[Test] Bianchi Methanol CV RS 9.1

Da quando il formato da 29 delle ruote è stato introdotto sul mercato abbiamo avuto modo di testare anche tutte quelle della gamma Bianchi da xc, sia front che full. Se quest’ultima è rimasta invariata dal 2013, abbiamo di contro seguito e provato passo passo le scelte che la casa di Treviglio ha fatto nel tempo, modificando materiali e geometrie, sino a giungere alla Methanol CV RS, presentata nel luglio di quest’anno e oggetto del nostro ultimo test in versione 9.1. La top di gamma e con ruote in carbonio DT Swiss XRC 1200.


Dettagli


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Materiale telaio: carbonio HM monoscocca Countervail
Formato ruote: 29”
Geometrie variabili: no
Corsa ant.: 100
Mozzo posteriore: 148×12
Mozzo anteriore: 110×15
Trasmissione: 1×12 (32t / 10-50)
Attacco per deragliatore: no
Attacco portaborraccia: 2
Disponibilità del solo frameset: sì (2.590 euro)
Peso rilevato: 8,760 kg senza pedali
Prezzo: 7.590 Euro con DT Swiss 1200 (6.990 versione base con DT Swiss XR 1501)

Allestimento

Forcella: Fox 32 SC 29” Factroy Kashima 100 mm00mm
Freni: Sram Level Ultimate con dischi Sram centerline da 180mm l’anteriore e 160 il posteriore;
Manubrio: FSA K-Force Light UD composito carbonio/Kevlar Flat CF 700 mm, upsweep 0°, backsweep 6°;
Attacco: FSA K-Force Light alluminio,+/-12 ° di inclinazione da 90 mm;
Sella: Fi’zi:k Tundra M3, forchetta carbon braided
Reggisella: FSA K-Force Light carbonio UD monoscocca diametro 27.2 mm, lunghezza 400 mm, arretramento 25 mm, compatibile Di2;
Gruppo: XX1 Eagle trigger a 12v e corona da 32 denti;
Movimento centrale: Sram DUB pressfit BB92, 41×92 mm
Ruote: DT Swiss 1200 spline XRC 25
Copertoni: Kenda Honey Badger XC Pro da 2.2
Portaborraccia: Elite Canniball

Geometrie

Nella versione CV S le geometrie sono praticamente identiche alla precedente CV, foderi bassi a parte che si differenziano di 1mm. La versione RS in test (940 gr. di peso in taglia 43) è invece notevolmente diversa. L’angolo sterzo è passato dai 71° ai 69.5°, così come reach e passo della bici sono aumentati (riferito alla taglia L in test) rispettivamente di 12mm e 32 mm, mentre lo stack risulta minore di 7 mm. Obiettivo di queste modifiche è rendere la bici più stabile e guidabile in discesa e sullo sconnesso rispetto alla versione precedente. I foderi bassi sono stati allargati per consentire il montaggio di pneumatici più larghi, mentre l’assenza della predisposizione per il deragliatore consente il solo montaggio del monocorona.

La prova sul campo

Il passaggio dalla prima Methanol SL alla CV lo definimmo abissale (in meglio). Stavolta la differenza fra la “vecchia” CV e la CV RS appare più una questione di dettagli, tenendo anche presente nel paragone che se la componentistica  è uguale al test della CV, in questo caso l’allestimento in test prevede ruote più leggere di oltre 120 grammi e di diverso materiale, carbonio in luogo dell’alluminio, oltre a una sella diversa, ma sempre in carbonio.

Nel comportamento in salita, sul ripido, nei rilanci e nella manegevolezza sul misto veloce, è veramente difficile trovare di meglio. Da un telaio top di gamma per materiale e concezione, unito ad una componentistica di pari livello, è normale attendersi il top, ma non sempre è scontato che lo sia.  In tal senso le ruote garantiscono un deciso step positivo. Si dice che in salita contino le gambe e in assoluto è ovviamente vero, ma quando una bici viaggia via così “facile”, rispondendo ad ogni sollecitazione, sia di pedalata come di guida, essere in fiducia, avere feeling e raggiungere i propri limiti è molto più immediato. Sullo sconnesso moderato il telaio smorza molto bene le vibrazioni, mentre il reggisella e la sella flettono leggermente smorzando i colpi, similarmente a quello che nella Trek Pro Caliber ho riscontrato col giunto isospeed del telaio, con la differenza, in questo caso, che la flessione sul liscio è inesistente.

Quando lo sconnesso è però molto accentuato, con ostacoli medio/grandi, quando né il countervail, né componenti flessibili, possono molto, la CV RS, come la precedente CV, rimane una bici impegnativa. Un manubrio ancora più stretto della media (700mm) e un attacco molto negativo (-12°) la rendono una bici da guidare fino in fondo, che consente pochi momenti di distrazione e relax se il percorso è impegnativo, a maggior ragione sul ripido dove l’anteriore è caricato maggiormente. In tal senso le novità della nuova versione nell’aprire l’angolo di sterzo a allungare leggermente il passo si sentono, ma non possono fare miracoli.

Va detto che se si vuole facilità in discesa, ci vuole una full. Ho provato ad invertire l’attacco mettendolo a +12°. Qui ovviamente dei benefici ci sono, soprattutto sul ripido, ma nell’insieme si ha una posizione strana e non da xc che alla fine è più anomala che utile. Più ragionevole è valutare di optare per un attacco meno negativo.

Quando il percorso è liscio la Methanol, agile e pronta nei cambi di direzione, è invece molto divertente da guidare.

Un po’ in controtendenza rispetto a una bici “all race” per peso, prestazioni e caratteristiche di guida, è il montaggio di serie della corona 32, quando un 34 sarebbe forse più coerente con l’impostazione della bici. Un’ opzione che già in sede di acquisto si può in ogni caso facilmente valutare.

Anche la Fox, come la Sid recentemente usata nel test della Canyon Lux, presenta ora una regolazione della compressione posta sulla testa dello stelo destro che è molto di fino e che si fa fatica a percepire nei diversi setting durante la guida sul campo.

Conclusioni

La Bianchi Methanol CV RS 9.1 è montata con il top della componentistica attualmente disponibile sul mercato. La bici perfetta per tutte le situazioni non esiste, ma se si vuole un mezzo con cui dare il proprio meglio in salita e sul pedalato ed al tempo stesso divertente in discesa nei percorsi filanti e guidati, ma non troppo sconnessi e ripidi, la CV RS è un’ottima scelta, così come lo è per le gare xc. Solo in presenza di discese lunghe ed impegnative, se fatte senza respiro (come in gara) mi sentirei di consigliare altro. Non un’altra front però, bensì una full. Del resto è un’opzione che anche i pro fanno sempre più spesso quando lo ritengono utile.

Sempre molto rifiniti i particolari di contorno sulle Bianchi, dalla viteria dei porta borraccia in ergal di Carbon-ti, alle manopole in neoprene, leggere, minimali ma comode.

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