Circa tre settimane fa SRAM ci ha mandato una Scott Genius Ultimate montata con il nuovo gruppo wireless AXS e alcuni altri prodotti nuovi di cui vi parleremo mano a mano nelle prossime settimane. Uno di questi sono i nuovi freni G2 Ultimate, dove G sta per Guide. A cinque anni dalla sua presentazione, uno dei freni più diffusi sul mercato è stato migliorato. Non vi propongo un test, perché prima è necessario vedere come gestisce il consumo delle pastiglie, cosa che in passato spesso provocava un allungamento della corsa della leva.
Per completezza va detto che durante la presentazione in Portogallo SRAM ha montato un set di G2 RSC sulla Mondraker Foxy, e che li ho usati sui bei sentieri di Sintra per tre giornate furgonate.
Se la leva vi sembra famigliare, non c’è niente di male, visto che la forma è identica al predecesseore e identici sono anche il pomello per regolarne la distanza dal manubrio e la rotella per settare il punto di contatto.
Il rapporto di leva necessario per comprimere il cilindro principale è rimasto identico perche, dopo diversi test con altri valori, SRAM ritiene che questo sia ottimale.
Se guardate attentamente la foto qui sopra, noterete che il materiale delle pastiglie non è nero (cioé organico) né ramato (semimetallico), ma grigio. Si tratta della nuova mescola Power, organica ma diversa da quella che conosciamo.
La pinza freno è dove SRAM ha fatto più cambiamenti. In particolare le due viti che tengono unite le due parti della pinza hanno un diametro maggiore, cosa che va a migliorarne la rigidità quando si frena. Si possono cambiare le pastiglie dall’alto, senza dunque dover smontare la pinza dal telaio.
Un altro cambiamento riguarda i pistoncini, che prima erano in alluminio mentre ora sono fenolici, materiale che trasferisce meno il calore, motivo per cui lo “Heat shield” è sparito, in quanto non più necessario.
Infine i tubi sono più flessibili per facilitare il passaggio cavi interno.
Qui trovate un pdf con tante domande e risposte, leggetelo prima di commentare.
Sia gli Ultimate che gli RSC che ho provato hanno le nuove pastiglie Power, mentre la configurazione dei dischi si differenzia per il diametro di quello anteriore (200mm sulla Foxy e 180mm sulla Genius). Per il resto i freni sono identici se non per la leva in carbonio degli Ultimate.
Come detto in apertura, potrete leggere un test approfondito solo dopo che avrò consumato almeno un set di pastiglie, e percorso qualche bel sentiero lungo e ripido. Queste vogliono essere solo delle prime impressioni.
A livello di feeling della leva non è cambiato praticamente niente: la leva dei Guide era ergonomica, lunga il giusto e “per un dito”, e così rimane anche sui G2.
Uno dei sentieri su cui li ho provati:
Quella che è cambiata è la consistenza del freno quando si vanno a toccare le pastiglie. Se i Guide erano molto modulabili, i G2 con pastiglie Power lo sono ancora di più, perché lasciano più spazio dall’inizio della pinzata al bloccaggio della ruota vero e proprio. L’ho notato molto bene sui sentieri molto secchi di Sintra, dove un po’ di pressione di troppo comportava la perdita di aderenza, soprattutto del posteriore.
Pur non avendo mai percorso sentieri ripidi dove non si mollano quasi mai i freni, posso dire che finora il punto di frenata è rimasto costante malgrado diverse discese dal Monte Bar (900 metri di dislivello) e conseguente consumo delle pastiglie. La sensazione complessiva è di un freno che si avvicina di più ai Code che non ai vecchi Guide, confermata anche dalla maggiore robustezza della pinza grazie alle due viti con diametro maggiorata. Non si nota un aumento di potenza mostruoso, ma va detto che non sono mai arrivato a fine giro con le mani stanche a furia di tirare la leva. La differenza di potenza c’è fra il disco da 180mm e quello da 200mm, come è anche logico attendersi, e quest’ultima configurazione è da prediligere se si montassero i G2 su una bici da enduro.
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