[First Ride] La nuova Cannondale Jekyll

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Autore: Francesco Mazza

Non possiamo definirla una novità assoluta, dato che la bici si è intravista diverse volte in mano a Jerome Clementz, ma ora è ufficiale: Cannondale presenta la nuova Jekyll. Risultato di un lungo periodo di sviluppo e di test, la nuova bici da Enduro del marchio della grande C è stata rivoluzionata in ogni singolo dettaglio, conservando però al contempo alcuni dei concetti che hanno reso famoso il precedente modello. La Jekyll nei suoi 4 allestimenti, sia in carbonio che in alluminio, è già disponibile presso i rivenditori ufficiali Cannondale. Scopriamola nei dettagli.



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Analisi statica

Addio DYAD, benvenuto Gemini. Non si può negare che la novità più evidente della nuova Jekyll riguardi il sistema di sospensione e nello specifico proprio l’ammortizzatore. Come avevano svelato i recenti spyshot, Cannondale manda in pensione l’ammortizzatore DYAD che dotava le precedenti versioni della Jekyll della possibilità di cambiare escursione e geometrie tramite un comando remoto. Cannondale ha tuttavia conservato in parte il concetto di doppia escursione del DYAD anche sul nuovo ammortizzatore. Si tratta di un FOX Float X metrico dotato del nuovo sistema Gemini, che consente di ridurre l’escursione sempre tramite comando remoto al manubrio. La riduzione di peso del Float X Gemini rispetto al DYAD è di 77 grammi.

Il sistema Gemini consente di gestire l’ammortizzatore in due modalità: Flow e Hustle. Il comando remoto del sistema Gemini è il tradizionale comando a due pulsanti utilizzato da FOX per le sue sospensioni. Nella modalità Flow l’ammortizzatore si comporta esattamente come il modello standard del Float X. Agendo sul comando remoto si inserisce la modalità Hustle che riduce il volume della camera dell’aria impendendo all’ammortizzatore di raggiungere l’ultimo 20% di corsa e genera al contempo un netto aumento di progressività della curva di compressione dell’ammortizzatore sulla parte di corsa utile. In questo modo anche il sag si riduce ma soprattutto cambia interamente il comportamento della bici non solo durante la salita, ma anche nei tratti meno ripidi dove si pedala e rilancia spesso, oppure in quelli particolarmente tortuosi dove si può sfruttare una maggiore reattività della sospensione anche in uscita di curva.

Il Float X Gemini è comunque dotato delle 3 posizioni Open, Medium e Firm e della regolazione della compressione in posizione Open. La regolazione idraulica interviene ovviamente sia in modalità Flow che in modalità Hustle. La curva di compressione del Float X è inoltre modificabile tramite i classici spacer interni. L’ammo di serie non ne contiene.

Il DYAD inoltre funzionava in modo pull, quindi in estensione, mentre il Float X lavora nel tradizionale modo push, ossia in compressione, di conseguenza l’intero cinematismo è stato ridisegnato per alloggiare il nuovo ammortizzatore. Il sistema resta un Single Pivot indiretto, molto simile al precedente modello come struttura e design, ma con l’ammortizzatore posizionato sul lato opposto della biella, per essere spinto invece che tirato. La curva di compressione generata dal cinematismo è leggermente e costantemente progressiva su tutta la lunghezza della corsa, ovviamente con il sistema Gemini in modalità Flow. La curva diventa invece spiccatamente progressiva in modalità Hustle, come già detto, per via della modifica alla camera dell’aria dell’ammortizzatore. L’escursione alla ruota è di 165mm, abbinata a una forcella da 170mm di corsa. Una soluzione in linea con le più aggressive Enduro moderne.

Il telaio è realizzato interamente in carbonio con la tecnologia di lavorazione delle fibre unidirezionali denominata BallisTec, che caratterizza i migliori telai di Cannondale. Non solo il triangolo anteriore e il carro ma anche la grande biella che comprime l’ammortizzatore è costruita in fibra di carbonio, per incrementare notevolmente la rigidezza contenendo al contempo il peso. La biella è in carbonio su tutte le versioni della Jekyll, comprese quelle con telaio in alluminio. Le linee particolari del telaio, soprattutto per quanto riguarda la posizione alta dell’ammortizzatore e la forma curva della biella, nonché l’ampia curvatura della parte terminale del tubo obliquo, hanno lo scopo di creare adeguato spazio per il portaborraccia, in modo che sia accessibile, comodo e in una zona al riparo dal fango.

