Altra puntata sugli errori, questa volta si parla di ripidoni. In foto ne troverete di due tipi, uno più lungo e con “raccordi” più ampi, l’altro più secco con tanto di gradino in entrata e angolo netto di uscita (cioè non raccordato con la strada sottostante).
QUI trovate la puntata sui ripidoni.
Passiamo subito alle foto.
Io sul ripido più semplice (lungo e raccordato).
Foto 1
Si nota come la posizione durante il ripidone sia comunque con braccia piegate e carico sull’anteriore… nella foto non si capisce ma ho percorso questo ripidone a bassissima velocità. Caricando le gomme in modo adeguato non si hanno comunque perdite di aderenza.
Foto 2
Qui vediamo la fine del ripidone. Come possiamo vedere, la posizione (in realtà leggermente arretrata poiché subito dopo c’era una salitella e quindi stavo andando per abitudine a schiacciare il posteriore della bicicletta per prendere velocità e impostare già la salita!) rimane comunque alta sulla bici, non mi lascio schiacciare e anzi come detto vado a spingere con le braccia (appena prima) e con le gambe (proprio nel momento della foto, occhio all’ ammo super compresso).
Analizziamo Mr R e Mr S su questo ripidone lungo e raccordato:
Foto 3
Foto 4
Vediamo come Mr R percorra in posizione perfetta il ripidone. In fase di uscita però avanza col bacino andando ad assumere una posizione completamente sbagliata. In questa fase e con questo tipo di bilanciamento dei pesi non ci sarebbe possibilità per lui di frenare/curvare.
Foto 5
Come vediamo Mr S inizia ad arretrare e a posizionare il sedere dietro la sella già da prima che il terreno inizi a pendere veramente. Questa posizione oltre a scaricare completamente la ruota anteriore non permette di utilizzare al meglio i nostri arti. Le braccia infatti risultano completamente tese (NO carico sull’ant. in caso di buca o ostacolo) e le gambe completamente piegate (no escursione in caso di buca o ostacolo). Nonostante le mie urla “stai avanti, braccia piegate!!” Mr S, per la prima volta alle prese con questo tipo di pendenza, si è fatto prendere dalla paura e ha ricercato una posizione a lui congeniale, nonostante fosse sbagliata. Le conseguenze come abbiamo detto sono la perdita di aderenza all’anteriore e quindi la perdita di direzionalità, la sensazione di non poter frenare-curvare, insomma la sensazione di essere in balia del mezzo, e di non riuscire a controllarlo.
Le conseguenze sono abbastanza ovvie e si possono riassumere in questa foto.
Foto 6
A dovere di cronaca Mr S durante la settimana ha poi effettuato questo ripidone senza problemi e finalmente mantenendo la posizione corretta (con tanto di urlo liberatorio alla fine dello stesso!).
Analizziamo ora un ripido più complesso, in entrata troviamo uno scalino naturale e l’uscita non è così raccordata. Non ho mie foto su questo ostacolo (probabilmente mi devono ancora arrivare ma con la mole di foto che mi ha inviato Yari ci metteranno 1 annetto e mezzo). In compenso Mr Ripidone ha effettuato un’esecuzione veramente ottima e quindi farà le mie veci di esempio in questo caso. Inoltre, come dicevamo la settimana scorsa, è un omone di 1.90 per 130 kg di muscoli quindi per definizione fa sempre tutto perfettamente e non sbaglia mai, se qualcuno vuole dire il contrario si faccia avanti, riceverà tutta la collera distruttiva di Mr Ripidone.
Foto 7
Foto 8
Vediamo come la variazione di assetto ci sia solo durante il cambio di pendenza. In questo modo il baricentro del sistema bici-rider rimane sempre in una posizione di centralità rispetto alle due ruote. Non vi saranno quindi impuntamenti o altre problematiche.
Questo è il classico esempio in cui il nostro corpo agisce come una molla e asseconda il terreno in modo perfetto (unico appunto, lo sguardo andrebbe tenuto un filo più alto).
Foto 9
Anche in fase di uscita vediamo come Mr ripidone non si faccia sorprendere dal cambio di pendenza (questa volta da ripido a pianeggiante), sostenendosi e uscendo perfettamente bilanciato dal ripido. Unico appunto le caviglie. Ricordiamoci di utilizzare anche i polpacci e non mandare a pacco l’articolazione, pena poco controllo e infiammazioni / dolore in caso di impatto secco.
Passiamo agli errori:
Foto 10
Vediamo come Mr Fluo (non tanto fluo questa volta) tenga le gambe completamente piegate fin dall’inizio del ripidone. In questo caso è chiaro come la ruota posteriore si alzi. Questo perchè rimanendo statici con le gambe non riusciremo a controllare l’impuntamento dato dal cambio di pendenza ( in particolare se come in questo caso vi è anche di mezzo uno scalino), non varieremo cioè il nostro assetto durante tale ostacolo e il nostro baricentro avanzerà dandoci l’impressione di cappottare. Le gambe vanno quindi tenute sempre “in spinta”, in modo cioè che possano copiare perfettamente il terreno e che soprattutto, arrivando dal piano, abbiano modo di piegarsi durante il cambio di pendenza ed assorbire l’ostacolo imminente (gradino in questo caso).
Foto 11
Foto 12
Ecco Miss Manual alle prese coi ripidoni. Vediamo come dopo un ottimo ingresso l’uscita venga penalizzata da un cedimento delle braccia. Probabilmente non aspettandosi un impatto tanto intenso col terreno si è fatta sorprendere rischiando qualcosa. State quindi pronti a sentire impatti anche violenti in caso di raccordi corti e cambi di pendenza improvvisi e non fatevi sorprendere.
Foto 12
Vediamo come la posizione sia leggermente sbagliata. Le braccia sono tese invece di essere piegate per caricare l’anteriore. Inoltre i piedi non sono paralleli. Questo provoca un abbassamento del sedere dietro la sella e la perdita di gran parte dell’escursione data dalle gambe.
Jack