Specialized ci ha mandato in anteprima i pneumatici Butcher con la carcassa BLCK DMND, vale a dire quella rinforzata rispetto alla classica Grid. Pensate per uso enduro, queste coperture sono state provate da noi sia nella sezione 2.3″ che 2.6″. Questo articolo è stato scritto da Marco Toniolo per quanto riguarda il test delle 2.3″, e da Mauro Franzi per le 2.6″.
Specialized Butcher BLCK DMND 2.3″
Ho provato la Butcher BLCK DMND 29 2.3″ all’anteriore sulle ruote Crank Brothers Synthesis, a loro volta montate su due bici diverse: la nuova Scott Ransom e la Mondraker Foxy 29. Ci ho girato da metà agosto e la sto usando tutt’ora, senza aver mai forato. Lo stato di usura lo potete vedere nelle foto, e lo potete paragonare qui ad un prodotto sempre Specialized BLCK DMND, con mescola identica, che ho montato al posteriore, così vi potete fare un’idea di quanto possa durare. Il peso rilevato è di 1142 grammi. Sezione carcassa 62 mm e 60 mm di larghezza max da tassello a tassello. Il montaggio è avvenuto facilmente tramite compressore e liquido antiforatura Specialized 2Bliss Ready.
Una gomma di questo peso e robustezza all’anteriore può quasi sembrare esagerata, ma con le 29 a lunga escursione ha un senso perché permette di girare a pressioni relativamente basse senza preoccuparsi degli ostacoli contro cui si andrà ad impattare ad alta velocità. Sul cerchio da 31.5mm di canale interno della Crank Brothers ho usato 1.4-1.5 bar, e non ho mai stallonato. La sensazione è quella di un pneumatico che offre un ottimo supporto laterale, proprio grazie alla carcassa robusta e rinforzata. Per spiegarmi, non è una di quei copertoni che si afflosciano se li sgonfiate, ma mantiene la sua struttura anche con poca aria. Questo vuol dire che la risposta elastica al contatto del terreno è in parte gestita dalla carcassa stessa, e non solamente dall’aria presente nel pneumatico, cosa tipica alle gomme più leggere. La conseguenza è l’avere un buon controllo della copertura in ogni situazione.
Il bello di una gomma con sezione relativamente contenuta come il 2.3″ ma con carcassa robusta è la sua reattività e precisione, data dalla scarsa propensione a deformarsi troppo in curva e dare qualla fastidiosa sensazione di deriva. Abbinata a delle bici aggressive come quelle su cui è stata montata, la Butcher dà grande sicurezza, anche grazie ad un bel grip dei tasselli laterali. Questi tengono veramente bene su tutti i terreni, anche su quelli smossi e secchi come è facile trovare in questo periodo di siccità sulle Alpi. Non si tratta di una gomma da fango, ma la distanza fra i tasselli è sufficiente per far pulire la Butcher piuttosto in fretta. La mescola Gripton mi è piaciuta molto, perché è un buon compromesso fra grip e scorrevolezza. In particolare i tasselli esterni si sono rivelati molto robusti e duraturi, pur essendo al tocco abbastanza morbidi, grazie alla loro costruzione ben piantata nella carcassa.
Sulla scorrevolezza non posso dire molto, visto che l’avevo montata davanti, ma al posteriore c’è una gomma simile che vi presenteremo fra pochi giorni e devo dire che, peso a parte, non mi ha dato più di tanto fastidio. I tasselli sono tagliati sulla parte frontale, proprio per il discorso scorrevolezza.
Riguardo al peso, torno sull’argomento perché, in un periodo in cui si fa tanto parlare di salsicciotti e inserti vari, vale la pena spezzare una lancia in favore di gomme più robuste e pesanti, rispetto ad altre più leggere ma con inserti dentro. Innanzitutto per la facilità di manutenzione: se si taglia un pneumatico con salsicciotto in giro per i monti si è nei guai e, ammesso e non concesso di avere uno zaino con capienza sufficiente, ci si trova con un inserto sporco di lattice da portare a casa. Seconda cosa, una gomma con carcassa robusta è meno propensa ai tagli, offre un’ottimo supporto anche a basse pressioni e costa di meno. Se si buca, con i vermicelli si ripara al volo.