Dato che la parte inferiore del tubo obliquo, con la sua curva molto pronunciata, resta maggiormente esposta a eventuali urti, Cannondale ha previsto una solida protezione in carbonio a cui è stato dedicato parecchio lavoro per renderla leggera ma estremamente resistente agli impatti. Nell’angolo di giunzione tra il tubo obliquo e la scatola del movimento centrale, anch’essa riparata dal guscio in carbonio, è collocata la porta di uscita dei cavi dal telaio, ben angolati in modo che scorrano il più possibile vicini al telaio.

Anche le porte di accesso in zona sterzo sono ben posizionate, proprio a lato del tubo di sterzo e con la giusta angolazione per creare un routing ordinato che prosegua fino al manubrio senza intralciare il movimento dello sterzo e senza che i cavi sfreghino tra loro o contro il telaio stesso. Il telaio è inoltre compatibile con il sistema di trasmissioni elettroniche Shimano Di2, con passaggio dei cavetti e alloggio della batteria.

Il chainstay è protetto da un guscio in gomma e da una placca in metallo. Interessante e particolare la protezione in gomma di cui è dotato il lato interno del perno del carro che è più esposto a eventuali urti con la catena.

Uno dei punti principali dello sviluppo della nuova Jekyll è la forma del carro e il suo attacco asimmetrico sul telaio, con una tecnologia denominata Ai (Asymmetric Integration), che consente di realizzare un carro estremamente corto e rigido, lasciando ampio spazio a copertoni di dimensioni generose. Le ruote sono 27.5 con mozzi Boost e vengono campanate di 3mm verso il lato drive, per posizionare la ruota perfettamente centrale. La guarnitura gira su un perno da 83mm per fornire la corretta linea catena e ulteriore rigidezza anche nella zona del movimento centrale.

Geometrie

Le quote geometriche della nuova Jekyll sono decisamente aggressive e per alcuni versi innovative, con un angolo di sterzo di 65° e un carro di 420mm che è il più corto della sua categoria. Il tubo sella è decisamente verticale. Cannondale ha dichiarato di aver realizzato delle geometrie che rendessero la Jekyll una Enduro aggressiva ma equilibrata e scattante piuttosto che una mini DH.

In azione

Il camp di presentazione di Cannondale ha avuto luogo a Finale Ligure grazie al supporto organizzativo degli amici di Just Ride e di Ride On!, quindi ho potuto concentrarmi efficacemente sulle performance della nuova Jekyll dato che la giornata di prove si è svolta sui trail che frequento abitualmente per i test di bici e componenti.

Le impressioni dedicate alla salita sono brevi e si limitano ad alcuni trasferimenti, dato che il programma prevedeva una giornata di risalite con gli shuttle. La posizione in sella è molto comoda, grazie all’angolo sella particolarmente verticale e al top tube relativamente abbondante. Il sistema di sospensione in posizione Open e in modalità Flow oscilla in modo avvertibile, ma è sufficiente inserire la modalità Hustle tramite il comando remoto al manubrio per ridurre sensibilmente questa oscillazione. Se poi si agisce sull’idraulica inserendo la posizione Medium, si ottiene adeguata stabilità.

In discesa ho impiegato un paio di giri per trovare il giusto setting. Partiamo dal presupposto che la Jekyll, per via delle sue geometrie, necessita di essere guidata caricando l’anteriore. Infatti l’angolo di sterzo di 65° descrive una quota di front-center elevata, che normalmente viene compensata con un carro più lungo per bilanciare il rider al centro della bici. La scelta di Cannondale invece è di dotare la Jekyll di un carro molto corto che le consenta di curvare con estrema facilità e agilità, ma questo comporta un piccolo sforzo di adattamento iniziale, che viene successivamente premiato con una prontezza di guida davvero esemplare.

