Comparativa Santa Cruz Hightower vs. Megatower

Nel 2019 Santa Cruz ha presentato sia la nuova Megatower che la nuova Hightower. Due bici da 29 pollici che a prima vista possono sembrare identiche, anche perché i millimetri di escursione che le differenziano sono proprio pochi: 10mm all’anteriore, 20 al posteriore. Spinti dalla curiosità e dalle vostre richieste ce le siamo fatte mandare per lavorare sulla comparativa che trovate in questo articolo. Visto che il marchio californiano offre anche due diversi tipi di telai in carbonio, abbiamo preso la palla al balzo per tentare di capirne le differenze: CC, il più pregiato, per la Hightower, C, quello più economico, per la Megatower.

Scheda tecnica

 

 

L’allestimento si differenzia solo nella scelta delle sospensioni: forcella Rock Shox Lyrik Ultimate e ammortizzatore Super Deluxe Select Ultimate per la Hightower, forcella Fox 36 Float Perfomance Elite e ammortizzatore Super Deluxe Select + per la Megatower. Sono prodotti che conosco molto bene e che ritengo validi anche nella loro versione non top di gamma, posso quindi dire che a livello di prestazioni sono molto simili, anche se il carattere delle due forcelle è leggermente diverso. Per questo argomento vi rimando alla nostra comparativa Lyrik vs 36.

Un’altra differenza sta nella scelta della carcassa delle gomme: Maxxis Exo per la Hightower, Exo+ per la Megatower. Nella pratica non hanno per fortuna creato nessuna differenza tangibile, visto che non ho mai bucato durante il test. Va detto che ho gonfiato le gomme più del solito, perché al posteriore uso normalmente gomme più robuste. Rimanendo in casa Maxxis, avrei utilizzato una carcassa Double Down.

I pneumatici sono dei Minion DHR II, sia all’anteriore e al posteriore, su entrambe le bici. Con buona pace di chi criticava il mio test della carcassa Exo+. Santa Cruz monta le sue bici di serie così, che i saccenti delle gomme vadano a lamentarsi direttamente in California.

Identici invece i cerchi in carbonio Reverse della stessa Santa Cruz. Robusti e non brutalmente rigidi, si segnano facilmente in superficie. In sede ne abbiamo un paio che dopo circa un anno di utilizzo sembra che ci abbiano sparato con i pallettoni.

Come dicevo prima, il resto del montaggio è identico: freni, trasmissione, pedivelle, manubrio. Lo si vede anche dal prezzo delle due bici, che si differenzia di soli 600 Euro.

A vista non si può dire cosa distingua un telaio CC da uno C, sulla bilancia dovrebbero esserci 300 grammi di differenza. In pratica invece è impossibile notarne le diverse caratteristiche. Probabilmente Santa Cruz punta più sul fattore psicologico dell’acquirente tipico di questo marchio, che vuole far vedere di avere il top. In questo caso, è necessario buttare l’occhio sulla scritta posta sul tubo orizzontale per capire se uno sia “nobile” o meno. Detto questo, sappiate che il telaio in versione C non viene venduto singolarmente.

CC o C, sia Mega che Hightower sono curate molto bene nei dettagli. La vernice è robusta, il passaggio interno dei cavi è guidato e anche a livello di montaggio ci troviamo di fronte a due bici in cui mi sono sentito a mio agio da subito, una volta fatte le regolazioni di rito. In questo contesto è abbastanza strano che Santa Cruz non abbia pensato ad un indicatore del sag, visto che l’O-ring dell’ammortizzatore viene nascosto dal telaio e capire dove si trovi è difficile, soprattutto se lo stelo è nero, come nel caso del Rock Shox Super Deluxe.

Ben pensato invece il carterino che protegge proprio l’ammortizzatore dallo sporco alzato dalla ruota posteriore.

La protezione del telaio da sfregamenti contro il tail gate di un  eventuale pick up è una americanata che alle nostre latitudini sembrerà una cosa inutile, e forse anche antiestetica. Si può comunque togliere visto che è fissato tramite due viti.

A proposito di estetica, è innegabile che il biellone che va dalla parte superiore del carro al tubo orizzontale abbia fatto molto discutere, ma a livello pratico è indispensabile per tenere i pesi il più in basso possibile. Personalmente il design di questo VPP mi piace sempre di più con il passare del tempo. Una biella in carbonio sarebbe sicuramente più sexy, ma andrebbe ad impattare sul prezzo finale della bici, non economica già così.

Per altri dettagli sui montaggi, gamma e prezzi vi rimando agli articoli di presentazione. HightowerMegatower.

Sul campo

Ho avuto modo di provare le due bici sui sentieri che usiamo di solito per circa due settimane. Ho anche trascorso una giornata percorrendo la stessa discesa alternando Hightower e Megatower, per avere le sensazioni più fresche possibili, utilizzando per le risalite la funivia del Monte Tamaro. Lo stesso ha fatto anche Andrea Chiesa, che vedete in alcune delle foto. All’inizio eravamo entrambi molto scettici perché sulla carta le differenze sono veramente minime. Siamo rimasti piuttosto stupiti del risultato delle prove.

