Cuscinetti bloccati? I segreti dei professionisti per estrarli

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Estrarre i cuscinetti dai componenti della nostra bicicletta non è mai semplice. Spesso infatti ruggine, sporco, incrostazioni e processi di ossidazione galvanica rendono quest’operazione un vero calvario.

Il rischio è concreto: danneggiare irrimediabilmente un costoso componente o il telaio, rovinando le sedi del cuscinetto o causando crepe o rotture. Per questo motivo l’operazione di sostituzione dei cuscinetti è consigliata solo ai meccanici esperti. Non serve essere dei professionisti, ma è fondamentale possedere una buona esperienza e la giusta attrezzatura: almeno una morsa, un robusto banco di lavoro e gli opportuni estrattori.



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Anche con l’esperienza e la giusta attrezzatura però non tutto fila sempre liscio. Regolarmente anche da noi in officina capitano casi difficili, spesso su telai o componenti i cui proprietari non sanno neanche lontanamente che cosa significa far manutenzione e curare regolarmente la propria bicicletta. Per questo motivo abbiamo voluto condividere qualche nostro trucchetto per aiutare chi si vuole cimentare in questo lavoro.

Il giusto estrattore

I cuscinetti delle biciclette sono sempre di tipo interno, ovvero si inseriscono a pressione dentro una sede esterna. All’interno del cuscinetto passa poi un perno o asse che unisce le due parti in relativa rotazione.

Per estrarre questi cuscinetti esistono degli appositi estrattori ad espansione, degli estrattori che,  dotati di una serie di ganci, si aprono all’interno del cuscinetto e lo afferrano facendo presa sulla pista interna.

Noi in officina abbiamo provato numerosi estrattori di diverse marche e ci siamo trovati bene con i Beta 1544 che riteniamo essere un buon prodotto in grado di afferrare il cuscinetto anche quando c’è poco spazio dietro di esso. Il costo non è affatto basso, ma un prodotto di qualità purtroppo si paga.

Utilizzare sistema a ponticello è difficile sulla bicicletta perchè manca quasi sempre un solido appoggio per il ponte.  Per questo motivo, sui componenti da bicicletta, l’estrazione con il battente è a mio giudizio preferibile. Il battente inoltre sblocca e rompe eventuali incrostazioni o aderenze, risultando molto efficace. Inoltre con questo tipo di estrattore non si rischia di danneggiare la vernice o le parti esterne del componente o del telaio.

L’utilizzo del battente è molto semplice:

  • Innanzitutto si aggancia il cuscinetto avvitando la vite di espansione dell’estrattore, in modo che agganci saldamente.
  • Si impugna il battente e si inizia a tirare facendolo sbattere con forza a fine corsa. I colpi sbloccheranno il cuscinetto.
  • Quando il cuscinetto si è sbloccato, l’estrazione risulta più semplice e si può usare meno forza.
  • Estratto il cuscinetto si richiude l’estrattore per farlo fuoriuscire

L’estrattore interno permette tra l’altro di estrarre cuscinetti di cui è rimasta la sola pista esterna. In questo caso l’estrattore deve andare ad agganciarsi sulla pista esterna, tirandola fuori. E’ piuttosto laborioso ed è necessario utilizzare i metodi del calore localizzato e criogenico, ma con un po’ di pazienza tutto si tira fuori!

Il calore localizzato

Il cuscinetto è inserito per interferenza nella sua sede, questo significa che il diametro esterno del cuscinetto è leggermente più grosso della sede dentro cui viene pressato. In questo modo l’incastro risulta solido e resistente ed il cuscinetto non ruota o fuoriesce dalla sua sede durante l’utilizzo.

Quando il cuscinetto fatica ad uscire è opportuno ricorrere al calore localizzato. Il metodo è semplice: scaldiamo la sede dentro cui è inserito il cuscinetto per farla dilatare e ridurre l’interferenza tra le parti, facilitandone l’estrazione.

I metodi di applicazione del calore localizzato sono due.

Il primo prevede l’utilizzo di una pistola ad aria calda, ben più potente del normale phon da capelli. Questo metodo è particolarmente indicato per componenti verniciati o con parti in fibra di carbonio perchè, regolando opportunamente la temperatura della pistola, si evita di surriscaldare e danneggiare il pezzo o la sua vernice.

Il getto di aria calda va sempre direzionato sulla sede del cuscinetto, cercando di evitare di riscaldare il cuscinetto stesso. L’obiettivo è insomma di ottenere una dilatazione differenziata, maggiore per la sede esterna, minore per il cuscinetto, in modo che l’interfernza si riduca l’estrazione sia più semplice.

Su componenti di alluminio è possibile scaldare intorno al cuscinetto (ad una distanza di ca 3-5cm) e sfruttare l’elevata conducibilità termica di questo materiale per far dilatare la sede senza surriscaldare il cuscinetto.

