Quando Fox ha lanciato la sua linea 2021, con cambiamenti radicali e nuovi modelli su entrambe le linee di sospensioni, anteriori e posteriori, ho avuto la fortuna di avere sia un ammortizzatore DHX2 a molla che un Float X2 ad aria. Entrambi questi ammortizzatori sono completamente nuovi per il 2021 con una riprogettazione da cima a fondo.
Data la sua curva di progressione di circa il 25%, la mia Transition Sentinel è progettata per funzionare molto bene sia con la molla che con l’aria, quindi è stata la bici perfetta per un test comparativo tra i due componenti. Di seguito spiegherò come DHX2 e Float X2 hanno funzionato individualmente e confrontati tra loro.
Dettagli DHX2
- Circuito idraulico twin tube
- Disponibile sia trunnion che standard
- Con leva di blocco (in test) o senza
- Circuito indipendente del sistema di blocco
- Regolazione alte e basse velocità sia di compressione che di ritorno
- (VVC) Variable Valve Control
- Tampone di fine corsa conico MCU
- Molle SLS (Super Light Steel)
- 896 grammi verificati – 205×62.5mm con molla da #475
- $649 USD
Il corpo dell’ammortizzatore e la ghiera di precarico della molla del DHX2 ora hanno dei punti di fissaggio che tengono la ghiera ferma in posizione e servono da riferimento per la regolazione del precarico.
Il nuovo sistema idraulico è totalmente diverso con un nuovo pistone ad alto flusso, ma ha ancora una regolazione esterna a 4 vie tramite chiavi a brugola da 3 e da 6mm.
Il pomello zigrinato della regolazione del ritorno alle alte velocità, a seconda di come è progettata la bici, può essere difficile da raggiungere. Ci sono una manciata di fori da utilizzare per ruotare il pomello tramite una piccola chiave a brugola.
Sia per l’ammortizzatore a molla che per quello ad aria, il serbatoio ha una forma più corta e tozza che, senza sacrificare il volume disponibile, ne riduce l’ingombro e migliora la compatibilità con un numero maggiore di bici.
Il corpo del DHX2 è dotato anche di un manicotto di plastica per ridurre qualsiasi sfregamento di metallo su metallo della molla sull’ammortizzatore.
Il vecchio DHX2 aveva un tampone di fine corsa così brutto che, aggiornandolo, poteva solo migliorare. Il nuovo tampone MCU è molto più grande, di forma conica e si inserisce all’interno del piattello inferiore della molla. Questo impedisce che si sposti nei fondo corsa più violenti e conferisce una sensazione molto progressiva al fine corsa.
Dettagli Float Factory X2
- Circuito idraulico twin tube
- Disponibile sia trunnion che standard
- Con leva di blocco (in test) o senza
- Circuito indipendente del sistema di blocco
- Regolazione alte e basse velocità sia di compressione che di ritorno
- (VVC) Variable Valve Control
- Tampone di fine corsa progressivo
- Elemento elastico Float ad aria
- Finitura Kashima
- 656 grammi verificati – 205×62.5mm
- $669 USD
Entrambi gli ammortizzatori sono dotati della leva a 2 posizioni, tranne quelli con interassi più lunghi, destinati alle bici da downhill. La nuova leva agisce su un circuito indipendente che offre un blocco più sostenuto rispetto alle versioni precedenti. Si aziona con una rotazione di 90º.
I recenti spacer del Float X2 sono in due pezzi, che significa che il più delle volte, per regolare la curva di compressione dell’ammortizzatore, non c’è bisogno di rimuovere completamente il barilotto dall’ammortizzatore né l’ammortizzatore dalla bici.
Per il modello che ho provato, c’era una differenza di circa 240 grammi tra i due modelli. Ovviamente questi pesi variano in base all’interasse e alla durezza della molla.
Sul campo
Negli ultimi mesi ho alternato spesso i due modelli su terreni diversi, dai giri in bike park, alle lunghe giornate in montagna e alle discese flow con salti e strutture. Il lato idraulico è essenzialmente l’elemento per cui entrambi gli ammortizzatori sono sovrapponibili. Esternamente, proprio come queste nuove versioni, anche i precedenti DHX2 e Float X2 avevano un’ampia gamma di regolazioni, ma internamente le cose ora sono molto migliorate.
Sia i nuovi che i precedenti modelli offrono una buona sensibilità e un ridottissimo carico di stacco, ma le precedenti versioni non impressionavano in termini di sostegno nella seconda metà della corsa. Questo significa che, con il vecchio Float X2, era spesso necessario riempire di volume spacer la camera dell’aria per compensare la mancanza di supporto, mentre per quanto riguarda il vecchio DHX2, non si abbinava bene alle bici che non avessero sospensioni ultra progressive.
Questo non è più un problema ed entrambi questi nuovi ammortizzatori offrono il maggiore supporto di cui avevano bisogno sul lato idraulico. A riprova di ciò, ho utilizzato il nuovo Float X2 sulla mia Sentinel completamente senza volume spacer e non ho mai sentito alcun fondo corsa violento. Questo conferma che c’è stato un grande miglioramento dal lato idraulico ma va anche ricordato che entrambi i nuovi modelli hanno anche tamponi di fondo corsa molto migliorati, che contribuiscono sotto questo aspetto.
Parlando del DHX2, poiché si tratta della versione Factory, Fox utilizza la molla Super Light Steel, che non è leggera come il titanio ma è decisamente più leggera di una molla in acciaio. Un altro vantaggio è che è proposta in incrementi di 25 libbre, che credo fermamente sia un aspetto sottovalutato, in particolare perché ho trovato il punto perfetto con una 475. Ottenere il giusto sag è molto difficile sulle bici moderne!
