La manche EWS di Winter Park raccontata da uno dei principali protagonisti. Parole di Justin Leov. Foto di Jérémie Reuiller. Buona lettura!
28 Luglio 2014.
La tappa del Winter Park Colorado presenta alcune differenze sostanziali rispetto alle manche precedenti. Innanzitutto il fatto di correre all’interno di un bike park e non su un tracciato naturale alpino come avviene in Europa e in secondo luogo l’altitudine. Il clima era piuttosto caldo e umido alla mattina, con temporali nel pomeriggio.
Anche il format della corsa è leggermente diverso, perché l’evento si svolge in tre giornate invece che in due, con giri di ricognizione e gare ogni giorno. Questo significa che durante tutto il weekend eravamo o a correre, o a studiare il tracciato o a letto a riprenderci!
Prima giornata
Speciale 1
Una speciale veramente lunga, con salti e sezioni molto fisiche da pedalare. Inizio sempre la prima speciale del weekend un po’ teso. Lo stress se ne va durante la gara. Ho preferito terminare prima il riscaldamento a causa di un dolore al ginocchio. Fin dall’inizio della mia prova sentivo di non essere nelle migliori condizioni. Arrivato alla prima salita, mi sono reso conto che non avevo la potenza abituale. I salti erano divertenti ma non avevo un buon ritmo e ho finito piazzandomi 11º.
Speciale 2
Meno pedalate e più bike park DH con una sezione rock garden. Una speciale breve ma divertente. I corridori del posto la conoscono bene perché si tratta di una delle piste principali del bike park. Le mie sensazioni erano molto più positive e ho mantenuto una buona fluidità per tutto il percorso terminando 5°.
Il resto della giornata è stato dedicato ai giri di ricognizione per la Speciale 3. Davvero una lunga giornata passata in sella. Per trarre il massimo vantaggio dalla ricognizione, c’è uno strumento che si rivela davvero indispensabile : l’action camera integrata. La mia si installa su una piattaforma amovibile al centro del Parachute, che tra l’altro è il casco integrale più leggero al mondo. Un vero gioiello!
Seconda giornata
La partenza era programmata alle 8 del mattino per un trasferimento pedalato dal paddock su per una bella salita che ci ha portato ai giri di ricognizione delle Speciali 4 e 5 prima di riprendere la gara con la Speciale 3.
Speciale 3
Un tracciato naturale, molto tecnico nella parte alta, seguito da sezioni in cui bisognava cercare di mantenere una buona velocità sulle rocce prima di finire a tutto gas su una strada attraverso la foresta. Nessun errore e sensazioni positive: sono arrivato 4°.
Speciale 4
La speciale più breve del weekend, poco più di 1’25” di corsa ma un sacco di insidie, con alberi pronti ad agganciarsi al tuo manubrio e curve strette, molto difficili da affrontare in velocità. Non sono riuscito a trovare un buon ritmo. È stato un sollievo vedere la linea del traguardo. 18º: che schiaffo!
Speciale 5
Una versione lunga e più tecnica della quarta prova, in mezzo a una foresta in buona parte tagliata, con tronchi da tutte le parti. Appena dopo lo sprint della partenza, ho preso qualcosa con la mia ruota posteriore, rischiando di finire a terra. Ho evitato per poco di cadere ma me la sono vista brutta. Il resto del mio run è stato piuttosto mediocre e ho concluso in 13ª posizione.
Deluso della mia prova, era già ora di riprendere gli impianti di risalita per i giri di ricognizioni delle speciali 6 e 7 del giorno successivo. Mi dovevo dare molto da fare se volevo avere qualche speranza di recuperare una parte del mio ritardo.
Terza giornata
La giornata comincia con la Speciale 6, la più intensa dal punto di vista fisico del weekend. Ci aspettavano delle lunghe sezioni piane nei boschi, con il rischio costante di rimanere agganciati con il manubrio al minimo errore di distrazione, soprattutto con la fatica accumulata. Una parte tutta da pedalare prosciugava le ultime energie, prima della discesa finale sulla strada attraverso la foresta.
Sfortunatamente durante questa prova ci siamo imbattuti in un incidente; una delle concorrenti era ferita, ma su una sezione così veloce era impossibile fermarsi senza essere stati avvertiti. Più tardi gli altri concorrenti sono stati fermati prima del punto dell’incidente.
Ci sono state delle discussioni al paddock per decidere se tutti dovevano correre nuovamente la speciale o solo quelli che erano stati fermati. Non avevo più forza nelle gambe per rifarla ma ho deciso, come gli altri rider che non erano stati fermati, di correre di nuovo per fair play.
Come mi aspettavo le energie mi hanno abbandonato. Improvvisamente e senza rendermene conto ho perso aderenza sulla ruota anteriore e sono finito a terra. Ci mancava anche questa. Dovevo recuperare tempo, non perderlo! Ho finito arrivando 10º. Ero disgustato.
Ultima Speciale
La speciale più DH del fine settimana. Ero molto determinato a dare tutto me stesso. Ho montato pneumatici nuovi, il mio equipaggiamento era al top e ho ritrovato il morale! Appena mi sono lanciato nella speciale, ho subito avvertito quella sensazione in cui pensi “sto dando il massimo”, che sempre si insegue ma che troppo poco spesso si raggiunge. Risultato: 3°. Un buon modo di terminare la corsa!
Ancora un weekend difficile. Alti e bassi per arrivare quinto, una posizione che mi permette di rimanere terzo nella classifica della stagione. Per mantenersi tra i primi della classifica, il vero segreto è trovare un equilibrio tra momenti down e picchi di prestazione. O meglio, questa la teoria, poi la pratica è un’altra storia!
Ora mi aspettano due giorni di test con Trek e Fox e poi l’appuntamento è a Whistler tra due settimane. A prestissimo.
– Justin –
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