Marco in Punta Ala with his test bike.

Enduro Test 2014, bici #5: GT Sanction

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L’ultimo giorno di test a Punta Ala mi incuriosiva molto perché avevo in programma le bici di tre grossi marchi: Specialized, Santa Cruz e Gt, con le rispettive Enduro, Nomad e Sanction. La Gt Sanction è stata in assoluto l’ultima bici che ho testato ed oltre ad essere risultata la vincitrice generale del test, si è rivelata anche la mia preferita.
Prima cosa da dire è che la bici in test aveva un montaggio custom (come la Nomad e la Banshee Rune) in cui spiccano la forcella Bos Deville e le ruote Crank Brothers Iodine giunte alla loro terza evoluzione.
Da una parte, le ruote, pur non avendo dato il minimo problema (a parte una stallonata davanti!!) mi sono sembrate poco rigide rispetto alla necessità di utilizzo.
Dall’altra, la forcella mi ha impressionato per la qualità del funzionamento e la fiducia che trasmette al rider. Parte molto sensibile, sostiene agli impatti senza affondare troppo ed è bella progressiva alla fine per i colpi più grossi. Insomma, una bella lotta ad alti livelli con la nuova Fox 36!



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In sella la bici ha un orizzontale da vera M, ma l’interasse, attorno ai 1190mm (è un po’ di più di quello dichiarato in tabella perché la Bos ha 10mm in più di escursione rispetto alla 36) corrisponde a quello di una L della maggior parte degli altri marchi.
L’attacco da 35mm e l’angolo sterzo di 65,5° (o un po’ meno per la Bos) ci confermano come la bici è stata fatta per esprimersi al massimo in discesa. In effetti è qui che la Sanction ci da l’impressione di essere un mini-dh.
La sospensione posteriore si mangia ogni ostacolo, pur restando reattiva quando lo si richiede. Dà sicurezza nell’affrontare i tratti più scassati del Rock-oh e allo stesso tempo risponde bene quando gli si chiede un bunny hop o un’ ollata per anticipare la curva successiva.

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La bici resta ben bilanciata anche quando con poca pendenza, nel liscio, bisogna affrontare cambi di direzione rapidi e veloci; come nella seconda perte del 301 per chi lo conosce.
Di contro paga un po’ laddove c’è da rilanciare tra una curva e l’altra, non fa parte del gruppo delle più reattive, ma non è stata la qualità che hanno ricercato in primis.
Per farla rendere al massimo bisogna avere una guida aggressiva, tendenzialmente più spostata sull’anteriore per non rimanere “appesi” al manubrio. Per questo non è una bici facile o per tutti, come la Specialized Enduro ad esempio, e il neofita incontrerà sicuramente delle difficoltà.

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In salita si difende bene grazie al bloccaggio del Float X da una parte e al sistema i-drive dall’altra. Quest’ultimo si sente ed è efficace nel ridurre sia il bobbing che l’influenza della sospensione sui pedali. Il bloccaggio dell’ammortizzatore, invece, avviene tramite un comando remoto che permette anche una posizione intermedia. Non è intuitivo nell’azionamento, quello di Scott è molto meglio, ma è un plus e ormai, a mio parere diventerà un must nelle bici di questa categoria.
In conclusione non saprei dire se è veramente la bici più veloce sulle speciali di una gara di enduro, ma sicuramente ha delle grosse qualità da poter sfruttare.

La comprerei?
Io ho una visione abbastanza orientata verso il gravity, ma se mi servisse una bici unica tuttofare, personalemente direi di si. Ci si può fare gare di enduro, persino gare dh e nei moderni bike-park, sempre più “semplici e per tutti” è il mezzo con cui mi divertirei di più.
Certo, nelle uscite super pedalate non è il top, e con gli amici magari si resta indietro, ma a chi piace questa bici non dà tanta importanza al tempo in salita…

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