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Esattamente due mesi fa abbiamo pubblicato un comunicato stampa della UCI che presentava una variazione del regolamento per la DH World Cup del 2016 circa il numero di atleti ammessi agli eventi. In quel comunicato però l’UCI non ha fornito molti dettagli e spiegazioni, lasciando quindi molti dubbi su quello che ci si sarebbe dovuto attendere per la prossima stagione. Nei giorni scorsi abbiamo potuto apprendere di più grazie a un’interessante intervista di Vital MTB a Simon Burney, nella quale il coordinatore UCI per la Mountain Bike spiega i dettagli di queste variazioni al regolamento e svela ulteriori novità.
A livello di numeri il nuovo regolamento impone un minimo di 30 punti UCI per poter accedere agli eventi di Coppa del Mondo, al posto dei 20 punti necessari fino alla stagione appena conclusasi. Anche il numero di atleti concessi a ciascuna Federazione Nazionale da presentare agli eventi per merito, nonostante non abbiano raggiunto i 30 punti UCI necessari, viene ridotto da 5 a 3. Queste regole vengono applicate solo alle categorie Elite e non a quelle Junior, dove evidentemente (e fortunatamente) si vuole lasciare spazio ai più giovani per poter crescere e confrontarsi al massimo livello.
Questa modifica al regolamento, alla luce della situazione attuale, comporterebbe una riduzione da 478 a 408 atleti uomini e da 199 a 172 atlete donne. Si tratta ovviamente di una stima rispetto ai punti attualmente in possesso degli atleti presenti nel ranking UCI in questo momento, ma ovviamente i numeri sono soggetti a cambiamento per ogni evento, dato che gli atleti hanno la possibilità di guadagnare punti non solo in Coppa del Mondo ma anche ad altri eventi UCI come le gare internazionali e i campionati nazionali assoluti del paese di appartenenza.
Le motivazioni sono quelle già incluse nel primo comunicato, ma in questa occasione Burney entra più nel dettaglio, con alcuni esempi pratici. Per prima cosa le prove libere partono alle 7.30 del mattino e durano tutto il giorno, ma non lasciano comunque abbastanza spazio a tutti gli atleti per provare adeguatamente il percorso, anche a causa delle code che spesso si creano agli impianti di risalita e al cancelletto di partenza della pista. Molti atleti non hanno realisticamente la possibilità di qualificarsi e molto spesso non hanno nemmeno l’esperienza sufficiente per affrontare un tracciato di World Cup. Sono proprio questi atleti che, nel tentativo di dare il massimo, riportano infortuni, di conseguenza anche l’assistenza medica si trova sotto pressione.
Un altro motivo che ha spinto l’UCI a prendere questa decisione, in accordo con le principali località che ospitano gli eventi di World Cup, è quello di provare a ridurre lo spazio necessario ai paddock. Infatti molte località si trovano in difficoltà a ospitare l’elevato numero di paddock di tutti i team partecipanti, quindi alcune di queste località devono attrezzarsi facendo fronte a notevoli problemi di logistica, mentre altre si vedono costrette a rinunciare alla possibilità di ospitare un evento di World Cup per mancanza di spazio sufficiente per l’area paddock, quando al contempo potrebbero offrire un tracciato e dei servizi di elevata qualità.
In relazione al numero di team è stato stabilito anche un sostanzioso aumento delle tasse di iscrizione per i team UCI, che da €500 passano a €2.000, lasciando invariato lo spazio a disposizione per i paddock, pari a 30m², mentre quelle dei team Elite non cambiano e restano fissate a €3.500. Si presume che l’aumento delle tasse di iscrizione porti molti atleti di team minori a raggrupparsi sotto un unico paddock durante gli eventi, per dividere le spese.
Novità anche per quanto concerne la regola sulle divise degli atleti. Dopo la punizione inflitta al Santa Cruz Syndicate per la stagione 2015, escluso dai team Elite a causa del loro mancato uniformarsi alla regola che prevede divise identiche per tutti i piloti appartenenti allo stesso team, ora questa regola è stata dismessa per gli eventi di DH, quindi ogni pilota è libero di indossare una divisa di suo gradimento. Resta in vigore l’obbligo di indossare il giubbino di leader di World Cup e la jersey iridata di Campione del Mondo.
Illustrate in questi termini, queste modifiche risultano pensate per migliorare la qualità degli eventi di World Cup, sia a livello agonistico che in termini organizzativi e di logistica. Detto questo resta comunque da considerare la difficoltà di ottenere i 30 punti UCI necessari alla partecipazione anche per rider di ottimo livello che a inizio stagione non vedono in calendario gare internazionali UCI in grado di assegnare punti. Fatta eccezione per il circuito iXS European Downhill Cup, le gare internazionali infatti sono sempre più rare a causa degli elevati costi e delle onerose tasse federali a carico degli organizzatori. Se da un lato queste soluzioni premiano la qualità degli eventi di World Cup, dall’altro lato creano un grosso divario tra questi eventi e quelli di livello nazionale, impedendo a rider promettenti di confrontarsi e di crescere. Se l’UCI con questo intende implicitamente promuovere le gare internazionali, sarebbe opportuno incentivasse gli organizzatori di gare nazionali a impegnarsi in una gara internazionale, magari rivalutandone i relativi oneri federali.
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