La prima settimana di luglio è venuto a trovarmi a Dobbiaco il vecchio amico Davide (aledabomb). Abbiamo passato insieme una bellissima settimana in bici, per molti motivi. Sia perché siamo tutti e due camperisti con figli e ad entrambi piace passare le giornate in famiglia, perciò l’uscita all’alba è praticamente d’obbligo, sia perché ci piacciono le stesse tipologie di itinerari, che prevedono discese su sentieri molto impegnativi, sia perché abbiamo più o meno lo stesso passo, diciamo qualcosa di più io in salita (visto qualche kilo di troppo che si porta dietro Davide :hahaha:), e qualcosa di più lui in discesa, che affronta con grande tecnica. Se si aggiunge a questo che la prima decina di luglio è trascorsa con tempo ottimo e temperature sopra la media e abbiamo girato sulle bellissime Dolomiti di Braies e di Sesto, si può immaginare il risultato finale: goduria assoluta.
E l’uscita più bella della settimana è stata sicuramente una: la salita alle Tre cime di Lavaredo, il sentiero 101 fino al rifugio Comici e la discesa verso la val Fiscalina.
E’ un itinerario che già da un po’ era segnato sulla mia agenda (purtroppo infinita) dei giri da fare e , visto che questo era l’ultimo dei sentieri intorno alle Tre Cime che mi mancava (http://www.mtb-forum.it/community/fo…d.php?t=210083), quest’anno non potevo certo farmelo scappare. Lo propongo a Davide che accetta volentieri, non essendo mai stato in bici sulle Tre Cime, e ci accordiamo cosi per la partenza alle 5 del mattino dopo. C’è solo un unico, piccolo problema: il sentiero 101 è vietato alle bici, per il grande passaggio di escursionisti nei dintorni delle Tre Cime. Per passare prima che il sentiero si popoli e non disturbare nessuno, è mia usanza essere alle 7 di mattina già al rifugio Locatelli (naturalmente non dormire al rifugio, ma arrivarci alle 7 pedalando! ). Perciò, fatti due conti, visto che sarebbe impossibile da Dobbiaco partire alle 5 ed essere su alle 7, decidiamo di arrivare in auto fino a Misurina e partire da li, recupereremo l’auto (in bici) alla fine del giro.
Con le prime luci dell’alba partiamo perciò da Misurina ed affrontiamo subito la dura salita che ci porta al rifugio Auronzo. Ognuno di noi va al suo ritmo, nessuno si fa trascinare dall’altro.
Continuiamo a salire a breve distanza uno dall’altro. Conosco la strada a memoria e salgo quasi automaticamente. Pedalo e penso. I pensieri migliori vengono mentre si pedala. Ho la sensazione di vedere me stesso e ciò che mi circonda in maniera più nitida, mi sento tutt’uno col mondo. E poi pedalando mi si libera la testa, mi si purificano i pensieri e lo spirito. Non è facile spiegarlo chiaramente. Forse dipende solo dal fatto che il cervello è più ossigenato. Ma innanzitutto a me piace molto pedalare; in secondo luogo mi piace pedalare nella vastità e infine per lungo tempo.
Inseguendo i miei pensieri mi accorgo improvvisamente di essere già sotto al rifugio Auronzo
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E in breve raggiungiamo e passiamo il rifugio che splende al primo sole mattutino
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proseguendo verso la forcella Lavaredo arriviamo alla capanna degli alpini.
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La sterrata sale adesso più decisa, ci ritroviamo di nuovo all’ombra e arriviamo alla forcella Lavaredo, con bella vista sulla cima Piccola.
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Da qui il sentiero è vietato, ma non sono ancora le 7, non c’è nessuno e proseguiamo in discesa verso il rifugio Locatelli
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Prima di arrivare al rifugio c’è un ultimo strappo, ed è proprio qui che le Tre Cime si mostrano in tutto il loro splendore
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Dopo aver ammirato estasiati lo stupendo panorama, reso ancor più bello del solito grazie alla purezza della luce del primo mattino, passiamo davanti al rifugio Locatelli e ci avviamo, sempre sul 101, sulla splendida alpe dei Piani
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Sotto di noi i laghi dei Piani, invece il sentiero corre liscio e in leggera discesa lungo la costa del monte Paterno
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Qui il divertimento raggiunge livelli molto alti e non resistiamo a fermarci spesso per ammirare il panorama e fotografarci a vicenda
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Le nostre espressioni dicono tutto
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Arrivati sotto le Crode Fiscaline, il sentiero si impenna improvvisamente e ci tocca mettere le bici in spalla per superare i 250 metri che ci separano dalla forcella Pian di Cengia
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Anche se in qualche punto si riesce a salire pedalando
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Arrivati alla forcella, la vista si apre stupefacente sulla Croda dei Toni, il monte Cengia, la punta dei Tre Scarperi e le cime di Sesto. Un panorama che potrebbe non avere uguali in tutto il mondo. E noi siamo qui a godercelo con le nostre bici.
