Da quando SRAM ha introdotto l’UDH (Universal Derailleur Hanger) ha in pochi anni rivoluzionato il mercato della Mtb e del gravel. Il motivo è che per utilizzare l’UDH, tutto ciò che i produttori di telai hanno dovuto fare è stato costruire i telai in modo che poi l’UDH potesse essere avvitato su di esso.
Questo è stato un vantaggio per i produttori, i negozi e i consumatori che hanno potuto utilizzare un deragliatore per ogni telaio, invece della Babele di forcellini proprietari per ogni marchio. L’UDH è compatibile con tutto: SRAM, Shimano, Campagnolo, non importa. Inoltre, funziona bene per altri motivi ormai noti.
Con questa mossa SRAM è riuscita la dove una miriade di aziende ha fallito: è riuscita ad imporre uno standard sul mercato, semplificando la vita a tutti. Ciò significa che ora SRAM controlla un pezzo di vero e proprio mercato, considerato che ormai l’UDH è diventato standard anche per il gravel.
Recentemente però, sul blog di Open Bikes è apparso (e poi scomparso) un articolo riguardante un “nuovo standard di deragliatore posteriore Shimano non ancora annunciato“. In realtà un brevetto per un attacco per deragliatore posteriore di Shimano esiste dal 2021 e di cui avevamo già parlato qui.
Ora però la “svista” di Open sembra indicare che qualcosa si sta muovendo seriamente dalle parti di Osaka, e Shimano potrebbe entrare nel mondo degli attacchi per cambio universali. Questo potrebbe voler dire varie cose: che Shimano si adegui allo standard UDH e decretando una vittoria sul mercato di SRAM, o invece che è in arrivo un nuovo standard che andrà ad affiancare l’UDH e costringerà i produttori di telai a rivedere i loro piani, o che sta per fare la gioia dei costruttori di adattatori, ed infine che sono in arrivo delle nuove trasmissioni Shimano con funzionamento analogo a quelle SRAM, sempre che i brevetti lo permettano.
Vogliamo parlare di un altro segmento che ha venduto moltissimo? Le gravel, anche lì shimano spospola con la 2x11 e 2x12, sram propone solo monocorona e fatica a imporsi.
Probabilmente per un colosso come Shimano l'iter per lanciare nuovi prodotti è più lungo rispetto un'azienda più piccola , c'è anche da dire che il modus operandi Giapponese è un pò sempre stato quello di prendere ciò che propone il mercato e tentare di affinarlo .
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Il telaio quindi potrebbe benissimo avere "un foro da tot" (ce l'avevano tutti anche prima), ma nella parte interna deve avere lo scasso di quella forma e dimensione ed il pin in quella posizione specifica per essere compatibile con l'UDH. Shimano ha fatto la sua soluzione, ma di sicuro non può aver solo cambiato i dimensionamenti, perché non sarebbe brevettabile. La sua soluzione è in ogni caso compatibile con l'UDH? Questo non si sa (o non lo so io quantomeno).
La furbata di SRAM è stata rendere la soluzione utilizzabile tramite licenza gratuita, e soprattutto lanciare poco dopo le trasmissioni adatte. In questo modo i costruttori non avevano nessun motivo per non adottare la soluzione, anzi è stupido fare il contrario.