[First Ride] Cannondale Habit Carbon

Autore: Francesco Mazza

Abbiamo trascorso un paio di giorni a Friburgo, in Germania, alla sede europea di Cannondale, per la presentazione ufficiale della nuova gamma Habit. Abbiamo avuto anche il piacere di testare la versione Carbon 1 in un divertente giro di prova di circa 35km di lunghezza e oltre 1.000 metri di dislivello alle pendici della Foresta Nera, che ci ha accolti con un clima piovoso e freddo, ma con una buona varietà di percorsi, tra cui alcuni molto ripidi e tecnici che hanno esaltato le doti di questo nuovo mezzo da Trail di Cannondale.



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Si tratta di una bici da 120mm di escursione, leggera e rigida, con ruote da 27.5” e sistema Zero Pivot Construction ereditato dalla Scalpel. Cannondale si riaffaccia al settore Trail dopo 3 stagioni, in seguito all’uscita di produzione della RZ One Twenty nel 2013. Un settore che in Italia è ingiustificatamente poco considerato, ma che nel resto del mondo è leader nelle vendite di molti brand ed è in continua crescita. Le Trail Bike possono essere considerate le Mountain Bike per eccellenza, che adottano le features applicate e ottimizzate in ambito race ma che sono dedicate al puro divertimento del riding al di fuori del mondo delle gare.

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Analisi statica

La costruzione del telaio è affidata al carbonio con la collaudata tecnologia BallisTec, con la quale Cannondale realizza tutti i suoi telai top di gamma, dal Cross Country all’Enduro. Nel caso dei due allestimenti top di gamma (Black Inc. e Carbon 1) l’intero telaio è ottenuto dalla fibra di carbonio, invece per le altre versioni Carbon il solo triangolo è in carbonio BallisTec, mentre il carro è realizzato in lega di alluminio. La stessa lega Smart Formed con la quale sono realizzati anche i telai Habit 4, 5 e 6, che sono interamente in alluminio.

Per tutte le versioni Carbon anche la biella è fabbricata in carbonio. Il peso di questo Carbon Link è di 66 grammi, con una tolleranza di +/-2 grammi. Ben 70 grammi di risparmio rispetto alla versione in lega di alluminio della stessa biella montata sui telai in alluminio.

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Nuova tecnologia ECS-TC per i perni della biella e per il main pivot del carro. Gli snodi della Habit acquisiscono rigidezza e solidità grazie a un “perno nel perno”. In pratica abbiamo sempre il classico perno passante oversize filettato, sul quale scorrono i cuscinetti. Al suo interno, invece del classico expander che si avvita dentro al perno stesso, troviamo un altro perno passante che attraversa l’asse e, grazie a due teste coniche che fungono da expander, lo serrano da entrambi i lati, aumentando notevolmente la tenuta e la rigidezza.

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Veniamo ora al sistema di sospensione della Habit: lo Zero Pivot Construction. Cannondale è stata tra i primi brand a sviluppare una tecnologia di sospensione che sfrutta la flessione del carro per eliminare uno dei 4 snodi normalmente necessari a un cinematismo quadrilatero per funzionare correttamente. Proprio dall’eliminazione di uno snodo deriva il nome Zero Pivot Construction. La flessione calibrata del carro consente uno spostamento di ben 20mm della sua parte terminale, in corrispondenza del pivot che lo fissa alla biella, consentendole così di ruotare. Questo vale sia per il carro in carbonio che per quello in alluminio. Certamente molti lettori ora si chiederanno come possa l’alluminio avere una resistenza elastica che resti inalterata nel tempo a fronte di un lavoro di flessione di questo tipo. Abbiamo domandato la stessa cosa ai tecnici Cannondale, che ci hanno spiegato che in fase di test il reparto ricerca e sviluppo ha effettuato milioni di cicli con degli appositi macchinari che riproducevano sui vari prototipi il movimento di flessione sotto sforzo che il carro deve sostenere durante l’uso, sia per i carri in carbonio che per quelli in alluminio.

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L’ammortizzatore è un RockShox Monarch XX DebonAir con controllo remoto al manubrio. Il tune di questo ammortizzatore, ovvero il suo preset di fabbrica, è di tipo standard, per cui se per qualsiasi motivo si rendesse necessario sostituirlo, è possibile farlo semplicemente montando un ammortizzatore standard disponibile in aftermarket. Il Monarch gestisce un rapporto di compressione regressivo fino alla zona di sag che diventa poi spiccatamente progressivo dopo il punto di sag, quindi all’incirca al 25% della corsa. Una curva di compressione ottimizzata quindi per l’efficienza in pedalata e per offrire una valida risposta in discesa. Nel caso dei carri in lega di alluminio, la differente risposta elastica del materiale rispetto al carbonio implica una pressione leggermente maggiore a parità di peso del rider.

