Ogni tanto mi sento chiedere: “A cosa devo stare attento quando metto via la bici durante la stagione invernale?”. Fermo restando che nelle prossime settimane affronteremo anche questo argomento, il primo pensiero va al fatto che, alle nostre latitudini, non c’è bisogno di rinunciare alla bici, visto che le temperature e le condizioni del terreno difficilmente diventano veramente proibitive. Se lo fanno, basta aspettare qualche giorno per poter tornare a pedalare.
La vera differenza la fa l’abbigliamento, ormai sempre più tecnico e performante. Ecco cosa acquistare e come vestirsi d’inverno.
La bicicletta è uno sport aerobico. Durante la pedalata e durante la discesa il nostro corpo produce calore ed umidità (sudore), indipendentemente dalla temperatura e dalle condizioni esterne. Bisogna quindi considerare che durante l’attività (specialmente in salita) sarà necessario vestirsi di meno, portando con se dei capi di scorta da mettere quando ci si ferma o quando si affrontano momenti di attività meno intensa (es. trasferimenti in piano o la discesa).
Per questo motivo in bici vige la regola del vestirsi a cipolla, ovvero mettendo diversi strati gli uni sugli altri che possiamo mettere o togliere all’occorrenza.
Parte superiore del corpo
Iniziamo dalla parte superiore del corpo, la più soggetta a sentire le differenze di temperatura, soprattutto il freddo. Nella bicicletta infatti la parte che lavora di più sono le gambe e soprattutto in salita la parte superiore del corpo rimane quasi inattivapur essendo soggetta a sudorazione. Nonostante il freddo le gambe non avranno problemi a sopportare anche le più basse temperature con nessuna o poca copertura, mentre la parte superiore del corpo andrà adeguatamente protetta.
Strato 1: l’intimo
Il primo strato è il più importante. L’abbigliamento intimo è infatti quello che va a contatto con la pelle, il suo compito è:
- Assorbire l’umidità ed espellerla verso l’esterno, in modo che la pelle rimanga asciutta e l’evaporazione (che sottrae calore) avvenga all’esterno del tessuto.
- Trattenere il calore corporeo, ma allo stesso tempo espellere quello in eccesso, ovvero svolgere una funzione termoregolatrice.
Sembrano due funzioni banali, ma non è così.
Per il primo punto, molto importante è il tessuto: tessuti tecnici di qualità svolgono questa funzione in maniera ottimale e possono fare la differenza con un tessuto economico che si inzuppa e basta, tenendoci freddo.
Per soddisfare il secondo punto invece bisogna scegliere un capo adatto alle condizioni ambientali ed alle nostre esigenze. Esistono diverse tipologie di intimo invernale (la foto qui sopra ne è un esempio, con tre differenti underwear della stessa marca) e sta a noi scegliere il capo più adatto alla giornata: se andiamo a girare al mare in una giornata serena avremo bisogno di un intimo molto più leggero piuttosto che andare in montagna in una giornata di nebbia.
Esistono inoltre capi che hanno inserita una membrana anti vento, solitamente nella zona frontale. La protezione antivento è utile, ma in mtb è preferibile utilizzare una membrana in uno strato di abbigliamento successivo, più esterno, da mettere e togliere all’occorrenza. Questi capi vanno molto bene per la bici da corsa o per il cross country su percorsi pianeggianti o collinari, ma la limitata capacità di traspirazione tipica di qualsiasi membrana antivento, fa sì che si accumuli sudore ed umidità al di sotto di essa, tenendoci freddo.
Strato 2: la maglietta
La maglietta è in realtà uno strato “di transizione”, nel senso che ci permette di avere una protezione per l’intimo, ma di fatto svolge una blanda funzione isolante. E’ utile perchè ci permette di girare “leggeri” nelle giornate primaverili o autunnali, quando magari si parte vestiti pesanti e poi ci si spoglia perchè la temperatura sale.
Si può usare una qualsiasi maglietta estiva a manica lunga, con il taglio che preferiamo. La maglietta a maniche lunghe da freeride è perfettamente adatta a questo scopo, così come una maglietta più aderente. L’importante è che sia una maglia estiva, leggera e traspirante.
Strato 3: la giacca termica
Come dice il nome, la giacca termica svolge la funzione di trattenere il calore corporeo, limitandone la dispersione. E’ uno strato che va usato nelle giornate fredde.