Salita

Era da un bel po’ di tempo che non salivo in sella ad una Santa Cruz, e precisamente dalla comparativa fra le vecchie Bronson e 5010. Nel frattempo il VPP è stato rivisto ed il marchio è passato di proprietà. Da quello che ricordo, SC non mi aveva mai entusiasmato in salita a causa della sua propensione ad affondare nel sag. La musica è cambiata ed il problema è stato risolto, mi sento di dire che adesso si sale bene anche sul ripido tecnico. Fra le due bici in prova quella che sale meglio è la Hightower, come è facile capire anche dai freddi numeri.

Non fatevi comunque ingannare, la Megatower sale meglio di quello che si potrebbe pensare e siamo riusciti a chiudere tutti i passaggi chiave che usiamo per i paragoni fra le varie bici, uno dei quali potete vederlo nella foto qui sopra.

Quello che ho notato è una certa posizione arretrata del tubo sella, malgrado i dati geometrici dichiarati da SC corrispondano a quelli rilevati da noi. Segno che comunque il VPP rimane un po’ più “saggy” di altri sistemi, cosa che costringe a muoversi di più sulla sella per compensare le pendenze quando si va sul tecnico.

La differenza fra il flip chip in posizione alta e bassa è veramente minima, ma dopo qualche giro ho optato per la posizione alta della Megatower perché continuavo a sbattere i pedali per terra. Non ho potuto provare i 10mm di differenza nella lunghezza del carro in quando non ci è stato mandato l’adattatore per la pinza del freno, necessario per posizionarla correttamente se si sceglie la posizione lunga.

Discesa

Quale differenza fanno 20mm di escursione in più al posteriore? Chi legge i miei test sa che sono un fan delle bici che hanno meno escursione dietro rispetto all’anteriore. Una delle spiegazioni sta nel cosiddetto “travel verticale”, cioè di quanto si muova l’avantreno sull’asse verticale, che differisce dall’asse inclinato della forcella. Considerando gli angoli aperti delle bici moderne, 160mm di escursione non corrispondono a 160mm di affondamento effettivo. Vi rimando al video di presentazione della Yeti SB165 per approfondire l’argomento. Per la cronaca, su Yeti non trovate mai la stessa escursione davanti e dietro.

Inoltre è più facile incassare i colpi provenienti dal terreno con le gambe che non con le braccia, e un’escursione minore sul carro rende di solito la bici più agile, scattante e facile da pompare. Come avrete capito, in discesa mi è piaciuta di più la Hightower della Megatower. In soldoni, sono riuscito a fare le stesse cose con entrambe le bici, ma la Hightower è più facile da guidare nello stretto e nel tecnico, senza evidenti svantaggi sullo scassato veloce, neanche a livello cronometrico (misurato con Strava).

Questo discorso potrebbe ricevere delle obiezioni perché le sospensioni sono diverse, ma vi assicuro che la Fox 36 Performance Elite Grip2 non ha niente da invidiare alla versione Factory con Kashima. Idem per l’ammortizzatore. La Megatower è una grande incassatrice, ma mi ha dato un po’ quella sensazione di biciclettone che necessita di grandi impulsi del rider per dare il meglio di sé, caratteristica che diventa uno svantaggio rispetto alla sorella più piccola nello stretto.

Parlando di sistema di sospensioni, il nuovo VPP mi è piaciuto molto in discesa perché è molto sensibile ai piccoli urti, progressivo verso fine corsa e tende a lavorare nella parte alta del travel. Sia sulla Hightower che sulla Megatower ho avuto quella sensazione di “mangiare” gli ostacoli potendo mantenere facilmente il controllo del mezzo, usando un sag intorno al 30% della corsa.

La differenza geometrica offerta dal flipchip è ininfluente anche in discesa, forse un pro riesce a notarla (forse). Se si guarda attentamente la geometrie delle due bici si nota che siano molto simili, in particolare a livello di reach in taglia L, quella del test. Anche l’angolo sterzo si differenzia di solo mezzo grado, che poi durante la prova si è ridotto a 0.2° perché sulla Mega ho usato il setting high e sulla Hightower quello low.

Insomma, 20mm di escursione in più al posteriore e 10mm all’anteriore non fanno diventare una bici più veloce o divertente, né più performante.

Conclusioni

Hightower o Megatower? La comparativa parla chiaro: Hightower! Più facile da portare in salita rispetto alla sorellona, in discesa convince per agilità, sensibilità e stabilità sul veloce. Non c’è un vero motivo per preferirle la Megatower neanche quando il sentiero diventa ripido e tecnico.

Si ringrazia Rudy Hauser di Trailworks per averci messo a disposizione le bici.

Santa Cruz

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