Autore: Francesco Mazza
Qualche indiscrezione aveva ventilato già diverse settimane fa l’ipotesi di interessanti novità in casa Canyon e così è stato. Il marchio tedesco presenta oggi la nuova versione della Spectral, uno dei best seller della sua gamma, interamente rinnovata sia nel design che nelle soluzioni tecnologiche. Siamo stati invitati a Madeira per la presentazione ufficiale, durante la quale ho potuto mettere alla prova la nuova Spectral in una lunga e intensa giornata di riding. Andiamo a scoprire la Spectral in ogni dettaglio.
Innanzitutto spendiamo due parole sulla destinazione d’uso per la quale Canyon ha ideato e realizzato la nuova Spectral. La definizione che ne fanno è di una “fun trail bike”, ovvero una bici creata al 100% per divertirsi, ispirandosi all’utilizzo che ne fa il rider principalmente coinvolto nel progetto, l’endurista Joe Barnes, nelle sue video avventure dei Dudes of Hazzard. Quindi, cosa rende una trail bike divertente? Un mix di caratteristiche di guida come maneggevolezza, agilità e una sospensione vivace ma anche caratteristiche proprie del telaio come robustezza e affidabilità che siano in grado di tenere la bici il meno possibile in officina e il più possibile sui trail. Questo vuole essere la Spectral… e sì, Canyon ha centrato l’obiettivo!
Molti a questo punto dell’articolo si staranno già domandando quale sia il diametro ruote scelto da Canyon per la Spectral. Ebbene, essendo un modello votato al puro divertimento e all’assoluta maneggevolezza, dopo parecchie valutazioni e test hanno optato per ruote da 27.5″ con copertoni da 2.6″ di sezione. Da quanto ho potuto capire dalle risposte criptiche degli ingegneri tedeschi tuttavia non è escluso che presto o tardi vedremo anche una versione, se non addirittura un nuovo modello, con ruote da 29″. Una scelta particolare invece quella della sezione generosa dei copertoni, che Canyon ci ha motivato con l’intenzione di cercare il miglior equilibrio tra maneggevolezza e trazione/grip. Prima di optare in via definitiva per la sezione da 2.6″ hanno testato anche dei copertoni Plus da 2.8″. La scelta è infine ricaduta sulle 2.6″ poiché sono risultati il miglior compromesso tra grip e guidabilità, senza un eccessivo aggravio di peso e senza la tipica debolezza di spalla dei copertoni Plus.
Il design è uno dei punti chiave della Spectral e della nuova direzione che sta prendendo l’intera gamma Canyon. Uno stile che riprende attentamente quello lanciato con la Sender, fatto di linee tese e geometriche, bilanciate e dalle proporzioni simmetriche. Per il suo lavoro, il team di designer di Canyon ha ricevuto il Red Dot Award 2017 come Design Team of the Year.
La nuova Spectral è proposta in 3 differenti versioni di telaio in base ai materiali con i quali è realizzata. Il telaio Spectral CF SLX è interamente realizzato in carbonio unidirezionale, con zone rinforzate tramite incroci di diverse pelli di carbonio. Il telaio CF ha invece il medesimo triangolo anteriore della versione CF SLX ma prevede l’utilizzo di un carro in lega di alluminio 6066, la stessa lega con cui è realizzato l’intero telaio della Spectral AL, con robuste e leggere tubazioni idroformate che mantengono il design caratteristico del modello in carbonio. La costruzione particolarmente solida della Spectral ha permesso a Canyon di inserirla in categoria 4 nella loro classificazione interna in quanto ha soddisfatto standard di rigidezza e robustezza più elevati della categoria 3, che normalmente indica il segmento Trail, andando a garantire gli stessi standard fissati per le bici da Enduro.
Il sistema di sospensione genera 140mm di corsa, abbinati ai 150mm della forcella, e fa affidamento sul collaudatissimo giunto Horst che caratterizza tutte le full di casa Canyon. Il cinematismo utilizzato sulla Spectral è stato però interamente rivisto per quanto riguarda dimensioni delle bielle e posizionamento dei fulcri. Innanzitutto utilizza una biella principale di dimensioni estremamente ridotte che comporta molto meno stress per i cuscinetti. L’ammortizzatore è stato posizionato in orizzontale a differenza del precedente modello nel quale era verticale. Il giunto Horst è posizionato notevolmente più in alto, in posizione più alta rispetto al perno ruota e in linea con il link di rinvio superiore e con lo stesso ammortizzatore. Il nuovo posizionamento dei fulcri consente di ottimizzare le quote di antirise e di antisquat, ma soprattutto permette di gestire la curva di compressione secondo un concetto, quello della Triple Phase Suspension, che è nato con la Sender e sarà comune a tutti i nuovi modelli di Canyon.
