Cratoni, Kali, Pro-Tec: tre caschi integrali a confronto

Ci occuperemo in questo test di tre caschi integrali:  il Ramp di Cratoni, l’Avatar di Kali Protectives e lo Shovelhead 2 di Pro-Tec.

Una doverosa premessa è che si tratta di prodotti che si differenziano in modo abbastanza marcato. Kali e Pro-Tec sostanzialmente per una questione di prezzo, Cratoni anche come tipologia.

Tenetene conto nel momento in cui andrete a confrontare le valutazioni dei tre caschi alle varie voci.

Cratoni Ramp

Il Cratoni è l’unico dei tre caschi in esame ad offrire la possibilità di rimuovere la mentoniera e, con i suoi 695 g di peso, il più leggero.

La calotta è in ABS e la ventilazione garantita da ben 17 feritoie poste sia sulla calotta principale che sulla mentoniera. Le imbottiture interne vengono fornite in due diversi spessori, ed in quanto a consistenza sono una via di mezzo fra quelle minimali dei caschi da xc e quelle ben più corpose di norma adottate nei caschi integrali .

Nonostane visivamente il Ramp non abbia molto di diverso da un intergrale vero e proprio, come vedremo più avanti si tratta infatti di un prodotto che per molti aspetti può essere considerato a metà strada fra un casco da xc ed un integrale come inteso nel senso più classico.

[img]http://mtb-forum.it/community/fotoalbum/albums/20/thumbs_576/1688.jpg[/img]

Prezzo al pubblico: 89.99 Euro

Peso rilevato (tg.M): 695 g

Ulteriori info sulla modalità di utilizzo senza mentoniera le trovate qui e qui (cliccare).

Kali Avatar:

Con l’Avatar la musica cambia radicalmente. Nonostante un peso ancora molto contenuto, ci troviamo infatti di fronte ad un vero e proprio casco da discesa.

A livello di materiali il Kali vanta una calotta esterna composta da un mix di kevlar, fibra di carbonio e fibra di vetro. Il numero di aperture per la ventilazione ovviamente cala, mentre anche l’Avatar offre in dotazione imbottiture in due diversi spessori.

Un prodotto altamente sofisticato, quindi, che però si differenzia nettamente dagli altri caschi in esame anche a livello di prezzo.

[img]http://mtb-forum.it/community/fotoalbum/albums/20/thumbs_576/1693.jpg[/img]

Prezzo al pubblico: 219 Euro

Peso rilevato (tg.M): 801 g

Pro-Tec Shovelhead 2:

Al pari dell’Avatar, lo Shovelhead2 è un classico casco integrale da discesa. In questo caso la calotta è in ABS come nel Cratoni, calotta che internamente è rivestita da uno strato di EPS avente lo scopo di migliorare l’assorbimento degli urti contenendo al contempo il peso.

Come feritoie di ventilazione siamo ai livelli del Pro-Tec  e l’imbottitura come si conviene ad un integrale senza compromessi.

Lo Shovelhead è il più pesante fra i tre caschi in esame, ma promette una sicurezza paragonabile a qualla del Kali ad un prezzo appena superiore a quello del Cratoni.

[img]http://fotoalbum.mtb-forum.it/albums/20/thumbs_576/1963.jpg[/img]

Prezzo al pubblico: 100 Euro

Peso rilevato (tg.M): 995 g

Qualità generale

A livello di materiali costituenti la calotta è evidente che il Kali è un gradino sopra Pro-Tec e Cratoni. La qualità delle imbottiture e delle finiture in generale non è da meno, ma da questo punto di vista il divario con lo Shovelhead è meno marcato, seppur ancora presente. Decisamente più spartano invece il Cratoni che, come già anticipato, anche a livello di imbottiture interne tradisce il suo essere “a metà strada” fra un integrale propriamente detto ed un casco aperto.


Solidità percepita

Premettiamo che qualsiasi casco per poter essere commercializzato deve soddisfare dei ben specifici requisiti in termini di sicurezza, e per una valutazione precisa in tal senso sarebbero necessari dei test di laboratorio che non abbiamo la possibilità di eseguire.

Ciò detto, le nostre impressioni sono che a livello di solidità i tre caschi rispecchino sostanzialmente quanto già evidenziato nella presentazione iniziale.  Mentre Kali e Pro-Tec trasmettono infatti sensazioni simili, vale a dire la solidità e sicurezza garantite dai caschi integrali dedicati alla discesa,  il Cratoni paga anche da questo punto di vista l’estrema leggerezza ottenuta senza ricorrere a materiali particolarmente sofisticati (e costosi). La cosa è particolarmente evidente a livello di mentoniera, dato che si deforma visibilmente già applicando con la mano una pressione non esagerata.

