Testo di Adam Quadroni e Nicola Giacomelli, foto di Giacomo Meneghello.
È passata poco più di una settimana e l’emozione è ancora forte in noi! Portare le ruote grasse in cima a una delle montagne simbolo dell’arco alpino era un’impresa che sognavamo da tempo, e la prima volta che qualcuno la tentava nel periodo invernale.
Dopo qualche dubbio sul meteo, abbiamo comunque preso la decisione di tentarla il 28 e 29 Aprile, anche a rischio tempo avverso. Infatti il primo giorno, alla partenza, tutto sembrava fuorché positivo: lasciate le macchine al Rifugio dei Forni (2200 m), una leggera pioggerellina preannunciava tutto fuorché bel tempo.
Accompagnati dal fotografo Giacomo Meneghello con gli sci da alpinismo, raggiungiamo il Rifugio Pizzini (2706 m) pedalando tutto il tratto, metà su fondo sterrato e metà su neve. Rifocillati alla grande con un bel piatto di pasta (ringraziamo il gestore Claudio per avercelo offerto!), siamo ripartiti in direzione Rifugio Casati.
Qui le cose hanno cominciato a farsi parecchio toste! Abbiamo risalito infatti a piedi lungo la traccia utilizzata dagli sci-alpinisti lungo i valloni e i canali, senza l’ausilio di ciaspole, che forse sarebbero potute tornare utili! Con non poche difficoltà (nella bufera di neve) abbiamo raggiunto il Rifugio Casati (3269 m), risalendo l’ultima parte sulle roccette del sentiero estivo.
Giunti a destinazione, un riposino più che meritato ha preceduto la cena, dove si è unito a noi la guida alpina Giuseppe Bianchetti, che nel frattempo ci ha raggiunti con gli sci, per accompagnarci il giorno successivo, anche se in quel momento le aspettative per una bella giornata di sole erano tutt’altro che dalla nostra parte.
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