“Meglio soli che male accompagnati”, dice un proverbio. Meglio male accompagnati che soli, direbbero la maggior parte dei mountain biker. Girare per monti e boschi da soli è pericoloso, nel caso succeda qualcosa e non si riesca a chiamare aiuto, ma non è l’unico motivo per cui tanti biker preferiscano le uscite in compagnia a quelle in solitaria. Il poter condividere di persona le emozioni di una pedalata non sarà mai la stessa cosa che la foto postata su internet alla ricerca di pollici all’insù, e la birra post giro ha senso solo se si hanno degli amici con cui brindare. Insomma, il ciclismo è sì uno sport individuale, ma se lo si vive in gruppo diventa un’esperienza che unisce.
Questa la teoria, la pratica è però spesso diversa. Impegni famigliari e di lavoro, piani di allenamento, diversi stati di forma e “discipline” praticate sono fra i motivi che spingono ad uscire in solitaria. Non solo: la pace e tranquillità della natura, senza per forza dover conversare, sono un balsamo per chi ha magari ha un lavoro stressante, e il poter pedalare al proprio ritmo, facendo pause solo quando se ne ha voglia, annullano quell’ansia da prestazione insita in ogni uscita di gruppo, anche quella più “amatoriale”. Chi vuole essere l’ultimo del gruppo ad arrivare in cima alla montagna o, ancora peggio, alla fine della discesa?
Queste le premesse, ora tocca a voi dirci se preferite uscire da soli o in compagnia, ed i motivi della vostra scelta.
Foto di copertina di Barto, quella del biker con la bici in spalla è di Fra8.