Comodità (visibilità, regolazioni)

A livello di calzata Pro-Tec e Kali offrono delle sensazioni leggermente diverse pur trattandosi di prodotti simili per tipologia. Mentre il primo trasmette da subito una grande sensazione di comfort, il Kali esercita una compressione piuttosto marcata a livello delle guance anche adottando l’imbottitura più sottile. Bastano però pochi minuti per dimenticarsene (probabilmente aiutati dal fatto che l’imbottitura cede leggermente), dopodichè si apprezza la qualità dei materiali utilizzati e la cura nella sagomatura. Le imbottiture del Cratoni sono come detto più spartane, ma non per questo la calzata si è rivelata scomoda.

La ventilazione offerta dal Cratoni è ovviamente la più efficace (più feritoie in “collegamento diretto” con l’interno del casco), mentre fra Pro-tec e Kali ci è parso di percepire un leggero vantaggio per il secondo (confermato dal fatto che la maschera si appannava meno facilmente) probabilmente favorito anche dalla forma più affusolata e quindi dalla mentoniera più distante.

Kali e Cratoni offrono visibilità sia laterale che verticale leggermente maggiore rispetto a Pro-Tec (anche questo potrebbe in parte spiegare la sensazione di maggior freschezza dell’Avatar rispetto allo Shovelhead2), ma tutti e tre i caschi si sono rivelati del tutto soddisfacenti da questo punto di vista. Nessun problema neppure a livello di compatibilità con le maschere con cui sono stati utilizzati.

Kali e Pro-Tec permettono la regolazione della posizione della visiera grazie ad un registro “a frizione” in grado di bloccarla totalmente piuttosto che permetterne  la regolazione in corsa ma senza che le vibrazioni la facciano scendere. Il Kali è inoltre dotato di una sorta di meccanismo a sgancio (Pop-Out System) il cui scopo è quello di permettere alla visiera di ruotare liberamente in caso di impatto. Decisamente carente è invece la regolazione della visiera sul Cratoni a causa della mancanza di un valido sistema di bloccaggio. Pur stringendo con una certa forza le viti su cui ruota, le vibrazioni fanno sì che la visiera (peraltro non “inarcata” verso l’alto come quelle dello Shovelhead e dell’Avatar) scenda fino al punto di infastidire la vista. Abbiamo rimediato applicando uno strap fra visiera e calotta, sistema non dei più eleganti ed efficaci che presenta inoltre l’inconveniente di dover applicare della colla sulla calotta (saranno precauzioni eccessive, ma in genere è sconsigliato applicare qualsiasi tipo di adesivo).

Altro aspetto che differenzia il Cratoni dal Kali e dal Pro-Tec è il sistema di chiusura: mentre nei primi due troviamo delle generose fibbie con anelli metallici, nel Cratoni abbiamo il classico clip in materiale plastico come si trova sui caschetti da xc. Sicuramente più pratico e veloce, ma anche meno sicuro in caso di impatti particolarmente violenti.

Stabilità

Il leitmotif già sentito ad altre voci si ripete anche per quanto riguarda la stabilità: Pro-Tec e Kali molto stabili con un leggero vantaggio per il secondo, Cratoni un po’ più “ballerino”. La minor stabilità del Cratoni, probabilmente grazie alla leggerezza, non crea comunque particolari inconvenienti neppure sui tratti più sconnessi, ma in caso di impatto potrebbe fare la differenza (soprattutto se l’impatto avviene con la mentoniera la quale eserciterebbe una certa leva).

Conclusioni

Come abbiamo visto ci troviamo di fronte a tre prodotti abbastanza diversi, ognuno in grado di soddisfare esigenze altrettanto diverse.

Il Cratoni Ramp fa della leggerezza e (relativa) freschezza le sue principali armi, un prodotto indicato per chi non fa uso di impianti e desidera un po’ di protezione in più rispetto ad un casco aperto a costi abbordabili. Rispetto ad un integrale vero e proprio qualche compromesso a livello di protezione e stabilità è però inevitabile.

Il Kali Protectives si è rivelato il più performante fra i tre caschi in esame, nonchè quello dai maggiori contenuti tecnologici. Il prodotto ideale per quegli ambiti dove leggerezza non deve in alcun modo significare minor sicurezza, ricordando che un casco leggero è particolarmente apprezzato quando in testa, ancor più di quando sta appeso allo zaino in salita. Il prezzo da pagare? La risposta è nella domanda: il prezzo.

Il Pro-Tec Shovelhead2 è  un prodotto esteticamente gradevole, comodo, ben rifinito ed offre la sicurezza tipica di un casco integrale ad un costo relativamente contenuto. C’è poco da aggiungere, se non che si tratta di un’ottima scelta per chi bada alla sostanza e sale prevalentemente meccanizzato.



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