Credit: Bike Connection Summer – Luigi Sestili

[First Ride] Freni Formula Cura 4

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Nell’articolo pubblicato recentemente con il first ride della nuova forcella Selva R di Formula, vi avevamo anticipato che a breve sarebbe uscito anche un first ride inerente ai Cura 4, il nuovo impianto frenante di Formula dedicato alle discipline gravity. Ve lo avevamo presentato ufficialmente a maggio grazie al comunicato stampa ufficiale di Formula, al quale vi rimandiamo per tutti i dettagli principali. In questo articolo invece ci concentreremo sulle prime impressioni di riding e su alcuni dettagli che ci sono stati illustrati da Formula.



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Il claim di Formula per i Cura 4 è “Appena nati e già Campioni del Mondo”, facendo riferimento alla maglia iridata di Loic Bruni, conquistata ai Worlds di Cairns. Effettivamente si tratta di un impianto frenante dalle prestazioni talmente elevate da meritarsi il titolo di Campione del Mondo. Se già la versione attuale del Cura a 2 pistoncini, che ho assolutamente apprezzato nel nostro test, si fa valere rispetto alla concorrenza, questa versione a 4 pistoncini è (almeno) una spanna sopra a qualsiasi altro freno abbia mai provato.

I Cura 4 utilizzano il medesimo pompante dei Cura dai quali discendono e che resteranno in gamma ad affiancare il nuovo modello, offrendo una doppia scelta che copre tutte le destinazioni d’uso dal trail al DH. Troviamo quindi identiche caratteristiche: stesse leve sia nella forma che nella posizione di infulcro che ne determina il rapporto di leva, stesse dimensioni del serbatoio, stesso collarino con compatibilità MixMaster, stessa regolazione della distanza della leva e stesse porte di spurgo. L’unica differenza effettiva è la laseratura del nome Cura 4 invece della scritta Cura. Così come il modello a 2 pistoni, il nuovo Cura 4 utilizza olio minerale.

Ciò che invece rappresenta una totale novità è la nuova pinza a 4 pistoni, che fornisce il nome al nuovo impianto frenante di Formula. La pinza è realizzata in 2 pezzi, forgiata e anodizzata per garantire leggerezza e robustezza, e ospita 4 pistoncini del calibro di 18mm ciascuno. Il roll back dei pistoncini è ottimizzato per garantire la massima precisione e affidabilità dei freni e quello stesso feeling progressivo e modulabile che sta rendendo famosi i Cura. Le pastiglie, che ovviamente sono specifiche per questo modello per via dei 4 pistoncini, hanno una superficie di attrito molto ampia e anche lo spessore del ferodo è maggiorato.

A causa di un aumento sostanziale del costo del meccanismo utilizzato per lo Speed Lock, l’eccellente sistema di sgancio rapido delle tubazioni collocato in prossimità della pinza, che rappresenta uno dei pochi componenti che non vengono prodotti direttamente dal brand del giglio nella sua sede di Prato, Formula ha scelto di non offrirlo più di serie a partire dalla gamma 2019 ma di metterlo a disposizione come optional. Questo per mantenere accessibile e competitivo il prezzo di listino dell’impianto completo, senza doverlo sovraccaricare con il costo di accessori molto utili ma che oggettivamente non risultano indispensabili a tutti, come per esempio a chi monta i freni su bici con passaggio delle tubazioni esterno al telaio.

I nuovi rotori di Formula rappresentano un componente importante che lavora in sinergia con il nuovo impianto e ne supporta la potenza. Il disegno svela già a occhio nudo la maggiore robustezza e rigidezza rispetto al modello precedente. Gli intagli ad asola sulla pista frenante rispetto ai fori della precedente versione garantiscono una minore usura delle pastiglie e una maggiore silenziosità. Il disco a fori tondi infatti trasmetteva una sorta di vibrazione che forniva un feeling di tipo motociclistico, che era una soluzione voluta ma che non era apprezzata da tutti, quindi Formula ha optato per un rotore silenzioso e privo di tale feedback. La silenziosità del disco è fornita anche dalla rigidezza stessa che evita fastidiosi rumori di risonanza e consente di mantenere più facilmente l’allineamento con le pastiglie anche ad alte temperature.

