[First Ride] Giant Anthem 29 Pro 0

Giant ci ha invitati al suo quartier generale americano a Newbury Park, in California, per mostrarci i risultati dei suoi ultimi sforzi sul proprio mezzo full da XC. La Anthem è sempre stata la full a minore escursione di Giant. In un paio di occasioni però, soprattutto di recente, ha cominciato ad allontanarsi dalle proprie radici agonistiche. Ridisegnata da zero, non solo è tornata al suo carattere marcatamente race, ma porta anche con sé qualche caratteristica unica e interessante: parliamo soprattutto dello schema di sospensione, che è quello col rapporto di leva più basso di tutto il mondo XC.

Dettagli

Com’era da aspettarsi, la nuova Anthem si è aggiornata con ammortizzatori metrici e battute Boost. L’escursione posteriore è di 90mm, che si uniscono ai 100mm della forcella. Chiacchierando col senior global category manager del settore offroad Kevin Dana, è emerso che secondo Giant il nuovo sistema di sospensione è talmente migliore rispetto al passato che necessitava di meno escursione. Approfondiremo questo punto nelle prime impressioni sul campo.

Tutti i modelli di Anthem hanno comando remoto al manubrio per la forcella. Il modello top di gamma Anthem 29 Pro 0 ha una leva al manubrio che blocca contemporaneamente forcella e ammortizzatore. Dato che le sospensioni sono Fox sia davanti che dietro, di Fox è anche la leva, che ci è sembrata ergonomica e pulita, ancorchè un po’ controintuitiva nel funzionamento. La levetta più grande apre le sospensioni e richiede un movimento più ampio e maggior forza. Per bloccare le sospensioni invece basta una colpetto alla levetta piccola più in alto.

La Anthem adotta reggisella da 27.2mm. Questo potrebbe far storcere qualche naso, ma Giant insiste che la Anthem non è una full da quasi trail, è una XC da gara. Un reggisella in carbonio da 27.2mm rappresenta la scelta più leggera e confortevole. Per chi non può rinunciare ad un reggisella telescopico, c’è un passaggio cavi interno. KS e Thompson sono due aziende che fanno reggisella telescopici con questo diametro, se proprio voleste montarne uno sulla Anthem. Come si vede nella foto, il collarino è integrato: un altro modo di risparmiare peso. Si apre con una chiave esagonale da 4mm ed è coperto da una protezione in gomma che gli dà un aspetto pulito.

Geometrie

Le nuove geometrie prevedono un carro più corto. La vecchia Anthem 29 aveva un interasse di 2.5cm più lungo, soprattutto a causa del carro lungo. Questa versione invece ha un carro di 438mm: facile da alzare in manual ma stabile sul veloce e ben piantata a terra in salita. Le quote restanti non hanno niente di estremo. Sterzo di 69°, rake della forcella di 51mm e reach di 454mm (taglia L, quella provata). Vediamo sul campo cosa comportano questi numeri…

Regolazioni

Ho parlato con l’esperto delle sospensioni di Giant Frank Trotter, mentre mi aiutava a regolare il sag. Considerato il rapporto di leva veramente basso (2.11:1) della sospensione posteriore, gli ho chiesto a che pressione caricare la camera positiva per un 25% di sag. 185 PSI, esattamente come il mio peso in libbre. Roba mai sentita nel mondo XC: di solito su queste bici un biker di quel peso (84kg) usa pressioni superiori ai 250 PSI. Proprio nella minor pressione stanno i vantaggi di un rapporto di leva basso. Pressioni basse significano minori attriti, migliore risposta ai cambi di direzione e maggior sensibilità. Con pressioni basse si ottengono anche maggiori intervalli di regolazione della frenatura. Ma la sospensione è fatta, oltre che dall’ammortizzatore, dal carro e dalle leve. Le curve della frenatura e la corretta traiettoria dell’asse posteriore sono cruciali. Ma di questo discuteremo più avanti.

