Siamo stati invitati a Stoccolma, in Svezia, per una visita alla sede di Öhlins e per fare un primo giro con la nuova forcella da DH, la TTX DH Race. Questa forcella nasce da due anni di sviluppo in collaborazione con in team Specialized Gravity.
La forcella ha la regolazione della frenatura in compressione e ritorno a bassa velocità su 15 click, più regolazione della compressione alle alte velocità su 4 click. La parte pneumatica a tre camere è isolata dagli steli per ridurre il riscaldamento. La risposta dell’elemento elastico è regolabile lungo tutta l’escursione, un sistema che Öhlins chiama Total Tune Spring Curve (TTSC).
Tutto quanto detto finora vale anche per il kit TTX 18 Cartridge, fatto per essere montato su Fox 40 o RockShox Boxxer. Al momento stiamo testando il kit su una Boxxer: presto ne scriveremo un test completo.
Il perno è Bost 20×110 fissato con collarini a entrambi i foderi. Esistono comunque dei distanziali da 5mm per montare mozzi non boost sulla TTX DH.
Le piastre esistono per ruote da 27.5″ e 29″ con offset di 46, 50, 54, 58 mm. L’altezza della forcella (axle to crown) è di 608 – 620mm per la 29″ e di 590 – 604 per la 27.5″.
Öhlins non ha ancora un parafango per la TTX, ma ha preparato la forcella con due fori filettati, per una futura integrazione. I raschiapolvere sono SKF, secondo Öhlins la scelta migliore quanto a scorrevolezza e resistenza a fango e polvere. Il monolite è uno solo ed ospita sia ruote da 27.5″ che da 29″.
Le grafiche sono semplici, con il logo, una Ö, in giallo. È probabile che in futuro saranno anche disponibili altri colori.
In cima agli steli troviamo da un lato la valvola dell’aria (camere positiva e negativa, si equilibrano automaticamente), dall’altro i pomelli della frenatura in compressione. Sotto il fodero sinistro c’è la frenatura alle basse velocità, protetta da un tappo, e sotto il fodero destro la valvola della camera dei fondocorsa.
La parte pneumatica è completamente indipendente, in modo che sia facile da rimuovere per la manutenzione.
Sarà presto disponibile sul sito Öhlins una guida completa alla regolazione della camera positiva, per aiutare i rider a regolare correttamente la forcella.
Oltre alle regolazioni dell’avancorsa e della curva di compressione, è possibile personalizzare l’idraulica.
Abbiamo provato la forcella al bikepark di Järvsö, con bici diverse. Nel seguito, ci concentreremo sulla Canyon Sender: è quella con cui ci siamo trovati meglio e sulla quale abbiamo investito più tempo sulle regolazioni.
La Canyon Sender 27.5 è una bici rigida, con flessioni minime ed un assorbimento delle vibrazioni minore rispetto, ad esempio, alla Commençal Supreme 29 che era tra le bici che abbiamo usato.
Ovviamente la Sender era montata con un ammortizzatore TTX a molla, molto sensibile e confortevole una volta che la durezza della molla e la frenatura in compressione sono state correttamente scelte.
Siamo partiti con le regolazioni suggerite da Öhlins. La Canyon inizialmente andava alla grande, ma sul tecnico ci siamo accorti che mancava un po’ di supporto nella parte centrale della corsa e verso il finecorsa. Ci è sembrato inoltre che non recuperasse in tempo. Dopo averne parlato con il team leader MTB e meccanico per il team Specualized HJ Hansen, abbiamo aumentato la pressione nella camera del finecorsa di 10 psi e aggiunto 2 click di ritorno e uno di compressione alle alte velocità.
La compressione alle alte velocità è regolabile su solo 4 click e le differenze tra di essi si notano bene. Abbiamo tenuto la frenatura bassa per un comportamento plush. In effetti, probabilmente solo i biker più veloci, tipo Loic Bruni, useranno importazioni superiori ai 2 click. Per il resto, le nuove regolazioni hanno aiutato a mantenere su l’avantreno dando più sicurezza sul tecnico e negli atterraggi.
Gli steli da 38 mm sono un ottimo compromesso tra rigidità e flessibilità. Sulla Canyon 27.5, il monolite compatibile con 29″ non ha dato alcun problema come ad esempio la tendenza a flettere. Le ruote da 27.5″ non sembrano fuori posto e l’altezza corretta si raggiunge facilmente con le giuste piastre.
È probabile che chi monterà la TTX sulla propria bici comincerà presto a conoscerla e a destreggiarsi bene con le regolazioni. D’altro canto, non ci si può aspettare che tutti abbiano la volontà di approfondire le questioni di idraulica e pneumatica della forcella.
Le regolazioni di partenza suggerite da Öhlins saranno più che adeguate per la gran parte dei biker, mentre chi ne ha la volontà e la capacità potrà regolare nel dettaglio la risposta della forcella.
La TTX DH Race ha tutte le carte in regola per diventare presto una forcella di successo. Alcuni storceranno il naso pensando al costo di cambiare le piastre, ma probabilmente questi biker non hanno bisogno di una forcella elaborata fino a questo punto. È sicuramente molto interessante la possibilità di montarne le cartucce su una Boxxer o una 40: un’operazione che, a un prezzo ragionevole, permette di portare sulla propria forcella le prestazioni di una Öhlins.
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