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La scorsa settimana Specialized ci ha invitato alla Sunshine Coast, in Canada, per un primo contatto in esclusiva con la nuova Enduro. Abbiamo trascorso il primo giorno con una discesa dopo l’altra al Coast Gravity Park mentre nella seconda giornata abbiamo girato sui sentieri locali, su tutta una serie di singletrack diversi. Abbiamo provato la versione top di gamma: la S-Works Carbon con ruote 27.5″.
Per i dettagli e i prezzi della nuova enduro, cliccare qui.
Siamo decollati a Vancouver per arrivare al Painted Boat Resort. Nascosto nel Madeira Park, BC, è una zona molto bella nella sunshine coast e si trova a circa 30′ dal bikepark.
A colazione, Specialized ha presentato i nuovi prodotti ad una dozzina di assetati giornalisti da tutto il mondo. Speriamo che non vengano offuscate dalla curiosità per la bici, perché queste due novità sono molto interessanti. Si tratta di un nuovo casco e delle scarpe 2FO.
L’anno scorso Specialized ha presentato il casco Ambush e le scarpe 2FO Cliplite BOA. Entrambi ben accolti da pubblico e critica, avevano un neo che consisteva nel prezzo un po’ alto, 190 Euro per entrambi. Questa settimana, Specialized ha risposto presentando delle versioni meno care (nelle foto sopra), entrambe vendute ad un prezzo più invitante, a 130 Euro. Malgrado il prezzo ridotto, queste nuove versioni mantengono molte delle caratteristiche chiave che hanno fatto il successo dei modelli precedenti. In poche parole, le differenze principali stanno nel fatto che le scarpe adottano lacci normali anziché il BOA e che il casco ha un sistema di chiusura e fettucce leggermente diversi. Abbiamo provato le scarpe e per il momento possiamo solo dire che ci sono piaciute un sacco. Più avanti vi faremo sapere le nostre impressioni sul lungo periodo. Ma ora veniamo alla Enduro!
Specialized ha deciso di aumentare l’escursione a 170mm davanti e dietro. L’enduro si sposta sempre più verso tracciati molto tecnici/discesistici ed anche nei bikepark si vedono girare sempre più bici di questa categoria, con gomme fino ai 2.6″. Forse la novità più grande in questa bici è l’aggiunta del comparto SWAT nel tubo obliquo. È veramente uno dei passi avanti più interessanti che secondo noi ci siano stati per quanto riguarda il recente mercato dei telai.
Ci abbiamo messo dentro abbiamo camera d’aria, pompa ed un burrito… Altre novità sono le geometrie (la bici è diventata più lunga), movimento centrale filettato, fulcri delle sospensioni meglio pensati, che adesso usano viti e cuscinetti uguali davanti e dietro. La Enduro 29″ ha escursione di 160/165mm davanti e dietro rispettivamente e può essere montata con gomme 27.5″ o 29″. Per tutte le novità e i prezzi andate qui.
Ma ecco come si è comportata la bici nei nostri 2 giorni sulla Coast.
Ci hanno subito colpito la linea pulita della bici e le tante caratteristiche interessanti. È una bella bici sia dal punto di vista estetico che da quello funzionale. Il link è stato reso più massiccio e la versione top di gamma che abbiamo provato ha, per la prima volta nella storia della enduro, anche il carro in carbonio. Il passaggio dei cavi è ben fatto, corre attraverso il tubo obliquo ed è chiuso, non fa nessun rumore. La bici che abbiamo provato noi era una taglia L, con angolo sella di 75° che, spostando ulteriormente il peso del biker in avanti quando la sella è alta, aiuta in salita.
Vi elenchiamo alcune altre quote importanti: angolo sterzo 65.5°, altezza movimento centrale 350mm (con gomme da 2.6″) e carro lungo 425mm, un po’ più del modello precedente. Ci è piaciuto molto che Specialized abbia allungato il reach, che adesso è più in linea con quelli delle altre bici enduro. Specialized ha anche aggiunto al catalogo una taglia XL, per la gioia dei biker più alti.
