Girando per Eurobike non si può fare a meno di indugiare di fronte a qualche stand “minore” (in dimensioni, si intende!), attirati da prodotti nuovi, interessanti o semplicemente curiosi.
Prima però vediamo il prototipo della Orange Strange, che un forumendolo ci aveva chiesto.
E’ ancora lontana dal modello definitivo, quindi i dettagli che abbiamo sono pochi. E’ una full da enduro, 160mm di escursione e ruote da 29″. Ci hanno detto che è l’unica (a noi veniva in mente la Enduro 29″ ma questa ha 155mm di corsa).
Monopivot come al solito per Orange, l’ammortizzatore da 215mm trova spazio in una finestra nel tubo obliquo. Lo sterzo è di 65°: molto aperto se consideriamo che è una 29″. Il peso è di 3 kg circa senza ammortizzatore.
Allo stand Essax, produttore spagnolo di selle, non potevo non fermarmi a fotografare questa:
E’ il risultato di un concorso che ha coinvolto diversi artisti. I tre che hanno vinto decorano a mano le selle che vengono poi vendute. Queste hanno carrello in acciaio ma dovrebbero essere disponibili anche con carrello in titanio.
Secondo voi una sella di pitone così dura? Allo stand mi hanno assicurato di si, selle del genere – mi dicono – sono state usate in parecchie gare.
Un altro stand che ha catturato la mia attenzione è quello di Rockwell, una giovane azienda che produce dei caschi molto particolari, sviluppati in collaborazione con l’università di Colonia.
Sono fatti in tre strati: uno esterno di materiale plastico, uno interno morbido in tessuto, e quello più interno che si chiama Vaco12. E’ questo che dà l’assorbimento. Le semisfere che vedete sono piene a loro volta di palline.
La costruzione con questi tre strati ha dei vantaggi: grande flessibilità del casco, poco materiale usato e poco volume. Sono più o meno tutte conseguenze del fatto che questo è uno dei pochi caschi certificati per bici che non usano EPS.
Il sistema Vaco12 ha a sua volta dei vantaggi: innanzitutto si adatta bene a tutte le teste senza creare punti di pressione, in secondo luogo permette in linea di principio un’ottima ventilazione. Le aperture sulla shell esterna infatti sono tante, bisogna vedere quanta aria passa attraverso il secondo strato.
In caso di impatto, l’impulso non viene trasferito in linea retta, ma in tutte le direzioni dal materiale che compone il Vaco12.
Non è finita, allo stand mi hanno detto che il materiale usato ha un “effetto memoria”, in poche parole una grossa capacità termica. E’ possibile metterlo in frigo (o sul termosifone d’inverno) prima del giro in bici e lui mantiene la temperatura per qualche ora. (Ma detto tra noi non sono sicuro che faccia bene mettere in testa un casco freddo di frigo prima di andare a pedalare, insomma ci vuole buon senso con le temperature).
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