Con un ritardo di diversi mesi sulla tabella di marcia, finalmente la nuova bici per i test dei componenti è uscita dall’officina per vedere la luce e soprattutto i trail. Il telaio MDE Damper 2020 era pronto da fine gennaio in attesa di tutti i componenti per essere montato, alcuni dei quali sono arrivati nelle settimane seguenti mentre quelli che sarebbero dovuti arrivare a fine marzo, a causa della chiusura di molte aziende durante il lockdown, mi sono stati consegnati solo la scorsa settimana. Dopo una tanto lunga attesa, non ho perso tempo e ho subito concluso il montaggio, scattato le foto per questo articolo di presentazione e imboccato il primo trail.
Il telaio della nuova MDE Damper 2020 è un’evoluzione del precedente modello con una lunga serie di novità che contemplano il sistema di sospensione, le geometrie, il design e numerosi dettagli di cui avete letto in occasione della presentazione e che approfondiremo con la prossima pubblicazione del test. Ho scelto anche questa volta la versione da 29 pollici e ho richiesto alcune modifiche alle geometrie grazie al programma di personalizzazione Rider Tuned Geometry offerto da MDE. Pochissime modifiche in realtà, rispetto alle geometrie di serie, dato che, per la taglia M dell’attuale modello, MDE si è ispirata proprio alle geometrie che avevo richiesto per il precedente modello con Rider Tuned Geometry. Riassumendo, ho azzardato un angolo di sterzo molto aggressivo di 64°, con conseguente wheelbase e front-center molto più lungo e ho fatto ridurre l’altezza del tubo di sterzo per abbassare di circa 9mm lo stack.
La nuova versione del sistema di sospensione del brand torinese, i-Link 2.0, fa affidamento su un carro completamente nuovo e su bielle anch’esse rinnovate e dotate di cuscinetti realizzati appositamente da Enduro Bearings. Caratteristiche come la curva di compressione e l’antisquat sono state modificate per migliorare ulteriormente le performance proprio sui punti forti di questo cinematismo, ovvero la progressività ben calibrata lungo tutta la corsa e l’ottima resa in pedalata. L’ammortizzatore è posizionato più in alto così da lasciare spazio per un portaborraccia e allo stesso scopo la guaina del cambio e la tubazione del freno seguono un percorso più aderente al telaio.
La forcella è il nuovo modello della SR Suntour Durolux con cartuccia ad aria Equalizer, della quale ho già pubblicato tutti i dettagli tecnici e le prime impressioni di riding. La versione di questo test è la top di gamma R2C2 con 170mm di escursione. Sulla nuova Damper completerò il test di questa forcella, già iniziato sulla precedente Damper. A breve verrà sostituita da un’assoluta novità che vi potremo mostrare in anteprima esclusiva.
In abbinamento alla forcella Durolux ho montato l’ammortizzatore di casa Suntour, il TRIAir 3CR, una vera sorpresa in termini di prestazioni e pluri regolabile grazie alla possibilità di inserire spacer sia nella camera dell’aria positiva che in quella negativa, oltre a poter regolare la pressione della camera di compensazione del IFP.
La trasmissione è di Shimano, un gruppo completo Deore XT M8100 a 12 velocità con singola corona da 32 denti e cassetta 10-51. In attesa di poterlo montare sulla bici, il mese scorso abbiamo pubblicato un articolo dedicato a questo gruppo nel quale ho approfondito ogni singolo dettaglio tecnico di ciascun componente. Il montaggio di ogni pezzo è stato semplice e la regolazione del cambio molto veloce e precisa.
Trattandosi del gruppo completo, anche i freni sono quindi degli Shimano XT M8100 a quattro pistoncini, con dischi RT-MT900 Ice Tech Freeza Centerlock da 180mm di diametro. Nell’articolo di anteprima del gruppo XT ho presentato i dischi a 6 fori SM-RT86 ma c’è stato un cambio di programma in merito alle ruote e dato che erano disponibili con attacco CL, ho optato volentieri per questa tipologia di attacco.
Le ruote sono uno dei modelli della nuovissima gamma Newmen presentata il mese scorso con nuovi mozzi e cerchi in carbonio. La scelta è ricaduta ovviamente sul modello da enduro, le Advanced SL A.30 con canale da 30mm di larghezza interna e l’interessante peso verificato di 1.597 grammi per la coppia. Fornite di serie con le ruote i kit tubeless Milkit con il liquido sigillante e le loro geniali valvole.
Completano le ruote le coperture Kenda Pinner, novità presentata il mese scorso come il copertone più aggressivo della gamma e sviluppato in collaborazione con numerosi atleti top tra cui Aaron Gwin. Ho scelto la versione da 2.4″ con carcassa ATC, più leggera della blindatissima carcassa AGC da DH, con un peso medio verificato di 990 grammi per ciascun pneumatico. Non sapevo cosa aspettarmi da queste gomme ma durante la prima uscita mi hanno letteralmente entusiasmato per il totale controllo sulle rocce viscide.
Recentemente BikeYoke ha realizzato un adattatore specifico per interfacciare il comando remoto Triggy del reggisella telescopico Revive al nuovo (e si spera definitivo) attacco I-Spec EV di Shimano. In questo modo ho potuto attaccare il Triggy, che utilizza un attacco Matchmaker di SRAM, direttamente al collarino dei freni Shimano, come ho fatto sul lato destro per il trigger XT, ottenendo una consolle comandi molto ordinata. L’adattatore è disponibile anche per il lato destro e consente di connettere un trigger SRAM ai freni Shimano con attacco I-Spec EV.
Gli altri componenti come il cockpit di e*thirteen, la sella Fabric Scoop e le manopole Fabric Silicone, sono ereditati dalla precedente Damper. Il peso della bici così montata, senza pedali e completa di liquido sigillante nei copertoni, è di 14,04kg.
MDE Bikes
SR Suntour
Shimano
Newmen
Kenda
BikeYoke
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