Partendo dal sag consigliato del 25%, ho aggiunto 15psi per fare in modo di affondare meno con la sospensione posteriore e restare più caricato sul manubrio, senza perdere aderenza sulla ruota anteriore. Inoltre ho abbassato lo stem per imprimere più peso sull’avantreno. Dopo queste modifiche ho iniziato letteramente a godere della manovrabilità della Jekyll e i trail veloci e tortuosi di Finale sono diventati puro divertimento. Stabilità e sicurezza sull’anteriore e agilità sul posteriore.

La sospensione, nonostante la maggiore pressione che ho inserito nel Float X, si è rivelata estremamente plush, permettendomi di sfruttare tutti i 165mm di corsa a disposizione. Plush ma anche molto reattiva, con una facilità a staccare le ruote da terra davvero apprezzabile per una guida molto dinamica non solo nello scassato ma anche nelle curve in rapida successione. Anche in discesa si può inserire la modalità Hustle per avvantaggiarsi della maggiore progressività e sostegno della sospensione a portata di un click sul manubrio, che si rivelano utili nei tratti poco pendenti e non troppo scassati o nelle curve in serie. Teniamo presente che comunque la sensibilità iniziale della sospensione non viene modificata.

Conclusioni

La nuova Jekyll è una vera arma da Enduro race. Non fornisce confidenza immediata ma proprio per questo motivo, una volta prese le misure, proietta il limite molto più distante rispetto ad altre concorrenti più intuitive. Cannondale ha osato delle geometrie piuttosto innovative che premiano i rider con una buona tecnica di guida. La modalità Hustle non è essenziale per divertirsi con la Jekyll ma, se usata in modo appropriato, permette realmente di sfruttare tutto il potenziale di questa arma da Enduro race.

Allestimenti e prezzi

Cannondale mette a disposizione 4 allestimenti, tutti con trasmissione 1x e sospensioni FOX. L’allestimento 1 è basato su un telaio full carbon, mentre il 2 e 3 hanno telaio e biella in carbonio e carro in alluminio e il 4 ha il telaio interamente in alluminio tranne la biella che resta sempre in carbonio. La Jekyll 1 in prova, in taglia M, pesa 12,8kg.

Jekyll 1 – €7.499

Jekyll 2 – €5.999

Jekyll 3 – €3.999

Jekyll 4 – €2.999

Cannondale

Commenti

  1. 8mat7:
    freni... dai monta dei deore, almeno degli xt glieli metterei
    ammo con serbatoio esterno... magari rinunciando alla doppia escurisone ma visto che adesso non si è più vincolati ad un ammo con misure e specifiche proprietarie adesso ci si può sbizarrire... puoi montare un super deluxe rct3, un fox float x, un float x2, oppure passare alla molla... magari un bel ext shox storia.
    nulla di personale...ma ti prendo come esempio per chi poi si lamenta dei costi...nemmeno hai provato la bici e cmq bisogna spendere soldi perchè così non va bene...
    i deore (parlo dei vecchi) frenano tanto quanto una coppia di xt, materiali meno pregiati ok, meno rifiniti, ma frenano.
    perchè quello che vedo e leggo (ripeto, nulla di personale) è che se non hai il top di gamma di telaio, il top di gamma di trasmissione, il top di gamma di sospensioni, il top di gamma di reggisella, manubrio freni e tutto il resto la bici non va bene...
    quindi 3000 euro (che son già dei bei soldi) pare che non siano sufficienti per avere una bici cmq performante....mah....
    io non mi sono lamentato dei costi... io non cerco il top la mia jekyll è in alluminio, montata gx, guide rs non il top... ho cambiato io i pezzi che non mi piacevano... il rapporto qualità prezzo è giusto, avrei preferito che mettessero a catalogo un'altra bici in alluminio montata un pò meglio che costasse giustamente di piu...
    Guarda, tra i DEORE ed i guide RS, per quanto mi riguarda, DEORE tutta la vita.
  2. Domanda: alla luce dei commenti sulla geometria e posizione in sella, può aver senso prendere 1 taglia in meno e cambiare lo stem con un 45 o 50mm?
    Non in ottica gare ma in ottica divertimento dove a 50km/h non ci vado per principio...
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