Nelle ultime settimane, sia sulla nostra pagina italiana che su quelle inglese e spagnola, sono state tante le richieste di un test della Giant Reign. Un po’ di questa attesa nasce dal fatto che Giant non abbia presentato la Reign nel 2014, la bici era infatti ancora in fase di progettazione mentre Giant era tutta presa dallo spostamento verso le ruote 27.5″ su tutta la linea. D’altro canto, l’anno scorso abbiamo visto diverse foto e video di Johh Carlson ed Adam Craig su prototipi durante le gare di EWS.
Ci siamo quindi rivolti a Giant USA per chiedere una bici per un test di durata, vista la latitanza del marchio in Italia. La bici è arrivata la settimana scorsa e non vediamo l’ora di metterla sotto torchio. Prima di infangarla tutta però abbiamo deciso di fare qualche foto per mostrarvela.
Taglia L. Faremo una pesata fra poco, Giant non dichiara il peso sul sito internet.
Passaggi cavi interni davanti ed un apprezzabile passaggio esterno sul carro mantengono il look della Reign molto pulito e non distolgono l’attenzione dalle grafiche originali.
Giant monta tutte le Reign con forcelle RockShox Pike con offset personalizzato da 46mm. Sono quattro millimetri in più rispetto allo standard di 42mm per la forcella da 27.5″, e dovrebbero rendere la bici bella agile. Sulle salite lunghe, l’escursione regolabile 130-160mm potrà tornare comoda.
Nello schema di sspensione posteriore Maestro di Giant lavora un ammortizzatore RockShox Monarch Plus Debonair, per dare alla bici 160mm di escursione posteriore. Abbiamo giocato un po’ con gli spacer interni per regolare il volume della camera di questo ammortizzatore per personalizzare le curve di compressione. La bici ci è stata mandata senza spessori, ma per regolare la progressione della curva se ne possono inserire fino a quattro.
Che bello quando i costruttori non prendono scorciatoie ed anche sul modello in carbonio più “economico” troviamo un reggisella telescopico Reverb Stealth, buono ed affidabile.
I tubi sono belli grossi, il carbonio dell’obliquo ha una protezione contro tutte le rocce sollevate dalla ruota anteriore.
Come molti concorrenti, Giant ha sceto di usare una lega di alluminio per il carro. Si, il carbonio è bello, rigido, leggero e quant’altro, ma ancora oggi non è una cattiva idea sostituirlo col metallo nelle zone molto soggette ad urti, come i foderi.
Per massimizzare la rigidità ed ottimizzare lo spazio, gran parte del carro e delle bielle è asimmetrica. C’è un sacco di spazio per il copertone.
Riguardo alla trasmissione, Giant ne ha scelta una con guarnitura doppia, composta da un misto di Shimano SLX (la maggior parte) e cambio XT smorzato (o con frizione). Un batticatena protegge il fodero basso destro e riduce il rumore.
I freni sono Shimano SLX con dischi da 200/180 mm e si integrano bene nell’estetica della trasmissione.
Altra bella sorpresa: il mozzo posteriore è un DT Swiss 350. Questo rende semplice per i biker convertire la trasmissione ad un monocorona SRAM: è facile convertire i mozzi DT Swiss montando una cassetta XD. D’altra parte i cerchi ed il mozzo davanti sono marchiati Giant.
Combinazione Magic Mary/Hans Dampf con Snakeskin. Piuttosto massicci per le sezioni tecniche, ma abbastanza leggeri per evitare che le salite diventino delle torture.
Last – but not least, le manopole marchiate Giant che vanno veramente bene. Dovreste provarle, se non l’avete ancora fatto.
Grazie per aver letto e guardato, vi terremo aggiornati con le prime impressioni, che arriveranno presto. Ci vediamo sui sentieri!
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