Dopo il Superenduro a Punta Ala e l’Enduro Series a Val d’Allos, qui a Les2Alpes questo weekend è l’organizzazione di Crankworx a mettere in scena il Round #3 dell’Enduro World Series. Nuova organizzazione vuol dire ancora una volta nuovo format, ovviamente anche rispetto all’ormai caldissima questione delle ricognizioni.
Sabato era l’unica giornata aperta alle prove libere, mentre venerdì erano possibili unicamente ricognizioni a piedi.
Partenza in ordine inverso per la gara che si svolgerà su 4 speciali, lungo i 2 versanti di Les Deux Alpes, in un ambiente che passa da quello nudo e roccioso tipico di alta montagna, ad ampi prati insidiosi, per finire nelle veloci linee e tratti guidati del bike park.
Anche qui, come in Val d’Allos, i trasferimenti sono ridotti quasi totalmente a zero mentre le risalite tutte tramite gli impianti della stazione, ma una cosa è certa, almeno sulla prima prova speciale non mancano i rilanci e i tratti da affrontare a tutta in piedi sui pedali.
Nonostante questo la maggior parte dei top rider sono concordi nell’affermare che i trail scelti sono discesistici, forse troppo?
Il terreno è ideale, buono il grip, forse un po’ polveroso causa la quasi totale assenza di sottobosco, ma le pendenze di molte sezioni sono davvero importanti, la velocità che si raggiunge è spesso sostenuta e le staccate al limite frequentissime.
Vittoria facile per i discesisti?
Vedremo in gara. La partenza del primo concorrente è prevista per le 9.30, ma per vedere i tempi dei top rider dovremmo aspettare almeno mezzogiorno. Per ora cerchiamo di capire come le prime file stanno settando le loro bici e su quali aspetti si stanno maggiormente concentrando per affrontare al meglio questa intensa terza edizione della Enduro World Series!
I due punti cruciali qui a 2Alpes sembrano essere i freni ed la scelta del giusto rapporto. I primi veramente sotto pressione, raggiungono temperature elevatissime e nessuno vuole rischiare di arrivare lungo alle staccate e neanche di ruzzolare giù per una scarpata. La soluzione? Dischi da 200mm per praticamente tutti i top rider che abbiamo incontrato eccetto Ben Cruz che dichiara di non sentirne la necessità, mentre addirittura Brice Liebrechts compagno di squadra di Jared Graves al team Yeti e Dan Aterthon sulla sua GT li montano da DH. Per quanto riguarda il rapporto invece, la scelta sta ricadendo su corone più grandi, la questione qui non sembra essere tanto trovare il giusto compromesso che permetta di essere agili anche in salita, quanto un rapporto che spinga forte anche in discesa!