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Chi si aspettava un chiaro ed univoco nuovo “trend” da Eurobike 2015 sarà rimasto deluso. La fiera di bici più grande del mondo è apparsa come un gargantua pieno di energia, ma piuttosto fermo sul posto, rispetto all’anno scorso. Per fortuna.
Innanzitutto è finita la corsa al fat. Parlando con diversi produttori, dopo un inverno 2014 in cui l’offerta faceva fatica a stare dietro alla domanda, le previsioni vedono un deciso calo di vendite. Le fat bike (gomme maggiori di 3 pollici) sono e restano una nicchia per utilizzi specifici. Allo stesso modo non si è notato una grande euforia intorno al 27,5 o 29 plus. Molte aziende hanno deciso di non presentare alcuna bici con le cosiddette “semifat”, e solo poche – Scott in primis – si sono esposte con diversi modelli Plus. È la domanda però a latitare. I negozianti hanno fatto i loro ordini per la prossima stagione, e pochi rischiano di riempirsi il magazzino con un nuovo formato ancora tutto da spiegare, testare e soprattutto motivare. A ciò si aggiunge la cronica mancanza di gomme e il non ancora risolto problema della loro robustezza in utilizzi gravosi, come una Scott Genius LT Plus permetterebbe.
Le cose non vanno molto meglio per il segmento opposto alle fat: le gravel. La confusione regna sovrana, in tanti hanno spostato le bici da ciclocross dalle retrovie alla prima fila, ma le bici restano identiche nella maggior parte dei casi. Anche qui, qualcuno ha provato a rendere popolare una nicchia che nicchia probabilmente rimarrà, soprattutto quando le barbe da talebani e i cappellini con la visiera all’insù spariranno con la prossima moda. Se si vuole una bici per farci “tutto”, la scelta ricade ancora sulle care ed inossidabili front.
Il trend che non c’è ma che vende e riempie migliaia di metri quadrati di fiera è solo uno: quello delle bici elettriche. Enorme lo stand di Haibike, uno dei più grandi, e dedicato esclusivamente alle bici a pedalata assistita. 87 modelli di E-bike. I numeri parlano da sè. È una valanga che non si fermerà e che travolgerà anche i duri e puri nord americani, che per ora ridono dell’Europa, ma quando cominceranno a vedere la pecunia che gira cambieranno idea in fretta, alcuni siti di mountain bike compresi.
Un trend chiaro ed univoco, a dir la verità, c’è, ma riguarda i consumatori in maniera meno diretta: la moria dei distributori. Giant torna in Italia, facendolo con una propria filiale, dicendo addio a contratti di distribuzione. È solo l’ultimo caso di una lista lista che comprende big player come Shimano, Trek, Cannondale, GT, Scott. Per fare un esempio all’estero, in Germania Fox ha comprato il centro di assistenza/distributore. Ormai è diventato normale avere un unico magazzino nei porti di arrivo quali Rotterdam e da lì spedire le bici direttamente ai negozianti. La spinta a questa scelta, oltre ad avere motivi organizzativi, è da vedere anche dall’altro trend che ormai da anni caratterizza il mercato MTB: quello online. Non si può più ignorare una Canyon, diventata di prepotenza un big player: la casa di Koblenz non sbaglia un colpo, vedere l’ultima bici, una XC che ha vinto il campionato del mondo marathon ancora prima di essere presentata. O YT, che offre bici top di gamma al prezzo per cui altri vendono un telaio. Non per niente Canyon fornisce due ProTour team nel mondo strada. Solo Specialized ne ha di più.
E proprio qui, sui prezzi, si giocherà la partita principale. Inutile girarci attorno, la percentuale di chi si può permettere una bici da 5/6000 euro è minima, e non per niente i nostri articoli su Rose, Canyon, KTM, Cube, Radon, ecc sono i più letti. Un momento, ma quelle cinque aziende sono tutte tedesche (con una capata in Austria)! Dimenticavo YT….
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