Oggi ho provato la Cube Streo ibrida. Un motore elettrico entra in azione con diversi livelli di potenza mentre si pedala. La bici è disponibile in due versioni. 29″ e 120mm di corsa (quella che ho provato io) e 27.5 con 140mm.
Entriamo subito nel merito dando i dettagli man mano. Ormai sappiamo bene che il percorso di prova del Demo Day è corto e non dice quasi niente su una bici, ma con bici così particolari si può già dire qualcosa.
La partenza è in pianura. Si apprezza subito la possibilità di scegliere i vari livelli di potenza. A partire dal motorino spento ci sono eco, tour, sport e turbo.
Durante il giro di prova io recitavo la parte della moglie non appassionata di bici o dell’amico poco allenato, mentre Danybiker pedalava una fatbike singlespeed. Se non fosse stato possibile scegliere il livello di potenza, il “tutto o niente” sarebbe stato fastidioso, col motore che si attiva ad ogni giro di pedale e si spegne subito dopo quando si supera l’amico non motorizzato. Ho avuto l’impressione (tutta da confermare) che anche a livello di potenza fissato, il motore tirasse (aiutasse) un po’ di meno all’inizio della pedalata per poi aumentare la spinta quando si comincia ad andare forte.
Malgrado l’aiuto del motore, il peso della bici si sente tanto in tutte le occasioni in cui serve spostare o sollevare un attimo la ruota davanti. Ovviamente il peso si sente tanto anche in discesa. Questo sfata il mito che la e-bike possa essere la soluzione totale per chi vuol fare allmountain ma il fiato, l’età o le ginocchia non glie lo permettono.
Una bici così pesante in discesa è goffa e non ci si può illudere di trovare lo stesso divertimento che si ha con una trailbike convenzionale, malgrado ruote ed escursioni. E’ anche vero che non ci si possa aspettare niente di diverso: un motore ed una batteria pesano. Immagino però che su discese più flow e credibili rispetto alla scarpata del Demo Day, la Stereo hybrid possa dire di più.
In salita comincia il divertimento. La salita del Demo Day è ripida e umidiccia. Col motore al livello Turbo si arriva su lo stesso col fiatone perchè vien voglia di tirare al massimo per godersi una salita che non si aveva mai fatto in quel modo. Bisogna stare attenti a non abbandonarsi troppo al motore, perchè se ci si pianta col rapporto sbagliato non si riescono più a girare i pedali, e se i pedali non girano il motore non va e ci si ferma (ho avvertito il rischio anche se non mi è mai successo di fermarmi proprio). Anche con l’impostazione turbo e il fondo che descrivevo sopra, ho notato che la tenuta della ruota dietro è buona, non è mai capitato che prendesse a girare a vuoto. Ovviamente nulla impedisce di usare potenze più basse, spesso potendo comunque starsene seduti bel belli.
In due parole questa e-bike mi è sembrata un gran divertimento in salita. In discesa non è però una allmountain come tutte le altre e paga il peso parecchio maggiore delle bici da trail cui siamo abituati.
Tutti quanti i dettagli tecnici arriveranno quando visiteremo Cube in fiera.
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