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Una simpatica marmotta è poco paurosa del nostro passaggio
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Ripartiamo verso il rifugio Pian di Cengia
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Il sentiero mostra qualche spettacolare passaggio
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Al rifugio Pian di Cengia incontriamo un piccolo gruppo di bikers che si apprestano a ripartire dopo il pernottamento, questo tratto del sentiero è anche fuori dal divieto alle bici. Arriviamo al passo Fiscalino e ci concediamo una breve pausa, da qui sarà tutta discesa impegnativa, indossiamo le protezioni e mangiamo qualcosa, sempre estasiati dal panorama.
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Fra l’altro, nonostante sia ancora mattina presto e siamo a 2500 metri, possiamo indossare una camicia a maniche corte per la discesa, visto che fa veramente caldo.
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La discesa si mostra subito impegnativa, con tornanti e sassi smossi
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Arriviamo al rifugio Comici e deviamo a sinistra sul sentiero 103 che scende verso la val Fiscalina
Adesso il sentiero si fa veramente tecnico, ma il panorama verso la Croda dei Toni è a dir poco spettacolare
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Adesso scendiamo nella val Fiscalina alta, siamo di nuovo all’ombra e il sentiero è ancora più difficile e reso viscido dalla pioggia notturna e noi ci sfidiamo a cercare di concludere i passaggi più impegnativi senza mettere il piede a terra.
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Arriviamo cosi nella splendida val Fiscalina, ormai il peggio è passato e possiamo rilassarci sullo scorrevole sentiero 1
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Che corre in mezzo a verdi prati e grandi larici
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Siamo cosi a Sesto, adesso scendiamo veloci sulla pista ciclabile e arriviamo a San Candido, da qui una bella sterrata tutta su e giù al limitare del bosco e siamo a Dobbiaco. Sono le 9 di mattina e i primi bikers cominciano a salire in bici per iniziare il loro giro, noi invece, con quello che abbiamo fatto e visto, ci siamo già riempiti gli occhi almeno per tutta una settimana.
Siamo vicini al campeggio, ci sarebbe solo una piccola formalità da sbrigare: andare a riprendere la macchina che si trova a circa un’ora e mezza di distanza e 600 m più in alto!
Davide si offre di accompagnarmi, ma i suoi bimbi sono più piccoli e lo stanno aspettando, mentre io ormai ho avvisato che mi prendevo la mattina libera. A malincuore 🙂 accetta di tornare a casa, ci salutiamo e io riparto verso Misurina. La gamba è ancora buona e risalgo di buona lena la pista ciclabile per Cortina. A Carbonin rientro sull’asfalto, quasi subito mi supera un trenino di ciclisti in bdc e tutina attillata. Una ragazza mi saluta come si usa fra ciclisti, il sorriso mi sembra quasi ironico, sicuramente sta pensando di non rivedermi più. Ci penso un secondo, non mi faccio scappare l’occasione, aumento l’andatura e mi metto a ruota anche io, nonostante la biciona da 14 kg, gli scarponi e lo zaino con le protezioni. La pendenza aumenta, gli ultimi a ruota si staccano uno ad uno ma io non mollo, recupero sempre i primi che per fortuna non tirano troppo e in meno di un’ora sono a Misurina. La ragazza si volta, adesso il sorriso mi sembra più incredulo, blocca un attimo la pedalata, e mentre la supero la saluto con un bel sorriso (ironico?) e ringrazio per la scia.
Non mi resta che tornare al campeggio, felice di aver scoperto un sentiero che, per i panorami che offre, può essere senza dubbio catalogato come uno dei più belli al mondo.
Distanza 58 km
ascesa 1700 metri
Foto di aledabomb e nonnocarb
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