Si tratta fondamentalmente di una curva di compressione che suddivide l’escursione in 3 fasi. La prima, fino alla zona di sag, è caratterizzata da un rapporto di leva alto in grado di attivare facilmente l’ammortizzatore e che determina un comportamento molto sensibile ai piccoli urti. La seconda parte, quella centrale, dal comportamento stabile e sostenuto, garantisce reattività alla sospensione. La terza, quella conclusiva, ha una rampa moderatamente progressiva che permette di sfruttare tutta l’escursione ma non è troppo progressiva per non lasciare inutilizzata parte della corsa dell’ammortizzatore. In questo modo, chi lo desidera, è libero di aumentare a piacimento la progressività dell’ultima parte di corsa inserendo gli appositi spacer nell’ammortizzatore. Una particolarità è quella dell’adozione di ammortizzatori di interasse e corsa ridotti sulle taglie S e XS, sulle quali anche la curva di compressione è modificata per adeguarsi ai rider dal peso minore.
Tutti i fulcri lavorano su cuscinetti sigillati di dimensioni maggiorate. Inoltre, tutte le sedi dei cuscinetti sono sigillate grazie a degli appositi coperchietti che isolano e proteggono completamente i cuscinetti dall’esterno e di conseguenza da acqua, fango e polvere che potrebbero altrimenti infiltrarsi creando una precoce usura.
Il perno passante per il mozzo Boost 148×12 posteriore è una prodotto firmato Canyon. Sembra un perno passante privo di leva per lo sgancio rapido ma in realtà la leva è nascosta al suo interno. Si può notare una piccola scritta “pull” sulla testa del perno stesso.
Tirando la testa fuoriesce la leva che va posizionata nell’apposito intaglio laterale del perno e ciò consente di svitare comodamente il perno ruota senza l’utilizzo di attrezzi e senza leve fisse che rischiano di intralciare o di cozzare in caso di caduta a causa del loro maggiore ingombro, oltre a risultare spesso antiestetiche.
La soluzione del passaggio dei cavi interno al telaio nel corso di questi anni ha rivelato alcuni limiti come la rumorosità e la difficoltà in caso di manutenzione. La soluzione classica invece, con i cavi fissati all’esterno del telaio, risulta troppo spesso antiestetica. Canyon ha quindi pensato a una soluzione piuttosto innovativa per alloggiare il passaggio dei cavi, ovviando ai problemi di entrambi i sistemi tradizionali. Si tratta di un canale formato da una serie di gusci applicati sulla parte inferiore del tubo obliquo e fissati tramite viti al telaio. In questo modo tutti i cavi sono nascosti alla vista ma ben fissati e facili da raggiungere per ogni tipo di intervento di manutenzione. I gusci sono realizzati in una particolare plastica morbida ma robusta come quella utilizzata come protezione per il tubo obliquo della Sender e infatti hanno anche lo scopo di proteggere il telaio dagli urti. Un’idea semplice ma davvero brillante.
Il telaio della Spectral offre ben 3 fori di fissaggio per il portaborraccia, coperti con dei tappi in gomma che curano l’estetica in caso non si utilizzi il portaborraccia. Considerando lo spazio a disposizione per via della posizione dell’ammortizzatore, Canyon offre come optional per le taglie dalla M in su un portaborraccia a estrazione laterale.
Per accomodare comunque una borraccia anche sui telai in taglia S e XS, dove lo spazio è ulteriormente ridotto, è previsto un altro optional molto interessante: il doppio portaborraccia Eject System. Questo optional si può utilizzare ovviamente anche su tutte le altre taglie e viene fissato a tutti e 3 i fori di cui dispone il telaio grazie alla lunga slitta forata di cui il portaborraccia è dotato. È in grado di reggere saldamente due bottiglie delle dimensioni di 400ml ciascuna che offrono la possibilità di essere riempite entrambe con acqua oppure una con acqua e l’altra con integratori, oppure una con acqua e l’altra come contenitore per attrezzi e ricambi o cibo o una giacca antivento.
A proposito di contenitore, Canyon ha pensato anche a un’altra soluzione che consente di evitare lo zaino o quanto meno di ridurre il carico sulle spalle del rider sfruttando lo spazio sulla bici. Si tratta di una scatola triangolare di plastica che si inserisce all’incrocio tra top tube e tubo obliquo.
Si fissa saldamente al telaio tramite un foro filettato sul tubo obliquo e due fori filettati sul top tube. Essendo un optional, anche in questo caso le viti sono coperte grazie a una protezione in gomma che ne cura l’estetica nel momento in cui questo contenitore non viene montato.
