Essere un ciclista in Italia è sempre più pericoloso

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Non sono parole mie, quelle del titolo, ma quelle che Omar Di Felice, ciclista noto per le sue pedalate estreme, scrive in un post su Facebook, riferendosi alle sue esperienze sulle strade italiane e a quelle di pro del calibro di Wout van Aert, il quale aveva lanciato uno sfogo su Strava dopo una pedalata in bici da corsa nella zona a sud di Como.



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Uno sfogo che trova riscontro nei commenti, sia su FB che su Strava, e nelle più disparate esperienze di chi si trova ad usare una strada italiana in bicicletta. È un argomento che si ripropone in continuazione, in particolare dopo gravi incidenti, ma che rimane attuale visto che non viene risolto.

Cosa ne pensate?

Commenti

  1. Maiella:

    Non riesco a comprendere di come si possa essere convinti che i problemi in strada siano solo un fatto italiano. Eppure basta informarsi un po' per scoprire che l'erba dei vicini non é tanto più verde della nostra.
    A proposito: il tedesco che ha ucciso Rebellin e che guidava ubriaco in tutta Europa, causando guai nel suo paese e all'estero, é dietro le sbarre in Italia e grazie alle leggi italiane.
    Giusto, e scommetto che se si va su forum di bici tedeschi, francesi ecc.. Ci saranno persone che diranno "L'Italia ha una grande tradizione ciclistica e i ciclisti sono più rispettati che da noi...! :pirletto: :loll:
  2. gargasecca:

    Mi chiedo per quale ragione si ostinino a prendere la bicicletta a Milano dopo tutti questi episodi… :roll:
    E mi chiedo come mai il sindaco non abbia ancora capito di chiudere al traffico le strade per i mezzi pesanti (in questo caso è un auto ma poco cambia) e perché non siano in grado di attrezzarla come può essere Modena o Bologna o addirittura Parigi, ma che c@xxxxx…..:twisted:
    Difficile chiudere le strade alle betoniere, che sono riportate in diversi incidenti tra quelli elencati. Se erano lì non erano per farsi un giro, e dovevano a occhio e croce consegnare qualcosa che con altri mezzi più leggeri non si può. È chiaro che la viabilità va totalmente rivista in quel di Milano, ma non leverebbe comunque dalle strade dei mezzi da lavoro del genere.
  3. AlfreDoss:

    Crocifiggetemi pure ma io resto dell'idea che con un po' più di attenzione e "istinto di sopravvivenza" da parte dei ciclisti non dico tutti ma una buona parte di questi incidenti si poteva evitare. Vivo in provincia e già ne vedo troppe, figuriamoci in una metropoli come Milano dove tutti vanno di fretta, tra chi ti si affianca in velocità e magari non vede la freccia che devi a svoltare a dx, gente in strada, magari senza uno straccio di lucina, mentre a fianco c'è la pista ciclabile.
    Come pure quelli a piedi che attraversano al volo sulle strisce pedonali senza dare un minimo di accenno che vogliono attraversare o che lo fanno guardando il cellulare anziché una eventuale auto che per svariati motivi non rispetta l'obbligo di fermarsi, perché "tanto io sono sulle strisce", quello col monopattino che va con una sola mano perché con l'altra sta telefonando, l'altro in bici addirittura senza mani, perché scrive un messaggio su WhatsApp mentre va...
    E con questo non voglio affatto fare l'avvocato del diavolo.
    Sono d'accordo con te, pure io che mi muovo spesso con camion o furgone capita di dover stare attento a qualche vecchietto distratto che zigzaga in mezzo alla strada o svolta improvvisamente.
    Solo che io sto in un piccola paese di provincia dove il traffico è ridottissimo, e raramente accadono incidenti bici-auto.
    In grandi città come Milano invece è un bel casino, infatti le poche volte che mi capita di andare in città (o semplicemente nell hinterland Milanese) mi sento sempre insicuro come se avessi preso la patente il giorno prima.. !
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