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Non è certo una sorpresa che la forcella sia una Cannondale Lefty, nello specifico una Carbon 2.0 da 120mm di escursione e con 50mm di offset. La Lefty è in carbonio solo sulle due versioni full carbon mentre per le altre versioni è in alluminio. La versione SE della Habit, che sta per Special Edition, monta una Lefty da 130mm di escursione, che apporta ovviamente anche delle modifiche alle geometrie della bici a causa della maggiore lungheza A2C, che sono illustrate nella tabella pubblicata di seguito. La versione 2016 della Lefty ha subìto delle piccole modifiche alla cartuccia dell’aria che la rendono più sostenuta e anche più briosa e reattiva rispetto alle attuali versioni.

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La Lefty è dotata di lock out con comando remoto RockShox che dal manubrio permette di inserire e disinserire il blocco contemporaneamente sia sulla forcella che sull’ammortizzatore.

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Trasmissione SRAM con componenti misti: cambio XX1, comando X01, cassetta e catena X1. La guarnitura è una HollowGram Si di casa Cannondale, con movimento centrale BB30 PressFit. La corona è una 30 denti spiderless, di nuova realizzazione, con la quale si riescono a risparmiare circa 100 grammi rispetto al sistema con spider. Per chi volesse montare una trasmissione a doppia corona, sono disponibili sul telaio sia il supporto Direct Mount per il deragliatore che i passaggi per i relativi cavo e guaina.

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Il forcellino del deragliatore ha la particolarità, una volta tolto il perno ruota, di ruotare su un piccolo perno in modo da retrocedere per aumentare lo spazio tra il cambio e il carro, permettendo quindi di montare e smontare con maggiore facilità la ruota posteriore.

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Altra importante novità in casa Cannondale riguarda le ruote. Si tratta di un wheelset sviluppato proprio da Cannondale con il nome di C Zero, dove la C sta ovviamente per Cannondale. Questo wheelset equipaggia solo la versione Carbon 1. I canali sono in carbonio con larghezza interna di 23mm, misura che è stata ponderata e testata prima di essere scelta e che Cannondale, così come ormai gran parte dei produttori di ruote, ha ritenuto la più efficace. Anche i mozzi sono C Zero e sono assemblati con raggi a doppio spessore e testa dritta.

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La sella è una nostra recente conoscenza. Si tratta della Fabric Scoop in versione Shallow Race, la stessa sella che abbiamo provato qualche giorno fa durante la presentazione della gamma Fabric 2016.

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Il cockpit è formato da un attacco manubrio Cannondale C1 piuttosto corto per la destinazione d’uso della bici. Solo 60mm di lunghezza che ben si sposano con le geometrie aggressive della Habit. Il manubrio è sempre Cannondale, un C1 Carbon riser da 760mm di larghezza e 15mm di rise, a conferma dell’impronta aggressiva a cui fa riferimento anche lo stem. Qui troviamo la consolle comandi che ci ha lasciato qualche perplessità. Il comando remoto del reggisella RockShox Reverb Stealth da 150mm di escursione è posizionato, tramite MatchMaker, sulla parte superiore del freno destro, mentre sul lato sinistro, nella parte inferiore del collarino MatchMaker è posizionato il comando remoto che controlla il blocco di entrambe le sospensioni. La scelta migliore sarebbe stata quella di invertire semplicemente i due comandi. Purtroppo durante il giro non abbiamo avuto tempo e modo di fare questa modifica, per cui abbiamo utilizzato i comandi in configurazione di serie, trovandone la posizione poco intuitiva e pratica, con la conseguenza di non aver goduto a pieno delle funzionalità dei comandi remoti.

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I freni sono SRAM Guide RSC con rotori Centerline da 180mm di diametro. Il posizionamento della pinza posteriore è obbligato dal fatto che il fodero alto deve necessariamente essere libero di poter flettere per permettere al sistema Zero Pivot Construction di funzionare. In ogni caso la posizione è decisamente azzeccata anche per ridurre al minimo l’interazione della frenata con il lavoro della sospensione, poichè è davvero poco avvertibile.

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Il passaggio dei cavi è ibrido tra interno ed esterno e unisce praticità ed estetica. Il cavo del Reverb Stealth entra all’inizio del tubo obliquo subito dopo la scatola di sterzo, sul lato sinistro.

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I tubi che vanno verso il carro, ovvero la tubazione del freno e la guaina del cambio, sono fermati da dei fermaguaine in metallo avvitati alla parte inferiore del tubo obliquo. Qui troviamo anche lo spazio vacante per l’eventuale guaina del deragliatore.

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Il cavo del comando remoto dell’ammortizzatore entra anch’esso subito dopo la scatola di sterzo ma sul lato destro del top tube ed esce proprio a ridosso dell’ammortizzatore.

