[Dream bike] Norco Range in versione mini DH | MTB Mag
Norco Range

[Dream bike] Norco Range in versione mini DH

11

Era da tempo che accarezzavo l’idea di montare un’endurona cattiva con forcella a doppia piastra per godermi i tracciati di Finale Ligure e i bike park in estate. Norco ha nella sua gamma da qualche anno la bici perfetta per questo tipo di allestimento, l’ultima versione della Range Carbon, uscita nel 2022: geometrie aggressive, 170mm di escursione (che ho portato a 178mm), sistema di sospensione high pivot molto performante e compatibilità con forcelle a doppia piastra.


Questa versione aggressiva della Range con doppia piastra è molto popolare in Canada, patria di Norco ma anche di alcuni dei bike park più famosi al mondo. Peraltro in passato questo modello di Range è stato usato anche in alcune gare di DH dal team Norco, con forcella doppia piastra e con una modifica al link della sospensione che consentiva di montare ammortizzatori più lunghi per portare l’escursione a circa 200mm. In questo caso, dato che l’obiettivo è di guadagnare spesso la salita a pedali piuttosto che con gli shuttle, ho cercato di contenere il peso complessivo della bici rispetto agli allestimenti ufficiali che oscillano tra i 17,5 e i 18kg circa. Con un peso finale di 15,3kg in taglia M posso ritenermi soddisfatto, anche considerando il peso extra della forcella a doppia piastra rispetto a una monopiastra.

Il sistema di sospensione della Range è decisamente particolare e articolato. Si tratta di un quadrilatero con giunto Horst e con il main pivot posizionato particolarmente in alto. Non credo serva ancora disquisire sui vantaggi dei sistemi di sospensione high pivot, ormai largamente adottati sulle bici da downhill e su molte bici da enduro. Norco con la sua Range ha declinato un cinematismo prettamente di derivazione downhill su di una bici da enduro, garantendo al contempo anche un’estrema rigidezza strutturale al carro e al telaio in generale. La curva di compressione è ben calibrata e la sensibilità iniziale è impressionante. Il baricentro molto basso determinato dalla posizione delle bielle e dell’ammortizzatore, avvantaggia notevolmente la maneggevolezza.

Il cinematismo agisce su di una massiccia biella a forma di boomerang che è infulcrata concentricamente alla scatola del movimento centrale. Questa viene tirata dal fodero inferiore del carro determinando un sistema di azionamento pull. A sua volta comprime l’ammortizzatore tramite un attacco a forchetta che funge da prolunga. Piccola curiosità: è proprio sostituendo questo attacco che si può montare ammortizzatori di corsa maggiore per utilizzare la Range anche in ambito downhill, esattamente come ha fatto il team di DH di Norco prima che uscisse l’attuale modello da downhill.

La posizione molto alta del main pivot richiede ovviamente l’utilizzo di una puleggia di rinvio della catena per gestire il tiro catena durante l’affondamento del carro e minimizzare inoltre il pedal kickback. Norco ha adottato un guidacatena molto curato in abbinamento alla puleggia, sia per mantenere al suo posto la catena che per evitare che l’abbigliamento possa impigliarsi tra catena e puleggia.

La parte posteriore dell’ammortizzatore e il relativo attacco a forchetta sono protetti da un piccolo parafango in plastica, fissato direttamente al telaio. Anche il telaio stesso è dotato di numerose ed efficaci protezioni in gomma dura. Il carro è abbondantemente protetto vicino al passaggio della catena e sotto a entrambi i foderi inferiori. La parte inferiore del tubo obliquo è riparata da un guscio in gomma e le parti più esposte del telaio sono pellicolate. Protezioni in gomma anche su piccoli dettagli come il perno della biella inferiore, vicino alla catena. La biella stessa, essendo posizionata molto in basso, è equipaggiata con un robusto guscio di plastica a protezione dagli urti anche se, finora, non mi è ancora capitato di colpirla.

L’ammortizzatore è quello fornito di serie da Norco insieme al telaio, un Fox Factory DHX2 con tune specifico abbinato a una molla da 450 libbre per la taglia M. È in versione trunnion con 205mm di interasse e 62.5mm di corsa ma dato che la Range, grazie al suo percorso ruota retrogrado, offre ulteriore spazio alla ruota per una maggiore escursione, ho rimosso lo spacer da 2.5mm dall’ammortizzatore così da portare la corsa a ben 178mm, come ho anticipato nell’introduzione all’articolo.

Il punto di forza di questo allestimento è la forcella Formula Belva, la forcellona da enduro dell’azienda pratese che con i suoi steli da 35mm, ma forte del design a doppia piastra, sfida le concorrenti monopiastra come Zeb e 38 in termini di rigidezza e precisione. Il concetto di doppia piastra sulle bici da enduro non è stato ancora interamente sdoganato ma tecnicamente i vantaggi sono notevoli. Grazie all’altezza ridotta, caratteristica delle doppia piastra, si può optare per escursioni maggiori rispetto alle monopiastra, a parità di lunghezza axle-to-crown. Ho scelto quindi la versione da 180mm di escursione che si abbinano perfettamente ai 178mm di escursione posteriore. Seguirà un test approfondito.

