Coronavirus: le occhiatacce a chi si muove in bici

834

Muoversi al di fuori della propria abitazione non è vietato ai tempi del coronavirus, rispettando le regole di cui si è tanto discusso in questo articolo. Non è neanche vietato salire in sella alla propria bicicletta. Questioni etiche e di buon senso riducono ovviamente l’uso della mountain bike e della bicicletta intesa come strumento sportivo: con che faccia si presenterebbe uno al pronto soccorso per un incidente su un sentiero, mentre gli ospedali sono in piena emergenza sanitaria?

Quello che lascia basiti sono certe occhiatacce che si ricevono se ci si muove in città con la bicicletta, per andare al lavoro o a fare la spesa. Come se si fosse degli incoscenti a lasciare la macchina in garage, sfruttare il poco traffico di questi giorni e, oltre a fare del movimento, non inquinare, non fare rumore, non essere un pericolo per i pochi pedoni e bambini in giro per strada.



.

Personalmente continuo e continuerò ad usare la bici per andare al lavoro. Lo facevo prima dell’emergenza coronavirus, lo faccio adesso e continuerò a farlo, non solo per i motivi che ho appena citato, ma anche perché così non dovrò andare al benzinaio, diminuendo il rischio di farmi contagiare (o di contagiare gli altri). Mettersi su due ruote non costituisce un pericolo a priori, soprattutto di questi tempi senza traffico, così come farsi paralizzare dalla paura di “poter farsi male” non è la soluzione in tempi difficili come questi.

La consapevolezza di saper andare in bici, di saper camminare senza inciampare e rompersi una caviglia, di non cadere dalle scale di casa, di saper accendere il gas del fornello senza mandare a fuoco tutto, o di non dover necessariamente morire se si contrae il maledetto virus, è necessaria per andare avanti e non liquefarci in una crisi di nervi, mentre veniamo bombardati da notizie nefande e i nostri anziani muoiono come mosche. Non togliamocela l’un l’altro.

Foto di copertina di Lazzadielle

 

Commenti

  1. mrcbzo83:

    Ma rimanere nel proprio comune, in ogni caso, non autorizza l'attività motoria all'interno di esso.. Puoi correre o pedalare nei pressi propria dimora.
    Certo io sono presso la dimora, solo che salgo in verticale, hanno dichiarato il perimetro non l'altitudine
  2. max&mtb:

    Questo è il decreto 22 marzo 2020:
    https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/22/20A01807/sg

    Questo è l'ordinanza 22 marzo 2020:
    https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/22/20A01806/sg

    Questa è l'ordinanza 20 marzo 2020:
    https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/20/20A01797/sg

    E infine questo è il decreto 11 marzo 2020:
    https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/11/20A01605/sg

    La storia dei 200 metri è nata in Veneto il 21 marzo scorso. Zaia è il papà di tale limite. Lo stesso Zaia ha però anche dichiarato ufficialmente che non se la prenderà affatto con chi fa la corsetta in campagna, senza specificare se a piedi o in bicicletta.
    Questo è l'articolo di quel giorno:
    https://www.ilgazzettino.it/nordest/primopiano/coronavirus_zaia_cosa_ha_detto_oggi_21_marzo_2020-5124408.html
    la storia dei 200m infatti non esiste a livello nazionale, ma l'ordinanza 20 marzo consente l'attività motoria solo "in prossimita' della propria abitazione, purche' comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona", e l'ultimo decreto non modifica questa ordinanza
  3. mrcbzo83:

    Appunto, non capisco questo arrampicarsi sugli specchi.. Boh... Al max puoi disquisire sul "nei pressi della propria abitazione"..
    Pensa a quelli che stanno in condominio e si affacciano alla finestra che stanno di rimpetto o accanto, ad una distanza risibile, pensa loro a quali specchi si dovrebbero attaccare
Storia precedente

Tech Corner Live Stream: chiedeteci quello che volete!

Storia successiva

[Test] Nuova Rock Shox SID

Gli ultimi articoli in Report e interviste

L’effetto Rapha

Se penso al marchio che più ha rivoluzionato il mercato della bici negli ultimi 20 anni…