Solitamente si tratta di una maglia in tessuto microfelpato, spesso in modo che contenga dell’aria al suo interno, il miglior isolante. Il tessuto “termico” può essere abbinato ad un’eventuale membrana antivento, membrana che evita il passaggio dell’aria riducendo l’effetto “wind chill” ovvero la perdita di calore dovuta appunto all’aria che attraversa il tessuto.
Esistono insomma due tipologie di giacche:
- Quella senza membrana antivento o comunque con la membrana solo in alcune zone (es maniche, torace, petto, ecc) sono ottime per la salita, in giornate fredde ma non ventose. L’assenza di membrana permette al sudore ed all’umidità di essere espulsi, evitando il surriscaldamento e mantenendoci asciutti, soprattutto in salita. In giornate ventose vanno usate con sopra un ulteriore strato di membrana protettiva.
- Quelle dotate di membrana antivento sono invece dei gusci. Sono indicate per giornate fredde e ventose e possono essere usate senza ulteriori strati.
Queste giacche in genere non offrono una protezione contro la pioggia, non sono insomma impermeabili.
Strato 4: il guscio
Lo strato più esterno è quello di protezione dagli agenti esterni: il guscio. Questa giacca è in genere anti-vento ed impermeabile e serve appunto a proteggerci da questi due elementi.
I gusci non sono dotati di strato termico, quindi non offrono isolamento termico, ma servono ad isolarci da vento ed acqua. Sono di fatto una membrana che va messa sopra agli altri strati per mantenerci asciutti ed evitare al vento di penetrare.
Solitamente si tratta di un capo che si porta in caso di emergenza in tutte le stagioni (anche d’estate, se ci sorprende un temporale), mentre in inverno può essere utile come antivento da mettere su capi senza membrana, più traspiranti. E’ un valido alleato quando si arriva in cima e tira vento, per mangiare e mettersi le protezioni senza battere i denti.
Molto importante nella scelta di questo capo sono alcune caratteristiche:
- Tessuto: la giacca deve essere impermeabile, ovvero resistere alla pioggia. Ci sono giacche che NON sono impermeabili, ovvero che si bagnano quando piove tanto. Informatevi bene sulle caratteristiche del tessuto!
- Traspirabilità: un sacchetto di nylon, il K-Way di quando eravamo ragazzini o la cerata dell’ACI sono perfettamente impermeabili, ma non traspirano niente e non sono quindi adatti all’uso in bici. Un capo tecnico oltre ad essere impermeabile e resistente alla pioggia è anche traspirante. La traspirabilità è fondamentale in bici, perchè se il sudore non viene espulso ci si bagna e si percepisce freddo.
- Prese d’aria: molto utili su questo tipo di capo, la presenza di prese d’aria apribili all’occorrenza è un valore aggiunto non da poco. Anche il tessuto più tecnico se impermeabile ha una traspirabilità limitata. La possibilità di far uscire l’aria umida tramite prese d’aria ed cerniere apribili all’occorrenza è veramente utile.
- Cappuccio: quando piove avere la testa coperta è importante. Cerchiamo il guscio con un bel cappuccio, lo apprezzeremo quando saremo sotto il diluvio. Ci sono alcuni gusci specifici da bici con un cappuccio sufficientemente grande da poter essere messo sopra il casco.
Parte inferiore del corpo
In bici le gambe sentono molto poco il freddo. Sono in continuo movimento e, se il busto è adeguatamente protetto, non avremo problemi a pedalare in pantaloncini corti anche a temperature piuttosto basse.
A seconda del nostro stile di riding e dei nostri gusti personali, potremo scegliere diverse tipologie di pantaloni.
Pantalone aderente
Il pantalone aderente è molto pratico perchè trattiene al meglio il calore ed ingombra molto poco. Tuttavia è poco protettivo e poco adatto all’uso delle protezioni (come in foto): le ginocchiere infatti sulla Lycra scivolano facilmente, quindi si possono spostare in caso di caduta o scivolare sulla gamba durante le discese.
I pantaloni aderenti esistono in diversi tessuti e lunghezze: 3/4 o lunghi, più pesanti o leggeri. Sta a noi sceglierli più adatti alle nostre esigenze ed alle temperature.
Esistono in commercio pantaloni dotati di memebrana antivento, ma si tratta di capi più indicati per un utilizzo su bici da corsa. Non sono adatti alla MTB, troppo caldi e poco traspiranti, a meno di XC in pianura e temperature sotto zero.