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Sul campo

Siamo partiti direttamente dall’ufficio di Giant per addentrarci in un reticolo di sentieri tra le montagne di Santa Monica, fino alla spiaggia poco a nord di Malibu. I sentieri erano quelli tipici della California meridionale, con fondo smosso che non dà il massimo del grip. Insomma bisogna saperci fare, ma personalmente conosco bene questo tipo di fondo, visto che ho abitato in zona a lungo.

La posizione in sella e la distribuzione del peso sulla bici mi è sembrata piuttosto corrette. Avendo arti relativamente lunghi, ho dovuto spostare la sella tutta in avanti, dato che il tubo sella non molto verticale da 73.5° con testa arretrata di 25mm mi spostava parecchio indietro. Con i miei 183cm di statura, preferei un reggisella a testa dritta, che risolverebbe ogni problema. L’attacco manubrio da 80mm è giusto, sotto di esso c’erano un sacco di distanziali con cui giocare sull’altezza del manubrio.

La prima cosa che ho notato a riguardo dell’ammortizzatore è stato quanto fosse sensibile. Quando ci si immagina una full da XC, il quadro tipico è quello di una bici dalla sospensione piuttosto rigida, ma non in questo caso. Gode di una buona stabilità in corrispondenza del punto di sag. A essere sinceri ho utilizzato il blocco solo su strada o sulle sterrate lisce. La combinazione di trazione e stabilità sulle salite in posizione open è stata eccellente. All’anteriore ci sono 24 click sul pomello della compressione alle basse velocità in modo da regolare con precisione la forcella FOX 32 Step Cast. Per quanto riguarda i grossi urti, i fondocorsa sono stati leggeri grazie a un eccellente controllo anche sul ritorno, in forte contrasto rispetto a quanto avviene di solito con le bici con un alto rapporto di leva, che possono essere piuttosto brusche.

Le ruote hanno dimostrato di comportarsi bene, con un’ottima rigidezza in curva. Ovviamente non posso commentarne la resistenza come avrei fatto in un test di lunga durata, dato che le ho utilizzate solo per poche ore. L’unico appunto sulle ruote è che, mentre possiamo elogiare Giant per aver scelto i meccanismi DT-Swiss per i mozzi, hanno optato però per la versione a soli 36 denti di ingaggio della Star Ratchet. Capisco che potrebbe essere una scelta appropriata per le bici di bassa e media gamma, ma sul top di gamma, soprattutto considerando il prezzo di listino, mi sarebbe piaciuto poter godere dei vantaggi della versione a 54 denti, in particolare sulle salite tecniche.

In merito ai componenti, il gruppo SRAM Eagle XX1 è eccellente, come consuetudine e ho trovato la corona da 34 denti adatta a offrire il giusto range di rapporti. I copertoni Maxxis Ikon sono molto scorrevoli e fornisco sufficiente grip. I freni SRAM Level Ultimate sono impeccabili e la scelta di un rotore da 180mm all’anteriore è saggia, ma i grammomaniaci possono sostituirlo con un 160mm. Manubrio e attacco danno un buon feeling mentre la sella si è rivelata poco confortevole. In termini generali, una buona componentistica.

A livello di geometria, è stata ben pensata se si eccettua l’angolo del tubo sella per rider con un cavallo alto, come fatto notare in precedenza. Lo sterzo dà confidenza sul veloce scassato, mentre l’offset di 51mm permette di mantere la precisione di guida. Il movimento centrale può sembrare piuttosto alto, a prima vista, ma permette di pedalare senza sbattere i pedali per terra quando ci si trova sul tecnico in salita. I foderi posteriori corti controbilanciano questo aspetto, dando alla Anthem agilità e facilità nel manual. A livello di rigidità non si può eccepire niente, non ho notato alcun flex degno di nota.

Contiamo di ricevere una Anthem per un test di durata, state sintonizzati!
www.giant-bicycles.com
Foto action: Jake Orness

I modelli 2018 disponibili per il mercato italiano sono:

Anthem Advanced Pro 29er 0: 7399 euro


Anthem Advanced Pro 29er 1: 4499 euro


Anthem 29er 1 GI (Shimano): 3699 euro

Anthem 29er 1 (Sram): 3699 euro


Anthem 29 2: 2599 euro


Anthem 29 3: 2199 euro

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