi. Scaldando in maniera adeguata la pellicola si può ottenere una buona ermeticità, ma state sicuri che con il tempo della polvere si infilerà sotto la pellicola, creando una zona di sporco. Si tratta comunque solo di un fattore estetico.
– La pellicola va opportunamente sagomata in modo che i bordi non si trovino su zone a forte curvatura, in quanto con il tempo tenderebbero a staccarsi.
– Allo stesso modo in zone fortemente soggette allo sfregamento, i bordi vanno posizionati in maniera che siano riparati. E’ altrimenti facile che possano sollevarsi. Nel caso del fodero superiore del carro abbiamo messo i bordi all’interno del fodero stesso, anche per una questione estetica.
– Sulla pellicola vanno riportati eventuali buchi di scolo, presenti sul telaio, necessari al drenaggio dell’acqua. Si può utilizzare un taglierino a tale scopo, oppure un chiodo o una vite arroventati di opportuno diametro, avendo poi cura di rimuovere con il taglierino eventuali residui di pellicola fusa.
– La pellicola non dura all’infinito. Specialmente se prima di averla comprata è già rimasta per un po’ in qualche magazzino, è possibile che dopo un annetto che non la usiamo, la colla tenda a deteriorarsi. Il risultato è che la pellicola non si incolla più come da nuova. Inutile quindi prenderne quantitativi industriali. Un foglio va bene per 2-3 bici, a seconda anche di quante parti si vogliono proteggere ed è quindi più che sufficiente.
Il risultato che si ottiene è questo:
A parte un piccolo errore di inclinazione del bordo destro, la pellicola è praticamente invisibile ad occhio. Solo avvicinandosi la si nota. Il fodero rimane quindi molto ben protetto, senza che l’estetica della bici ne risenta in alcun modo.
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