Il metodo più efficace prevede invece l’applicazione del calore con una fiamma libera. La fiamma scalda ovviamente moltissimo e dilata in maniera estremamente efficace il metallo.

La fiamma va usata solamente  su componenti in alluminio o metallo grezzo non verniciati e mai sul carbonio! Va benissimo sui componenti anodizzati.

Scaldiamo la parte esterna del nostro componente esponendolo direttamente alla fiamma, senza mai dirigere il fuoco contro il cuscinetto.

Attenzione che grassi o prodotti lubrificanti presenti sul pezzo potrebbero incendiarsi, lavorate su una superficie ignifuga e con le dovute precauzioni.

Metodo criogenico: il liquido congelante

Un metodo estremamente valido è quello del liquido congelante. Il liquido congelante è un prodotto spray che contiene al suo interno due componenti:

  • un potente lubrificante/sbloccante, dal forte potere penetrante
  • un agente congelante, che al contatto con l’aria abbassa la temperatura fino a -50°

Il prodotto va spruzzato in abbondanza sul cuscinetto, in modo da raffreddarlo e farlo contrarre. L’effetto di contrazione rompe eventuali ossidazioni e permette al componente lubrificante di penetrare tra cuscinetto e sede svolgendo la sua azione sbloccante.

Talvolta è necessario applicare il prodotto e lasciarlo agire per una notte, con il componente annegato dentro il liquido (cuscinetto rivolto verso l’alto). Il giorno dopo si riscalda il pezzo, si applica di nuovo il congelante e si procede con l’estrazione, che ora dovrebbe risultare più semplice.

Un colpo ben piazzato

L’estrattore interno per cuscinetti è un attrezzo molto funzionale, tuttavia non riesce ad applicare sempre sufficiente forza per sbloccare un cuscinetto bloccato.

Per questo motivo spesso in officina ci troviamo costretti a sbloccare il cuscinetto con un punteruolo prima di utilizzare l’estrattore.

Come punteruolo utilizziamo una vecchia chiave a T da 4 o da 5mm a seconda dell’occorrenza. Questa chiave, grazie alla testa piatta ma a spigolo vivo, aggancia benissimo la pista interna dei cuscinetti e permette di sbloccarli facilmente. Si procede con un colpo ben piazzato in diverse posizioni, solitamente ore 12, 6 poi 3 e 9 fino a che il cuscinetto non si è mosso di qualche decimo. A quel punto si può procedere con l’estrazione con l’apposito attrezzo.

L’utilizzo del punteruolo è spesso l’unico metodo veramente efficace per sbloccare un cuscinetto grippato e va utilizzato in abbinamento al metodo criogenico e del calore localizzato. Molta attenzione bisogna prestare a come appoggiare il componente sul banco di lavoro prima di battere: per evitare danni estetici o di vernice, va sempre appoggiato su una superficie di gomma o di legno.

L’estrazione con il semplice punteruolo non è molto indicata perchè non ci permette di far uscire il cuscinetto dritto, poichè si procede a piccoli colpi su lati contrapposti. L’estrattore invece lo fa fuoriuscire dritto, senza rischiare di danneggiare le sedi. Il punteruolo è invece estremamente efficace per sbloccare, perchè riesce a far molta più forza di qualsiasi estrattore.

Speriamo che questi trucchetti e consigli possano tornarvi utili nelle fasi più concitate dell’estrazione di un cuscinetto piantato. Se avete qualche trucco o segreto che volete condividere, non esitate a dire la vostra nei commenti!

Commenti

  1. bell'articolo.... aggiungo che esistono anche estrattori dedicati per le varie tipologie di cuscinetti.
    http://www.rapidracerproducts.com/products/tools/bpet.html
    Lo uso da tempo con soddisfazione
  2. Daniel, sarebbe molto utile se potessi definire meglio "regolando opportunamente la temperatura della pistola":
    [LIST]
    [*]Nel caso del carbonio qual è la temperatura massima considerata ancora (mediamente) sicura?
    [*]E per l'alluminio verniciato ?
    [/LIST]
    Chiaramente dipenderà anche dalla specifica vernice e non c'è garanzia che tutti i telai siano uguali, te lo chiedo solo per avere almeno un ordine di grandezza di partenza...
  3. Daniel, sarebbe molto utile se potessi definire meglio "regolando opportunamente la temperatura della pistola":
    [LIST]
    [*]Nel caso del carbonio qual è la temperatura massima considerata ancora (mediamente) sicura?
    [*]E per l'alluminio verniciato ?
    [/LIST]
    Chiaramente dipenderà anche dalla specifica vernice e non c'è garanzia che tutti i telai siano uguali, te lo chiedo solo per avere almeno un ordine di grandezza di partenza...
    Mi accodo alla domanda, tanto per capire quando usare la pistola a piena potenza, a metà o al minimo.
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