Forcella e ammortizzatore si regolano in un attimo, il nuovo Ohlins STX22 ha l’AutoSag, come tutti gli ammortizzatori delle bici Specialized. L’ammortizzatore ha un po’ meno click per la regolazione delle compressioni rispetto a quello testato, il che lo rende più facile da regolare. Il range di regolazioni è comunque molto ampio e sfruttabile.
Nella Lyrik abbiamo usato 3 BottomlessTokens, in futuro ci piacerebbe usare anche l’ammortizzatore con qualche riduttore di volume. Per quanto riguarda proprio l’ammortizzatore, come venduto da fabbrica ci sembra ben impostato e funziona bene con la sospensione della Enduro. Andando avanti con le regolazioni, siamo rimasti un po’ male per via del fatto che Specialized ancora non faccia reggisella telescopici con corsa di 150mm. D’altro canto ci sono notizie molto buone, come il fatto che tutte le Enduro siano montate con manubri larghi 780mm. Per finire, dato che integrato nel portaborraccia si trova un multitool, i perni delle ruote delle Enduro sono Maxle Lite davanti e dietro: più leggeri e conferiscono alla bici un aspetto ancora più pulito. Montati pedali e manopole, era ora di muoversi verso il Bikepark.
Se non siete mai stati al Coast Gravity Park, non sapete cosa vi state perdendo. È uno dei pochi bikepark, se non l’unico al mondo, aperto tutto l’anno. È la casa della Coastal Crew, che con la manutenzione fanno un lavoro straordinario: si fa veramente fatica a trovare anche un solo brakebump. Ci sono sentieri per ogni livello di esperienza e se molti di essi sono battuti in stile bikepark, ce ne sono anche di veloci e molto più grezzi, con fondo molto naturale. Il poco dislivello su cui si sviluppa il bikepark è sfruttato alla grande usando uno shuttle anzichè seggiovia. E ora che sapete bene dove abbiamo provato le bici, vediamo come si sono comportate.
Considerato che abbiamo passato in bikepark il primo giorno, abbiamo ovviamente saltato e pompato molto. E dopo tutto è proprio questo che farà per una buona parte del tempo un gran numero dei futuri possessori di Enduro. La prima cosa che abbiamo notato è che, se la Enduro sembra molto grande, sul sentiero invece non ci è mai sembrato che fosse impegnativa da gestire, probabilmente grazie alle geometrie ben pensate.
Grazie al movimento centrale basso ed al carro corto è agile e facile da girare e alzare in manual. Il tubo orizzontale lungo invece aiuta in velocità quando c’è bisogno che la bici sia stabile. Giusto l’angolo sterzo, con i suoi 65.5°, non troppo aperto né troppo chiuso per gli standard moderni, si intende. Nulla da eccepire sulla forcella, siamo grandi fan della Lyrik.
Riguardo all’ammortizzatore Ohlins, le nostre prime impressioni sono veramente buone ma avremo bisogno di altro tempo per chiarirci meglio le idee. In particolare vorremmo fare un po’ di prove con i riduttori di volume, perchè provando la Enduro abbiamo dovuto settare l’ammortizzatore un po’ più duro del nostro solito. E questo è dovuto da un lato al fatto che è proprio così che si setta una bici quando la si usa in bikepark, ma dall’altro al fatto che la sospensione posteriore è piuttosto lineare.
Alla fine abbiamo usato la frenatura in compressione a alte velocità a metà dei 3 click, mentre per le basse velocità un click dal tutto chiuso e ritorno tutto chiuso. Al nostro tester piacciono sospensioni durette, soprattutto in bikepark. Detto questo, con 84kg di peso crede che l’ammortizzatore potrebbe dimostrarsi un po’ sottofrenato per alcuni dei rider più pesanti.