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Geometrie

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Prime impressioni di riding

Come anticipato nell’introduzione, il campo di prova della Cannondale Habit è stata la zona della Foresta Nera alle spalle di Friburgo. Un susseguirsi di ripide salite, lunghi e veloci saliscendi e discese tecniche, che ci hanno permesso di testare adeguatamente il potenziale di questo nuovo mezzo da Trail. Una continua pioggia leggera, con qualche scroscio più intenso di acqua, hanno reso il terreno scivoloso ma non eccessivamente fangoso, quindi ulteriormente divertente.

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In salita la Habit ha un comportamento eccellente. Sulle lunghe salite scorrevoli che ci hanno portato in quota abbiamo scelto di inserire il blocco dell’ammortizzatore e della forcella, per cui abbiamo sfruttato la stabilità delle sospensioni e ci siamo preoccupati soltanto di trovare il giusto ritmo, beneficiando della leggerezza della bici. Il percorso abbandonava spesso la sterrata principale, molto scorrevole e costante, per addentrarsi in salite più ripide e tortuose, con diversi passaggi tecnici su radici e rocce bagnate. Qui abbiamo apprezzato l’intuitività della Habit che, grazie alle sue geometrie molto bilanciate, ci ha sempre permesso di guidare con precisione, mantenendo linee pulite ed efficaci. Su questi tratti tecnici abbiamo sbloccato le sospensioni per avere un miglior controllo e aumentare grip e trazione, che non sono mai mancati nonostante il terreno intriso d’acqua e le coperture piuttosto dure di mescola (Pacestar). Da segnalare che con il blocco inserito, la Lefty conserva qualche centrimetro di corsa, ma il controllo idraulico perde di efficacia, per cui quando si affrontano tratti sconnessi è sempre preferibile disinserire il blocco. La posizione di guida consente di mantenere la ruota anteriore salda al terreno anche nei tratti più ripidi, senza necessariamente doversi spostare in punta di sella, permettendo quindi un ottimo controllo di direzionalità senza inficiare il comfort.

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In discesa la Habit ci ha letteralmente stupiti. Quanto più la guidavamo verso valle, tanto più ci stupivamo di quanto il suo limite fosse ancora distante. Di certo non è quanto ci si aspetterebbe da una Trail bike così leggera e con soli 120mm di escursione. La risposta del carro è vivace e sempre pronta e la gestione del DebonAir è ottima, senza dubbio adeguata al tipo di cinematismo, sensibile e progressivo. La sensazione che ne deriva è di una sospensione con molta più corsa di quella effettiva, estremamente sensibile e reattiva, che permette di divertirsi con una guida molto attiva ma che perdona anche eventuali errori, restituendo stabilità, sicurezza e comfort. Apprezzabile anche la nuova cartuccia della Lefty che rende la forcella piena e sostenuta ma anche più briosa e vivace. Una delle cose che più ci ha colpiti è proprio quanto entrambe le sospensioni fossero ben calibrate tra loro, fornendo lo stesso tipo di feeling e di risposta, determinando quindi un grande bilanciamento tra avantreno e retrotreno.

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Di bilanciamento si può parlare anche in termini di geometrie e distribuzione dei pesi, che consentono di guidare la Habit con estrema disinvoltura e di apprezzarne la grande agilità nei cambi di direzione. Non viene mai meno la stabilità, proprio dovuta al perfetto bilanciamento tra avantreno e retrotreno per quanto riguarda sia le geometrie che le sospensioni. La componentistica, nel caso della Carbon 1 da noi provata, si è rivelata tutta all’altezza del mezzo, con una piccola eccezione per la disposizione dei comandi a cui abbiamo accennato nell’analisi statica, risolvibile con una chiave T25 e pochi minuti di lavoro.

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Un ottimo mezzo quello proposto da Cannondale che probabilmente con la Habit Carbon ha realizzato una delle sue bici migliori di sempre, capace di regalare soddisfazioni sia a chi piace macinare migliaia di metri di dislivello che a chi si diverte a impostare traiettorie e pennellare curve in discesa. L’ampia offerta di allestimenti e quindi di prezzi è in grado di accontentare rider di tutti i gusti e di tutte le tasche.

Allestimenti

Habit Hi-Mod Black Inc Cannondale 2016 Habit Hi-Mod Black Inc

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Cannondale 2016 Habit Carbon 2

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Prezzi

Habit Black Inc.:  €10.999
Habit Carbon 1:  €6.999
Habit Carbon 2:  €4.999
Habit Carbon SE:  €4.199
Habit Carbon 3:  €3.499
Habit 4:  €2.999
Habit 5:  €2.299
Habit 6:  €1.899

Le versioni in alluminio della Habit saranno disponibili da metà Agosto mentre per le versioni Carbon occorre attendere il mese di Ottobre.

Cannondale

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