È arrivato il momento dei deragliatori co-assiali?

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Dopo le prime foto prese durante i mondiali di Le Gets, in cui sono apparsi i primi prototipi di SRAM, è venuto ora anche il momento dei brevetti depositati da Shimano in merito. Quindi la strada sembra tracciata: in futuro vedremo i deragliatori DirectMount senza forcellino, ovvero co-assiali al perno passante posteriore.



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Sia la soluzione di SRAM che quella di Shimano prevede che il deragliatore venga avvitato tramite una bussola filettata sul supporto del perno passante posteriore.

I vantaggi promessi da queste soluzioni sono chiaramente una maggior rigidità della parte, che in tempi di 12-13V, ed in futuro forse più, dà garanzie di cambiate più precise. Inoltre il deragliatore, soprattutto nelle preziose versioni elettroattuate, è un po’ più riparato da eventuali impatti. Altro vantaggio l’universalità della soluzione, che dovrebbe mettere definitivamente nel cassetto i forcellini proprietari per ogni costruttore di telai.

Questa soluzione sembra la naturale evoluzione di quello che già dda un po’ di tempo SRAM propone con l’UDH, o Universal Derailleur Hanger, il forcellino universale, appunto, proposto da SRAM.

Questo forcellino universale può essere utilizzato solo su telai compatibili (che devono avere l’alloggiamento per lo stesso nella parte interna del telaio), e così sarà anche per il DirecMount co-assiale di SRAM, che sembra proprio utilizzare lo stesso standard. Per Shimano vedremo, probabilmente anche lì si giocherà molto a livello commerciale per riuscire ad imporre un sistema piuttosto che un altro, sempre che siano poi effettivamente differenti.

Ovviamente il fatto che ognuno dei due costruttori di trasmissioni abbia depositato un proprio brevetto fa pensare che si, saranno diversi in qualche modo. Ad esempio il brevetto di SRAM prevede che la vite di regolazione dell’angolazione del deragliatore (B-Screw, in inglese) sia posizionata sulla bussola di battuta interna, mentre quella di Shimano all’esterno, nel braccio di supporto del deragliatore.

Questo potrebbe effettivamente portare a delle differenze sulla forma e dimensione delle parti metalliche a contatto col telaio, e quindi a “standard” differenti.

Ad ogni modo si tratta di speculazioni, quello che è molto probabile è che vedremo in un futuro prossimo questi nuovi sistemi in vendita. I prototipi di SRAM (ovviamente solo nelle versioni elettroniche) sembravano già molto avanzati lo scorso agosto.

Commenti

  1. Deragliatore e catena è una soluzione semplice ed efficiente per questo motivo non è stata ancora superata dopo molti decenni, lo spostamento dell'attacco del deragliatore non è un vero miglioramento; ritengo che invece di sciupare risorse per queste banalità potrebbero concentrarsi su un cambio di paradigma generale.
    Una soluzione efficiente e leggera non è a portata di mano ma partire da alcuni progetti già sviluppati potrebbe essere una buona base di partenza.
  2. Tc70:

    Il problema si pone se il cavo si danneggia e c è da cambiar il filo...non tutto resta all' interno, sempre una rogna in più rispetto wireless, che non è più figa, ma certamente più pratica.
    Però, porta pazienza, i tuoi amici hanno venduto il di2, cosa che non sarà stata indolore, solo per la presenza del cavo? Non lo sapevano prima? E prima del cambio elettronico con cosa cambiavano le marce, col pensiero?
    Sai, sono portato a pensare che Shimano, per mera e legittima brama di profitto, ne abbia venduto qualche centinaia di migliaia di gruppi di2 ed io non ho mai sentito o letto nulla dì quanto affermi.
    Detto questo, non ho nulla contro il sistema Sram (se non il fatto di ricaricare la batteria ogni 1 o 2 uscite e di portarmi appresso quelle a bottone), sceglierò in funzione di caratteriste e prezzo, è e rimane una valida proposta.
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