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Quando saliamo in sella ad una nuova bici, che sia un test o che sia il nostro nuovo acquisto, ci troviamo sempre spiazzati: come dobbiamo regolare la bici? In particolare, come possiamo regolare le sospensioni perchè funzionino bene sin da subito?
Regolare le sospensioni non è affatto semplice. Serve tempo e bisogna fare numerose prove prima di ottenere il setup ideale ed anche una volta trovato non è detto che qualche piccolo aggiustamento non sia necessario nel tempo. Se la prova sul campo è l’unico vero riscontro della qualità del nostro setup delle sospensioni, da qualche parte si deve pur partire.
Un buon punto di partenza
Come detto, per tarare bene le sospensioni bisogna fare diverse prove e trovare la soluzione che meglio si addice alle proprie necessità, alla propria bici, al proprio stile di guida, ai sentieri su cui si gira. Se questo è vero, dall’altro canto bisogna comunque trovare una configurazione base da cui partire per poi affinare il setup e raggiungere la configurazione ideale per le proprie sospensioni.
Quest’oggi vedremo proprio come ottenere questo punto di partenza, ovvero come ottenere un setup base da cui partire per fare i dovuti aggiustamenti. Quello che dobbiamo capire è che le regolazioni che andremo a trovare non è detto che siano la configurazione definitiva, sono solo un primo setup che poi andrà affinato con la prova sul campo.
Che cosa ci serve?
L’unico strumento necessario è una pompa per sospensioni.
La pompa delle sospensioni non deve mai mancare nel garage di ogni biker. Certe volte ve la danno già insieme alla bici, alla forcella o all’ammortizzatore, ma non sempre. Se non ce l’avete dovete assolutamente comprarla, perchè è indispensabile per andare a tarare correttamente forcella ed ammortizzatore o anche solo per verificare periodicamente che la pressione sia corretta.
Posso usare qualcos’altro? La risposta è no, non si può usare il compressore e la pompa classica per le gomme non è sufficiente. Serve la pompa specifica.
La forcella
La forcella è presente su qualsiasi mtb ed è il componente da cui consiglio di partire per il setup base della nostra bici.
Le forcelle moderne possono avere molte regolazioni, quindi prima di metterci al lavoro bisogna impostare correttamente tutti i registri:
- Se abbassabile, la forcella deve essere posizionata nella modalità con la massima escursione
- Se c’è un registro di blocco, anche solo parziale (con le 3 posizioni ad esempio), dobbiamo aprire tale registro. La forcella deve essere sbloccata o in modalità “discesa”.
La pressione dell’aria
La pressione dell’aria detemina la “durezza” della nostra forcella e va regolata in base al peso del rider, nonchè al suo stile di guida.
Per il primo setup della forcella sconsiglio di utilizzare il metodo del sag (che vedremo più avanti per l’ammortizzatore posteriore). Il motivo è semplice: su di una forclella nuova, la lettura del sag è molto difficile.
Innanzitutto il fatto che la forcella non abbia ancora girato la rende più ruvida e meno scorrevole nell’affondamento. Questo fa si che si legga un’affondamento troppo basso e si debba ricorrere a pressioni poi troppo basse per un buon funzionamento. In secondo luogo la lettura del sag sulla forcella è fortemente determinata dalla posizione in sella: se avanzo o arretro posso ottenere letture completamente differenti.
Ecco che quindi la soluzione migliore è far riferimento alle tabelle fornite dai produttori. Oltre ad un discorso di facilità e praticità, queste tabelle forniscono, soprattutto per quanto riguarda le forcelle di ultima generazione, dei valori veramente molto, molto vicini a quella che è una pressione ottimale. Se una volta l’affidabilità di queste tabelle era piuttosto relativa, personalmente sulle forcelle di ultima generazione non mi sono mai discostato più di 10 psi dal valore consigliato (Fox, Rock Shox e DVO), a dimostrazione del fatto che si tratta di valori molto vicini all’optimum.
Con il metodo del sag difficilmente ci si avvicina così tanto alla pressione ottimale, proprio per i problemi di cui parlavamo qui sopra.
Ritorno
Il ritorno interviene sulla velocità di riestensione o ritorno della forcella dopo una compressione.
Questo parametro va regolato in base alla pressione di utilizzo. Più è alta la pressione, maggiore deve essere la frenatura idraulica per impedire alla forcella di riestendersi troppo velocemente.
La regola di taratura è la seguente: il ritorno deve essere quanto più veloce possibile da non far scalciare la nostra sospensione. Insomma, la forcella deve riestendersi velocemente in modo che assorbito un ostacolo sia subito pronta per il successivo, ma non deve riestendersi troppo velocemente da scalciare.
La prima taratura del ritorno è molto difficile: a causa della ruvidità dell’affondamento di una forcella nuova, il ritorno sembra più frenato di quello che effettivamente è. La colpa? Dell’elevato attrito delle parti interne non ancora rodate. Per questo motivo consiglio di tarare il ritorno un filino più lento di quanto si vorrebbe, in modo che con il rodaggio (e basta già una discesa per avere netti miglioramenti) si raggiunga la regolazione desiderata.
Per una prima regolazione consiglio di procedere nel seguente modo:
- Si regola la pressione della parte aria
- Si punta la ruota anteriore contro un muro
- Si spinge con le braccia la forcella con forza verso il basso
- Si sollevano le mani velocemente e si vede come si riestende la forcella
La velocità di riestensione deve essere tale per cui la forcella non rimbalza via. Ci vuole un minimo di occhio, ma ci si rende subito conto se il ritorno è troppo lento o veloce.