Sorprendente la nuova accoppiata Butcher/Slaughter da 2.6″. Sapevamo che Specialized stava lavorando a gomme da 2.8″ per le sue plus, ma non avevamo idea delle novità in campo 27.5″. Sul fondo compatto in effetti queste gomme non ci hanno fatto innamorare, ma con un po’ di prove abbiamo trovato una pressione bassa a sufficienza per evitare che i tasselli si piegassero ma alta abbastanza da evitare che le gomme spanciassero in curva. Ma entreremo più in dettaglio nel tema gomme parlando del secondo giorno, quando le proveremo su fondi per i quali sono state disegnate. Ottime come al solito le ruote Roval Traverse SL.
Dopo una grande giornata di bikepark, è venuta l’ora di guadagnarsi le discese. Ci siamo portati in una rete di sentieri a pochi minuti di distanza. Il giro è cominciato con una salita. Una salita ripida e tecnica che ci ha permesso di capire veramente quanto la Enduro si comporti bene in salita. A dirla tutta eravamo un po’ diffidenti, considerati i 170mm di escursione davanti e dietro.
Alla prova dei fatti però non c’era motivo di preoccuparsi, la bici va veramente bene. Non è facilissimo capirne il motivo, noi pensiamo sia la combinazione di diversi fattori: un angolo sella molto verticale, sospensioni ottime sia dal punto di vista della frenatura che da quello della cinematica. Un altro fattore che potrebbe passare inosservato è l’offset custom di 46mm della Lyrik. Allungando l’avantreno da 42 a 46mm, la bici è molto più governabile in salita e non “cade” nelle curve lente come accadrebbe con altre bici con sterzi aperti ed escursioni di 170mm.
Appena siamo entrati in qualche vero singletrack della BC, la Enduro ha preso vita. Abbiamo abbassato frenature e pressioni un pochino, adattando la bici al nuovo terreno. Il telaio è molto rigido, veramente agile e riguardo alla maneggevolezza è difficile immaginare di meglio.
Su questi sentieri ci siamo appassionati alle nuove gomme ed al loro formato. Danno una tenuta incredibile, anche se si riesce a farle andare via se si vuole. E considerando la loro impronta, la resistenza che offrono non è poi tanto male. Soprattutto, anche a pressioni relativamente alte non rimbalzano come tendono a fare le 27.5 plus. La trasmissione SRAM Eagle è fantastica, anche se un po’ schizzinosa. Ha un intervallo di rapporti enorme. Anche gli SRAM Guide RS carbon sono una garanzia.
Anche se a giudicare dalle foto non sembra, abbiamo girato principalmente su sentieri stretti, pieni di curve nel bosco, che correvano tra rocce, radici e tornantini. La bici ci chiedeva di lasciarla andare anche troppo, ma il fondo ci faceva pagare ogni errore. Abbiamo avuto a che fare con una buona quantità di rocce smosse e piccoli drop, tutte cose che alla Enduro hanno fatto un solenne baffo. La nuova Enduro si avvicina veramente ad una bici da DH, anche se sembra avere funzionalità e sensibilità da trailbike. Non vediamo l’ora di poter montare su una bici per un test completo.
Tornati a Painted Boat, avevano un sacco di cose da ricapitolare. Per essere un primo assaggio della bici, ci ha veramente lasciato a bocca aperta. Il primo giorno nel bikepark ci ha permesso di cominciare a conoscere la bici, le sue regolazioni, e capire come si comporta in un settore del mercato che anche per le bici enduro è molto importante (girare in bikepark). I giri sui sentieri del secondo giorno invece ci hanno fatto capire come la nuova Enduro si comporti nel suo habitat. Se da un lato è difficile avere da lamentarsi su una bici top di gamma, dall’altro troviamo anche che sulla nuova Enduro siano stati apportati dei miglioramenti che erano necessari. Possiamo anche tranquillamente dire che tra i principali marchi, Specialized è quello che lavora meglio con i componenti fatti “in casa”. Ma l’elemento decisivo è sicuramente il telaio e come è stato disegnato. Cercheremo di procurarci una Enduro per un test di durata e cercheremo anche di provare la versione 29″. Restate connessi.
Grazie a : Specialized Ohlins Yeti Coolers Foto : Harookz
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