Per la trasmissione ho optato per SRAM con un gruppo X01 AXS abbinato a una catena XX1 black. Il forcellino UDH consentirebbe di montare anche la più recente gamma Transmission di SRAM ma la posizione fissa dell’idler e del suo specifico guidacatena è studiata per trasmissioni con linea catena da 52mm e non da 55mm come la Transmission. Poco male, il funzionamento del X01 AXS  è impeccabile e non fa rimpiangere la versione più nuova, se non dal punto di vista estetico per il design più moderno e accattivante del deragliatore Transmission. La Range è equipaggiata di serie con un bash/guidacatena MRP.

Anche l’impianto frenante è fornito da Formula con i performanti e affidabili Cura 4 nella versione con la nuova leva equipaggiata di regolazioni Feeling Control System per gestire la modulabilità del pompante e Tool-Free Reach Adjustment per regolare la distanza della leva senza bisogno di attrezzi. La pinza posteriore è dotata di valvola Speed Lock (opzionale) per sganciare la tubazione senza necessità di spurgare l’impianto e facilitare quindi montaggio e smontaggio del passaggio interno al telaio.

Ai Cura 4 ho abbinato una coppia di dischi Formula in 2 pezzi da 203mm di diametro. La parte centrale del rotore è in alluminio e oltre a ridurre il peso aiuta a dissipare il calore. Non esistono in versione Centerlock quindi ho dovuto utilizzare un adattatore da 6 fori a Centerlock, fornito dalla stessa Formula, che ha vanificato buona parte del suddetto risparmio di peso, ma la resa estetica di questi dischi è decisamente apprezzabile.

Le ruote sono le ottime Newmen Advanced SL A.30 da 29 pollici che sto utilizzando ormai da diversi anni e rappresentano la mia scelta definitiva per robustezza, prestazioni, comfort e leggerezza. Sono abbinate a copertoni Kenda Pinner Pro con carcassa ATC che da quando ho provato per la prima volta nel 2020, sono diventate le mie gomme preferite per il comportamento affidabile e prevedibile, ottime su tutti i tipi di terreno, da quelli secchi e polverosi a quelli più umidi e scivolosi, con una carcassa robusta e relativamente leggera.

Il cockpit è firmato OneUp Components con un’ottimo e confortevole manubrio Carbon Handlebar da 800mm di larghezza, 20mm di rise e 35mm di diametro. Essendo montato su una forcella a doppia piastra, l’attacco manubrio è un Direct Mount Stem da 45mm di lunghezza. Completano il cockpit le manopole Thick Grips da ben 35mm di diametro, belle spesse come vogliono le mie mani.

Di casa OneUp anche il reggisella, un Dropper Post V3 da 210mm di escursione e 34.9mm di diametro, abbinato al suo comando Remote V3. Con il suo funzionamento morbido e fluido, come da tradizione OneUp, la nuova versione V3 offre uno stack ancora più basso della versione precedente, già il più ridotto sul mercato, quindi consente di sfruttare la massima escursione anche su telai con un inserimento ridotto. Non è questo il caso dato che sulla Range sarebbe possibile montare anche escursioni superiori.

OneUp mi ha gentilmente fornito anche gli accessori per montare direttamente sul telaio gli attrezzi e i ricambi. La pompetta EDC Pump da 70cc che al suo interno stiva il multitool EDC V2 Tool completo di Plug Kit e il supporto per la camera d’aria EDC Tube Strap Mount. Il supporto della pompetta è fissato sotto all’attacco magnetico della borraccia FidLock.

Per i pedali ho scelto Look, con degli X-Track EN-Rage in versione Plus. Una garanzia in termini di funzionamento e anche di durata, grazie agli ottimi cuscinetti. Con il loro sistema SPD estremamente curato, rispetto agli altri pedali SPD in commercio offrono maggiore facilità di aggancio e uno sgancio sempre affidabile e preciso.

Norco / distribuito da RideSolution
Formula
OneUp
Look
Kenda / distribuito da RMS

 

Commenti

  1. Molto interessante, avrei una curiosità: vista la ricerca della leggerezza come mai è stata montata la molla standard fox e non quella SLS? poca differenza di peso, prestazioni migliori, altro? avere un riscontro sarebbe utile per capire se ha senso o meno spendere il triplo per le molle SLS.
  2. Che bomba! A me piace molto ma..

    il cambio a batteria non lo digerisco su una bici così;

    ll link/carro mi pare sporga troppo in basso rispetto al movimento centrale e già mi immagino le sassate o il fango (è anche vero però che comprimendosi ruota all'indietro e probabilmente sporge di meno;

    il perno sul link a boomerang ha l'aria di essere spannato o quasi e mi disturba un po'..

    Comunque bella bella! :sbavon:
Storia precedente

Nuovi freni Intend Trinity 2.0

Storia successiva

N1NO Beyond | Episodio 5: l’innovatore

Gli ultimi articoli in Test