Contestualmente alla prova della Selva R e dei Neopos, il first ride con i Cura 4 si è svolto a Les Gets, durante il Bike Connection Summer. L’impianto frenante era installato su una Propain Tyee Carbon da 27.5″ con escursione di 160mm al posteriore e 180mm all’anteriore. Ho percorso prevalentemente il canyon con il suo fondo naturale, molto eroso, zeppo di radici umide e qualche pietra ma ho spaziato spesso anche nei vari percorsi del bike park, veloci e ritmati, ricchi di sponde e salti. Una notevole varietà di condizioni che mi ha permesso di spremere i Cura 4 e di comprenderne le caratteristiche. È giusto sottolineare che conosco molto bene i Cura da cui questi nuovi freni derivano, dato che dopo il test pubblicato lo scorso ottobre ho scelto di continuare a usarli in virtù delle loro prestazioni superiori alla concorrenza. Pertanto le aspettative circa questa versione a 4 pistoncini erano molto alte e sono contento che non siano state disattese.

Dai Cura ereditano la grande precisione e la sensibilità che ne determinano l’ottima modulabilità, capace di mettere a proprio agio il rider che è sempre in grado di sentire il contatto delle pastiglie sul disco e gestire l’azione del freno in base all’esigenza. Rispetto ai Cura però la potenza, già di assoluto riferimento, è aumentata ulteriormente, configurando i Cura 4 come i freni più potenti che abbia mai avuto modo di provare. La potenza inoltre è gestibile in modo progressivo e prevedibile, quindi in ogni situazione si riesce a dosare la frenata applicando una minima forza con ciascun dito e stancando notevolmente meno gli avambracci a fine giornata. La risposta è sempre uguale, anzi identica, anche dopo lunghe discese con utilizzo intenso, pronta ma non brusca, efficace senza alcun allungamento della corsa della leva, migliorando definitivamente un aspetto già più che valido dei Cura. Questo significa che i Cura 4 non si rivolgono soltanto a chi cerca la prestazione pura ma anche a chi cerca affidabilità, precisione e comfort. Infine un altro dettaglio degno di nota: durante il test ho passato più di mezz’ora, tra risalita in seggiovia e successiva discesa, sotto un forte acquazzone e ho constatato come i Cura 4 frenassero senza perdere prestazioni e soprattutto senza fare alcun rumore anche in condizioni di bagnato. Merito certamente dei nuovi rotori più che degli stessi freni, in ogni caso un altro punto a favore di Formula e dei suoi nuovi Cura 4.

Riceveremo a breve un impianto frenante Formula Cura 4 da mettere alla prova in un test approfondito per cui restate connessi per scoprire le nostre impressioni su prestazioni e affidabilità a lungo termine.

Formula

Photo credit:  Bike Connection Summer – Luigi Sestili

 

Commenti

  1. Alcune domande a Frenk, visto che sto aspettando questi Cura4 da un po'...
    i dischi nuovi stanno anche sugli R0? mi par di capire che sono più spessi, ma compensando l'olio riescono comunque a vestire i vecchi freni?
    Questi non sono più semiflottanti, io ho i semiflottanti e il grande vantaggio a mio parere è che si deformano meno rispetto ai classici, quindi vorrei capire se pensano di fare un semiflottante anche su questi nuovi o se ci sarà solo questo.
    Lo spurgo funziona come tutti gli ultimi formula?
    Visto che li hai usati a lesgets, hai avuto modo di fare anche qualche discesa a morzine sulla Pleney? perchè se roulibre e canyon non li stressano a fondo, sulla pleney almeno io sto spesso con i freni in mano ed è, in PDS, una delle piste che più li mette in crisi.
    Perchè ad esempio quando ho provato i Cura2 ci ho trovato molta modulabilità e potenza, ma li scaldavo prima rispetto ai miei R0.
    ma i dischi semiflottanti che hai tu sono i formula con lo spider in alluminio? perchè li ho anhe io ma non li definirei semiflottanti, semplicemente in due pezzi per dissipare meglio il calore, e comunque gran bei dischi, costano tanto ma mai mai mai un problema che sia uno.
    Spero che continuino a produrli....
    parlo di semiflottanti perchè appunto essendo separati n due pezzi, l'attacco consente un gioco molto leggero, e questo aiuta a mantenere i freni sempre dritti, anche io ho trovato un grande miglioramento passando dal monoblocco ai due pezzi, anche se la rumorosità indotta dai fori tondi è innegabile, specie quando iniziano ad usurarsi... ecco perchè spero anche io che abbinino la nuova pista allo spider in alluminio, però magari, aumentando lo spessore, potrebbero andare bene anche i monoblocco.
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