Una configurazione intermedia: pantalone baggy con sotto un pantalone aderente
La salopette aderente offre pochissima protezione in caso di caduta, ma per ovviare a questo problema la soluzione è semplice: basta indossare un paio di pantaloncini baggy estivi sopra al pantalone aderente. Con questa soluzione si unisce la protezione del pantalone largo alla praticità del pantalone aderente.
Personalmente trovo che la configurazione pantalone aderente 3/4 con sopra il pantalone baggy sia ottima per le giornate mediamente fredde in ottica AM. Il pantalone 3/4 tiene caldo quanto basta e può essere abbinato ad una calza lunga fino al ginocchio per proteggere eventualmente la parte inferiore della gamba dal freddo più intenso. Il pantalone a 3/4 permette l’uso delle protezioni senza troppi problemi, perchè la parte inferiore della ginocchiera tiene comunque sulla pelle.
La praticità di questa soluzione è che è possibile usare diversi tipi di pantaloni aderenti (che diventano insomma un sottopantalone con fondello) per adattare al meglio l’abbigliamento alle condizioni climatiche.
Pantalone lungo largo
Il pantalone lungo largo è invece la soluzione più protettiva ed affidabile per gli usi gravity ed ebike.
Questi pantaloni sono pensati per poter essere messi sopra le protezioni e sono molto caldi, perfetti per le giornate più fredde o per quando c’è neve o fango sui sentieri. Il tessuto è in genere robusto e protettivo, con trattamento idrofobico. Il vantaggio è che oltre ad offrire un’ottima protezione contro rovi e cadute (senza strapparsi e sgualcirsi come i pantaloni aderenti), ci riparano anche dal fango mantenendo le gambe asciutte e pulite. Alcuni presentano delle patch impermeabili, ad esempio sul sedere, per evitare di farci bagnare.
Di contro sono un capo molto caldo, adatto alle giornate più rigide ma decisamente poco confortevoli sopra i 5-10°C.
Accessori
Ultimi ma non meno importanti sono gli accessori.
Guanti
In bici si patisce moltissimo il freddo alle mani ed in discesa è importante mantenere una buona sensibilità per poter gestire i freni, il cambio e stringere le manopole, sent. Un buon guanto è insomma molto importante.
In genere i guanti invernali sono grossi ed ingombranti, spesso con il palmo imbottito e sono poco performanti in discesa. Personalmente ho trovato ottimi i 100% Brisker, perché tengono caldo ma lasciano un ottimo feeling a manubrio.
Calze e scarpe
Scarpe e calze sono molto importanti per evitare il freddo ai piedi. Per i giorni più freddi l’ideale è avere delle scarpe invernali, impermeabili e calde.
In alternativa delle buone calze possono essere la soluzione per continuare ad usare le scarpe estive senza patire troppo il freddo. Un buon paio di calze in lana Merino sono un accessorio da tenere sempre a portata di mano durante l’inverno!
I copriscarpe in MTB sono invece poco pratici: se si cammina si rompono o si scalzano. Sono più adatti alla bici da strada.
Multitube, berretti e bandane
Utilissimi accessori, scaldacollo, berretti e bandane sono fondamentali in inverno. I Buff sono i più polovalenti e possono essere usati in moltissime configurazioni. Attenzione solo a cosa mettiamo sotto il casco: è sempre meglio indossare il casco “a pelle” perchè eventuali sottocasco o bandane, se troppo spessi o scivolosi, possono precludere l’efficacia della protezione.
Ultimo consiglio: non fatevi spaventare dal prezzo. Purtroppo, soprattutto sull’abbigliamento invernale, la qualità si paga ed i buoni capi non sono quasi mai a buon mercato. La differenza tra un prodotto di qualità ed uno più economico tuttavia si sente, perchè tessuti più tecnici e ricercati assicurano prestazioni migliori.
Il consiglio insomma è di prendere meno capi, ma di buona qualità. Lasciate stare prodotti troppo economici che non svolgono bene il proprio lavoro o abbigliamento pensato per altre discipline (es. underwear da sci, troppo caldo per la bici).
Come guscio alternativo ai soliti endura o similari l'anno scorso ho preso la giacca da montagna del Deca, quella top con la tripla membrana, le cerniere nastrate e le aerazioni sotto le ascelle. Pagata 80€ in saldo (si chiama mh900 controllato ora) e va uguale all'endura che ho anche, ma che costa di più.
Le scarpe ho le artic della northwave, ai nostri climi sono una benedizione.
Ma costano carucce anche quelle. Per anni mi sono arrangiato con copriscarpe goretex e calze di lana, ma da quando ho le artic è cambiata la vita.