Confermata la presenza del sistema IPU (Impact Protection Unit) brevettato da Canyon proprio per il precedente modello di Spectral per bloccare la rotazione del tubo di sterzo ed evitare che il manubrio e i comandi possano impattare contro il telaio in caso di caduta. Le viti che fissano il blocco sono cave e il loro carico di rottura è studiato affinché possano rompersi in caso di urti particolarmente violenti, evitando che il telaio subisca danni nella zona in cui è avvitato il blocco. Il sistema IPU è comunque interamente removibile in caso qualcuno preferisse non utilizzarlo.
Canyon sulla nuova Spectral elimina il collarino reggisella con un sistema integrato differente dai tradizionali sistemi che bloccano il tubo sella cingendolo. In questo caso all’interno del telaio è presente una staffa che, tramite una vite a brugola, preme il reggisella contro il telaio bloccandolo saldamente. Il fatto che prema invece che stringere dovrebbe avere in teoria minore ripercussione sul funzionamento del reggisella stesso al contrario del collarino tradizionale che, su alcuni modelli di reggisella telescopici, ne ostacola il funzionamento se lo si stringe troppo.
Con questo sistema Canyon è in grado di assicurare un design pulito e ordinato alla Spectral. La maggiore dimensione del tratto di piantone sella e la sua forma sono in grado di fornire rigidezza strutturale senza bisogno di ulteriori rinforzi e in questo modo riesce a sposare la linea di design tipica della nuova gamma, come spiegato precedentemente. Inoltre il sistema permette di sigillare il punto di inserimento del reggisella tramite una massiccia guarnizione che isola l’interno del telaio da acqua e sporcizia, mentre la vite di chiusura è protetta da un tappo dedicato in gomma.
Geometrie
In azione
Come anticipato in apertura, la presentazione e quindi la giornata di prove della Spectral si è svolta a Madeira, su numerosi trail tra i quali anche quelli che hanno ospitato la tappa di Enduro World Series 2017. Non siamo stati particolarmente fortunati con il meteo dato che ha diluviato praticamente tutto il tempo, con pesanti scrosci d’acqua che hanno reso il terreno estremamente fangoso e scivoloso. Tuttavia la Spectral ci ha permesso ugualmente di divertirci sui trail trasformati dalle condizioni scozzesi che hanno fatto sentire decisamente a casa Joe Barnes, il rider del Canyon Factory Enduro Team che è stato la nostra guida per questa occasione.
La nuova Spectral mantiene la promessa di essere una “fun trail bike”, risultando estremamente maneggevole e precisa, con una netta propensione verso un tipo di guida giocoso e vivace. Le geometrie sono bilanciate e le permettono di essere incredibilmente intuitiva e di immediata comprensione, correttamente bilanciata tra stabilità e agilità. Sui percorsi di Madeira abbiamo affrontato diversi tratti molto tecnici e impegnativi, soprattutto considerando le condizioni di pioggia e fango, e la Spectral è sempre risultata affidabile e semplice da controllare fornendo confidenza e sicurezza. Un dettaglio forse trascurabile ma enormemente apprezzabile dal mio punto di vista è la totale silenziosità della bici, che permette di godere del semplice suono delle gomme sul terreno senza essere distratti da rumori, sbatacchiamenti e cigolii vari: un lusso che non capita molto spesso.
Il sistema di sospensione è efficace in ogni condizione d’uso e risulta reattivo ma al contempo molto stabile grazie a una curva di compressione armoniosa, moderatamente progressiva e ben calibrata in ogni sua fase. Spesso mi sono scordato di essere in sella a una Trail bike, guidando come su una bici da Enduro, che poi è un segmento che viene coinvolto dalla destinazione d’uso che Canyon ha pensato per la Spectral. Non mi stupirei di vedere Joe Barnes in sella a questa bici l’anno prossimo in qualche tappa di EWS. Abbiamo pedalato per un dislivello complessivo interessante ma intervallato da diverse risalite con gli shuttle, quindi il tempo continuativo trascorso in salita non è stato moltissimo ma abbastanza per capire che la Spectral sa comportarsi molto bene anche in quel frangente, con una sospensione stabile che permette di pedalarla tranquillamente con l’ammortizzatore in posizione Open.
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Per le plus, quello è una mia opinione, sono "legnose" da guidare, io "fun bike" sicuro non lo abbino a una plus/fat.
La questione delle masse sospese a mio parere è poco significativa, la differenza esiste ma le forze in campo (masse e velocità) sono molto ma molto inferiori a quelle di altri veicoli.
Primo posto che dipende dalla qualità quanto dal marketing. Loro lo fanno da secoli e lo fanno a livello sistemico, noi da poco e in ordine sparso, frammentando le risorse.
Diciamo che il paragone non era azzeccatissimo ;-)