Compressione
La tartura della compressione richiede tempo e numerose prove. Come primo setup consiglio di partire da una configurazione di questo tipo:
- Compressione low speed: una frenatura media, diciamo a circa metà del range di regolazione
- Compressione high speed: una frenatura bassa, diciamo a circa 1/4 del range di regolazione partendo dal tutto aperto
Questo è naturalmente un setup base, che ci permette di concentrarci sugli altri parametri della forcella per poi andarlo ad affinare con delle prove sul campo.
L’ammortizzatore
Se la nostra bicicletta è una biammortizzata, dopo aver tarato la forcella dobbiamo occuparci dell’ammortizzatore. A differenza della forcella, il comportamento dell’ammortizzatore dipende dal telaio su cui è montato, per cui a meno di non avere la stessa bici, non è possibile scambiare i settaggi con amici o con gli utenti del forum.
Come detto, il setup va fatto su ogni bici ricordandosi che tutte le regolazioni vanno fatta ad ammortizzatore completamente aperto o sbloccato.
La pressione dell’aria
Se sulla forcella esistono delle tabelle, per l’ammortizzatore bisogna per forza usare la regola del sag perchè la pressione necessaria per ottenere un certo affondamento dipende dal cinematismo del telaio. In realtà alcuni produttori forniscono delle tabelle per i propri telai, ma queste tabelle valgono esclusivamente su uno specifico telaio con uno specifico ammortizzatore e possono variare anche da anno ad anno. Se le trovate online potete usarle a patto di essere sicuri che si riferiscano alla vostra bici.
Partiamo con una definizione: il sag è l’affondamento della sospensione con il peso del rider sulla bici nella condizione di utilizzo tipo.
Quando ci sediamo sopra una bicicletta correttamente regolata per il nostro peso, le sospensioni devono affondare di una certa quantità che, calcolata in percentuale sulla corsa della sospensione, determina il sag. Un esempio pratico: una forcella da 140mm di escursione che quando saliamo in sella affonda di 35mm ha un sag del 25% (140 x 0,25 = 35mm).
La percentuale di sag ideale dipende dalla destinazione d’uso della bicicletta, seguendo questa scaletta:
- XC-marathon: 15-20%
- all mountain-enduro: 25-35%
- Downhill e freeride: 30-35%
A seconda di come si posiziona il rider sulla bici il sag può variare. Per questo motivo, il sag andrebbe regolato in una posizione di guida tipo, ovvero:
- XC-marathon: rider seduto, reggisella alto e braccia leggermente flesse
- all mountain-enduro, downhill e freeride: rider in piedi, sella bassa, busto e gambe flesse, assumendo una posizione di guida aggressiva.
Il sag va sempre regolato con sospensioni aperte e sbloccate, ovvero con piattaforma stabile.
La regolazione del sag è molto semplice:
- diamo alcune pompate per “smuovere” la sospensione e far girare l’olio di lubrificazione
- saliamo sulla bici assumendo la posizione di guida tipo per la nostra bicicletta (in piedi o seduti a sella alta).
- chiediamo ad un amico di tirare su l’oring di indicazione del sag (se abbiamo una sospensione Rock Shox leggiamo subito la percentuale di sag dalle tacche sullo stelo)
- scendiamo con estrema delicatezza in modo da non far affondare l’ammortizzatore più del dovuto
- con un calibro misuriamo la distanza tra oring e raschiapolvere e con un semplice rapporto rispetto alla corsa totale dell’ammortizzatore (che non è l’escursione alla ruota!) otteniamo la percentuale di sag
Se il sag rientra nel valore ideale per la nostra bici allora la pressione è piuttosto corretta, altrimenti gonfiamo e sgonfiamo all’occorrenza e ripetiamo la misurazione.
Ritorno
Il ritorno sull’ammortizzatore posteriore va regolato con la stessa regola della forcella: deve essere quanto più veloce possibile da non scalciare.
Per misurare la velocità del ritorno dell’ammortizzatore si può usare il metodo dello scalino:
si scende, stando seduti a mo di sacco di patate, con la bicicletta uno scalino e si misura il numero di oscillazioni della sospensione posteriore prima di riassestarsi sul valore di sag.
- Se il numero di oscillazioni è minore di 1, il ritorno è troppo lento
- Se la bici compie da 1 a 2 oscillazioni (la seconda molto smorzata) il ritorno è regolato correttamente
- Se il numero di oscillazioni è maggiore di 2, il ritorno è troppo veloce
Quello che è molto importante è stare rigidi sulla bicicletta e non assorbire o smorzare le oscillazioni con le braccia e le gambe. Ricordiamoci sempre che un’ammortizzatore nuovo è tendenzialmente più legnoso di uno già rodato, quindi nel dubbio è meglio tenere il ritorno leggermente più frenato del dovuto.
A questo punto abbiamo finito. La regolazione che abbiamo ottenuto non è detto che sia il nostro optimum, ma è sicuramente un buon punto di partenza per iniziare ad usare la bici. Al primo giro consiglio di mettere nello zaino la pompetta delle sospensioni in modo da poter fare eventuali aggiustamenti direttamente sul campo. Capita spesso che ad esempio alla prima salita ci si renda conto che l’ammortizzatore è troppo scarico e la bici si siede troppo.
Per ottenere il setup ottimale il consiglio è provare, provare e riprovare. Provate diverse configurazioni, smanettate con i registri. Sempre una regolazione alla volta, prendendo nota su un foglio o sul telefono di cosa avete fatto in modo da poter tornare indietro se non vi trovate.
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