Monterei questa gomma sulla mia bici? Assolutamente sì perché condiziona il mio stile di riding in maniera positiva, permettendomi di scegliere le linee che preferisco senza patemi di forature o pizzicature. Inoltre il grip e la tenuta in curva sono ottimi e si abbinano perfettamente alle Enduro da 29 di ultima generazione. Il peso incide in pedalata, ma i vantaggi in discesa sono così evidenti che sono disposto a fare un po’ di fatica in più in salita.
Specialized Butcher BLCK DMND 2.6″
Come anticipato da Marco, abbiamo provato il nuovo Butcher BLCK DMND anche nella sezione di 2.6″. La copertura è stata utilizzata all’anteriore su ruote Industry Nine Enduro 305 (qui il test), a loro volta montate su una Specialized Stumpjumper 6Fattie/29 utilizzata per l’appunto in formato 29″. Cominciamo quindi dalle misure rilevate sui cerchi da 30.5 mm di larghezza interna delle Industry Nine, con 67 mm di sezione della carcassa e 64.5 mm di larghezza max da tassello a tassello. Non ho verificato il peso di persona, ma considerato che l’intera gamma spazia da 1120 g a 1300 g, e che assieme alla versione 27.5″/2.8″ si tratta della misura maggiore, è abbastanza logico attendersi un peso prossimo ai 1300 g.
Un primo aspetto da sottolineare è che peso e dimensioni di questo tipo condizionano considerevolmente la risposta dell’avantreno, anche perchè si utilizzeranno pressioni inferiori rispetto a quelle normalmente adottate con coperture più strette e meno strutturate. Parlando in termini generali, si avrà quindi un minor nervosismo della ruota sui fondi smossi, con vantaggi sia in termini di confort che di stabilità, mentre il rovescio della medaglia è la perdita di reattività e precisione.
La Butcher non fa eccezione, il che ha richiesto una fase iniziale di adattamento. Una volta prese le misure, la copertura si è però fatta apprezzare per le eccellenti doti di tenuta, sia in frenata che in piega. La mancanza di tasselli di transizione fra la linea centrale e quelle laterali, ancor più evidente a causa della sezione elevata, non determina preoccupanti “vuoti” in fase di piega. È questo un aspetto particolarmente apprezzabile, che rende la copertura adatta e sicura anche anche per chi non ha una guida veloce ed aggressiva. Ciò detto, nelle pieghe accentuate la Butcher regala una tenuta ineccepibile e non tradisce neppure sui fondi un po’ più infidi, dimostrando quindi un’ottima polivalenza (chiaramente non si tratta di una copertura specifica da fango).
La sezione e l’ottimo supporto laterale spingono a scendere con la pressione, ma quando si esagera arriva qualche toccata di troppo sul cerchio ed una buona dose di spavento se ciò accade prendendo delle radici su una forte contropendenza. La Butcher non ha mai riportato danni evidenti, ma soprattutto non si sono verificate repentine e pericolose perdite d’aria conseguenti a stallonamenti. Il prezzo si paga in termini di grammi e parte del merito potrebbe andare alle ruote, ma la struttura c’è ed è valida.
Valutare l’usura di una copertura montata anteriormente facendo un paragone con la copertura posteriore lascia il tempo che trova, quindi prendete la considerazione che segue con le dovute precauzioni: montata in contemporanea ad una Schwalbe Hans Dampf SG soft, mentre quest’ultima è malconcia, la Butcher mostra a malapena i segni dell’usura. Al di là della validità di un simile confronto, è comunque interessante notare che i tasselli della Butcher, anche e soprattutto quelli laterali, non mostrano segni di usura alla base o tendenza a staccarsi.
Tirando le somme, monterei questa copertura? Nella sezione da 2.6″ da me provata onestamente no, sia per una questione di peso che di dimensioni. Struttura e tenuta mi hanno però impressionato molto positivamente, e per chi apprezza coperture di questi genere si tratta di un’ottima scelta. Per tutti gli altri c’è la versione da 2.3″ testata da Marco.
Prezzo: 65 Euro
La Grid all'anteriore l'avevo provata, la trovo anche io un ottimo compromesso. Diciamo che con due set di ruote/gomme io andrei proprio di Grid su un set per lunghi giri pedalati dove magari scendo anche più tranquillo e di blck dmnd su un altro set di cerchi quando so che il terreno è un disastro (mi viene in mente il Tamaro parte alta).
Se avessi solo due ruote su cui giocarmela, probabilmente farei come hai scritto tu. È un po' uno sfizio, ma è una delle poche cose che costano relativamente poco e su cui ci si può divertire a sperimentare.