Come si evolve il trail building in Europa

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Ultimamente si fa un gran parlare di “trail building”, cioé della costruzione e manutenzione di sentieri appositi per mountain bike. Dirtt.eu ha fatto una ricerca per vedere come tutto ciò si sta evolvendo in Europa.

Condotta dal dottor Tom Campbell dell’Università Napier di Edimburgo nell’ambito del progetto europeo di trail building “DIRTT”, questa indagine fornisce una serie di preziose indicazioni sulla struttura, le competenze e le tendenze emergenti del settore. I risultati saranno inclusi come componente chiave degli sforzi del progetto DIRTT per stabilire un sistema di certificazione transeuropeo dei costruttori di sentieri entro il 2026. I risultati dello studio possono essere raggruppati in 5 punti principali:


1. Composizione del settore: Piccolo ma esperto


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Il settore della costruzione di sentieri è composto prevalentemente da organizzazioni piccole ed esperte. Quasi la metà degli intervistati ha più di dieci anni di esperienza e la maggior parte lavora in team di tre o meno dipendenti. È interessante notare che le dimensioni dell’organizzazione tendono a crescere con un coinvolgimento più lungo nel settore, indicando una costante maturazione dell’industria.

2. Molteplicità di ruoli

I costruttori di sentieri indossano molti cappelli. La maggior parte dei professionisti del settore è coinvolta in molteplici aspetti della pianificazione, costruzione, manutenzione e gestione dei sentieri. Ciò riflette le piccole dimensioni delle organizzazioni, dove la versatilità e l’adattabilità sono fondamentali per il loro funzionamento.

3. Priorità alle competenze

C’è un forte sostegno per un’ampia gamma di competenze nelle diverse fasi della costruzione di un sentiero. Mentre le competenze durante la fase di costruzione, come la gestione dell’acqua, sono state ritenute essenziali a tutti i livelli di responsabilità, sono emerse differenze significative durante altri aspetti del lavoro, ad esempio nelle fasi di preparazione e pianificazione. In queste prime fasi, competenze come i permessi e la stima dei costi sono state ritenute più prioritarie da chi ricopre ruoli di livello superiore, mentre i ruoli con minore autonomia si sono concentrati maggiormente su aspetti tecnici come i piani e le specifiche dei percorsi. Ciò evidenzia le diverse esigenze in base al livello di responsabilità all’interno di un’organizzazione.

4. Pratiche sostenibili e inclusive: un lavoro in corso

Mentre esiste un ragionevole livello di conoscenza della progettazione di sentieri sostenibili, l’applicazione di principi inclusivi rimane meno diffusa. Solo il 10% degli intervistati ha dichiarato di considerare sempre l’inclusività nello sviluppo dei sentieri, evidenziando un’area di crescita significativa. La formazione in questo settore, in particolare per quanto riguarda la comprensione delle linee guida dei sentieri adattivi, è molto richiesta.

5. Preferenze per la certificazione

Il settore mostra un forte sostegno per la certificazione a tempo, con una preferenza per la ricertificazione ogni 3-5 anni. Ciò riflette l’impegno a mantenere le competenze aggiornate. C’è anche una chiara preferenza per un modello di certificazione che coinvolga i valutatori nazionali, e quasi la metà è favorevole a un coordinamento europeo.

Qui trovate i risultati completi della ricerca.

Conoscete un’associazione dedita alla costruzione e alla manutenzione dei sentieri? O fate parte di una?

Commenti

  1. Il_Tasso:

    Il proprietario è responsabile proprio perché proprietario, come quando mia moglie tampona con la mia macchina ed anch'io sono obbligato in solido con lei al risarcimento.
    Ma così come nella circolazione stradale il proprietario si libera dalla responsabilità dimostrando che la circolazione è avvenuta contro la sua volontà, nel caso del sentiero il proprietario del terreno si libera dimostrando che Tizio ci è andato a costruire a sua insaputa.
    Si questo è chiaro, fin quando si tratta di fare una multa a uno che ha costruito una passerella, quando invece qualcuno ci lascia le penne o succede un incidente grave non è così scontato grazie alla giustizia assurda che abbiamo in questo paese.
    E comunque come qualcuno ha già detto sopra, per arrivare a dimostrare hai già tutta una serie di beghe che se ti va bene perdi solo tempo, altrimenti anche soldi.

    :prost:
  2. Bella la ricerca... ed il topic trailbuilding credo dovrebbe essere preso piú in considerazione da tutti noi. Se non altro in termini di capire cosa c'é dietro, cosa significhi farlo e farlo bene (e questo articolo lo fa). Non considero minimanente i quattro ragazzini che armati di piccone e badile fanno un paio di sponde e qualche kick selvaggio, di sistemazione piú o meno casuale con taglio di rami qua e la o di passaggio con soffiatore: ci sono passato anche io ma per me questo non é TrailBuilding... é lavorare a---zzo di canide... Per me tb (in regime volontario o meno) é quando lo si fa partendo da un progetto e poi lo realizza con competenza seguendo lo stato dell'arte non solo per fare una jumpline assassina ma inserendolo in un contesto studiato e ragionato e che tra l'altro considera variabili come cambiamenti climatici, frequentazione, ecc ecc. Fare trailbuilding é complicato, per questo ringrazio chi lo fa.
    Rispettoai tempi delboiler trail (chi se lo ricorda?!?!) c'é stata una grande evoluzione ma il salto nell'iperspazio manca anche solo perché in molti non ci poniamo la questione che fare/mantenere i trail é un affare complicato e costoso a basso tenore di improvvisazione
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