Comunque, con il DHX2 sulla Sentinel ho ottenuto la quantità perfetta di reattività e progressione, quindi non mi sono mai trovato a pensare che sarebbe stato meglio un ammortizzatore ad aria. L’ammo a molla ha garantito tantissima trazione, un’incredibile sensibilità e una straordinaria costanza anche nelle discese più lunghe. Era anche straordinariamente silenzioso mentre faceva il suo lavoro.
Per quanto riguarda il Float X2, ho iniziato con uno spacer e dopo averlo trovato un filo ruvido e non aver mai usato completamente la corsa, l’ho rimosso e ho trovato il giusto feeling con zero riduttori. Su una bici con una progressività del 25% non è stata una grande sorpresa, ma sapendo quanti riduttori avevo bisogno con il vecchio Float X2, ha messo in evidenza la differenza tra il vecchio e il nuovo. Sull’ammortizzatore ad aria non ho notato un aumento della reattività, come ci si aspetterebbe in un diretto confronto con la molla. Tuttavia, va detto che l’ho regolato con meno frenatura in compressione alle basse velocità e più frenatura in estensione alle basse velocità, come ho indicato nelle successive note.
Il carico di stacco del Float X2 è quasi nullo, la sospensione parte con la spinta di un solo dito sulla sella, quindi la sua sensibilità è davvero impressionante. Tolleranze impeccabili, materiali di alta qualità nelle guarnizioni e negli anelli di scorrimento del pistone meritano i miei complimenti: il Float X2 è incredibilmente ben costruito. Vale la pena sottolineare che rispetto a un ammortizzatore da trail come il DPX2 di Fox o il RockShox Super Deluxe, si paga lo scotto di circa 100 grammi, però offre un range maggiore di regolazioni e un comportamento più stabile di fronte ai peggiori tipi di sentieri e alle discese più lunghe.
Il tampone di fine corsa sul DHX2 è un aggiornamento assolutamente importante. Sui fondo corsa violenti non senti più la botta del metallo sul metallo, anzi, ha una bella progressività mentre raggiunge il fine corsa. Lo stesso si può dire per il Float X2. La leva del blocco si trova nello stesso punto e funziona allo stesso modo su entrambi i modelli. Sulla Sentinel è un po’ difficile da raggiungere a causa della vicinanza alla borraccia, ma dipende dalla bici.
Per quanto riguarda il funzionamento, è un grande miglioramento. Sui precedenti modelli la soglia del blocco era così bassa che spesso era difficile capire se fosse inserito, rendendolo quasi inutile. Ora è molto più efficace, con la giusta quantità di stabilità ma al contempo di trazione su salite tecniche scivolose dove hai bisogno che la ruota senta il terreno. I registri di regolazione dell’idraulica, che sono identici su entrambi gli ammortizzatori, sono facili da impostare, a parte il pomello del ritorno alle alte velocità che è di difficile accesso.
Per chi apprezza i dettagli, queste le regolazioni per ciascun ammortizzatore con i miei 82kg:
DHX2: LSC -9 / LSR -9 / HSC -7 / HSR -7
Float X2: 174 PSI / LSC -12 / LSR -6 / HSC -8 / HSR -8
Conclusioni
Mettendo a confronto i due modelli, se sei in dubbio tra il DHX2 e il Float X2, il primo fattore che dovresti considerare è la preferenza personale. Ritengo che i miglioramenti a entrambi gli ammortizzatori abbiano ridotto il divario e reso entrambi applicabili a una gamma molto più ampia di bici e ai loro relativi sistemi di sospensione. Ma se hai una bici lineare che va facilmente a fondo corsa come la vecchia Specialized Stumpjumper, forse dovresti orientarti verso il Float X2 poiché puo’ fornire più supporto. Se hai una bici molto progressiva come la nuova Specialized Enduro, l’ammortizzatore a molla sarà la scelta migliore.
Personalmente, avendo una bici che sta proprio nel mezzo, penso che dovrei scegliere il DHX2. Sebbene il Float X2 sia di gran lunga l’ammortizzatore ad aria più performante che abbia mai usato fino ad oggi, non penso ancora che gli ammortizzatori ad aria abbiano ridotto totalmente lo svantaggio in termini di grip. Anche dove è liscio come il burro, c’è un po’ più di resistenza, inevitabile dato che ci sono più guarnizioni per contenere l’aria nella camera pneumatica.
Pertanto, sento di aver ottenuto le migliori prestazioni in assoluto dal DHX2 poiché il grip e l’assorbimento a metà corsa non erano secondi a nessuno. Perciò l’aumento di 240 grammi è passato in secondo piano. Concludo con questa nota: è passato del tempo da quando ho provato la crème della crème del Push 11.6 e, per quanto sia stato aggiornato nel frattempo, il DHX2 ha colmato il divario in termini di prestazioni, costando però la metà.
In definitiva, non ti sbagli con nessuno di questi due ammortizzatori, in base al cinematismo della tua bici uno può essere meglio dell’altro, ma sulla maggior parte delle bici è il DHX2 che trasformerà completamente la sospensione.
Quelli aftermarket che si trovano sugli e-commerce dovrebbero avere un tuning standard, per cui dovresti riuscire a giocartela con l'idraulica (compressione basse ed alte se il mono ne è dotato), ma un carro con un cinematismo molto particolare può darsi che richieda un tuning più fine per dare il meglio, e qui solo un buon meccanico, che sa quello che fa (non semplice da trovare) può agire sul pacco lamellare in fase di revisione.
Buon weekend!