[First Ride] Lapierre presenta la nuova Prorace SAT

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Autore: Francesco Mazza

Nei giorni scorsi siamo stati a Les Gets, in Francia, ospiti di Lapierre per la presentazione della loro nuova hardtail da Cross Country, la Prorace SAT. Con questo nuovo prodotto il brand di Digione non solo punta a posizionarsi tra i modelli di riferimento nel settore XC per quanto riguarda performance e qualità costruttiva, ma si colloca in diretta concorrenza con i brand online per quanto riguarda il listino prezzi davvero competitivo, pur continuando ad avvalersi di una rete tradizionale di vendita e assistenza nei negozi.



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Analisi statica

L’abbiamo definita una hardtail, ma a dire il vero la Prorace SAT è classificabile come una moderna interpretazione di softail o semi-rigida che dir si voglia, grazie al sistema SAT (Shock Absorption Technology) introdotto nel 2014 sulla Pulsium, la BDC endurance di Lapierre, e adattato all’utilizzo in MTB. Il sistema SAT si unisce alla tecnologia Intellizone, con la quale la Prorace è in grado di garantire la massima rigidezza torsionale e laterale, grazie a una costruzione particolarmente massiccia e rigida di tubo obliquo, scatola del movimento centrale e foderi bassi, mentre al contempo i foderi alti e il piantone sella sono appositamente realizzati allo scopo di offrire una minima flessione verticale che renda il carro maggiormente confortevole e adatto ai tracciati XC sempre più tecnici e sconnessi, oltre che alle gare di lunga durata.

La flessione verticale è rapportata proporzionalmente alle taglie, grazie a una differente elasticità dei foderi alti e del piantone sella. Allo scopo di assorbire gli impatti e le vibrazioni, Lapierre ha posizionato un elastomero interposto tra la congiunzione dei foderi alti con il tubo sella e la sua connessione con il top tube. Questo elastomero ha inoltre la funzione di smorzare gli impatti più importanti garantendo una sorta di resistenza al “bottom out”, o meglio, evita che il sistema SAT fletta più di quanto sia preposto a fare. Le parti colorate tramite le quali l’elastomero si innesta al telaio sono in plastica e creano un cuscinetto che permette all’elastomero di interfacciarsi al meglio con il carbonio. L’elastomero è sostituibile ed è anch’esso di durezza differente in base alle taglie.

Le linee particolari della Prorace sono un richiamo a quelle della sorella XR, la full da XC di casa Lapierre, ma si ispirano anche alla cugina Pulsium dalla quale ha ereditato il sistema SAT. Il telaio della 929 e della 729, l’allestimento oggetto del test, pesa 1.050 grammi verificati in taglia M. Nel caso della 629 il telaio è realizzato con un carbonio differente che incide di 30 grammi sul peso finale. Per non gravare sul peso e sul prezzo finale di ciascun allestimento, Lapierre ha scelto di non inserire di serie un reggisella telescopico. Tuttavia la Prorace è interamente compatibile, sia come inserimento che come routing interno del cavo, e la stessa Lapierre metterà a breve sul mercato un telescopico da 70mm di escursione che si potrà eventualmente acquistare a parte, per coloro che ne apprezzano i vantaggi.

Il carro della Prorace è in grado di accogliere copertoni di larghezza fino a 2.4 pollici. Un’ampia nicchia sopra al movimento centrale permette di scaricare il fango anche con copertoni della massima larghezza ammessa. Tale nicchia è in realtà la conseguenza della rastrematura del piantone sella, realizzata per consentire al sistema SAT la giusta flessione che contribuisce all’assorbimento di impatti e vibrazioni.

Il routing dei cavi della Prorace è pulito ed essenziale grazie alla porta di ingresso ben sagomata che indirizza ottimamente la guaina del cambio e la tubazione del freno posteriore verso il manubrio.

Dal lato opposto, entrambi i suddetti cavi proseguono il loro percorso direttamente all’interno del carro, fuoriuscendo da ciascun lato del fodero basso nella miglior posizione per inserirsi rispettivamente nel cambio e nella pinza del freno posteriore. Il lato drive del fodero basso è inoltre salvaguardato da una robusta protezione in gomma, sagomata con precisione.

Per coloro che volessero montare un sistema Shimano Di2, Lapierre ha messo a disposizione un’apposita sede per la batteria, alla quale si ha accesso per mezzo di uno sportellino denominato Trapdoor, posto sotto la scatola del movimento centrale. In questa posizione la batteria è ben integrata all’interno del telaio e il peso è il più possibile centrale e basso.

Lapierre ha selezionato prevalentemente prodotti di casa SRAM, con forcelle RockShox SID (o Reba nel caso della 629), freni Level e trasmissioni Eagle (o 1×11 nel caso della 629). Le ruote sono Mavic, tranne nel caso della 929, sulla quale viene montato un set di ruote prodotte da Lapierre, con cerchio in carbonio da 25mm di larghezza interna.

Un dettaglio interessante che riguarda la trasmissione consiste nel guidacatena Lapierre, realizzato in plastica e rinforzato internamente con fibre di carbonio, dal peso di 30 grammi. Questo guidacatena ha un’apposita sede, nella sua parte posteriore, dove alloggiare una falsamaglia SRAM Powerlink di scorta.

Geometrie

In azione

Avete presente quella sensazione di feeling immediato che a volte citiamo nei nostri test? Ecco, la Prorace mi ha dato subito questa impressione di conoscere già la bici non appena ci sono salito, con una posizione di guida che mi ha trasmesso immediatamente comfort e confidenza. Spesso salendo su una bici per la prima volta (a volte anche la seconda e la terza…) non ci si sente subito a proprio agio e si comincia a ragionare se sia il caso di togliere uno o due spessori da sotto allo stem, se cambiare attacco con uno più corto, se spostare la sella più avanti o se forse non sarebbe stata meglio una taglia in più. Sulla Prorace non mi è successo nulla di tutto questo: sono salito in sella mantenendo il setting di serie impostato dai meccanici Lapierre, ho regolato solo l’altezza sella e l’inclinazione delle leve dei freni, la pressione dei pneumatici e il sag della forcella, e sono partito come se fosse la mia bici da settimane.

Salita

Appena iniziata ad affrontare la prima pendenza la Prorace ha subito evidenziato le sue doti di scalatrice, che permettono di salire con grande comfort in posizione di guida naturale, ben centrato sulla bici e comodamente seduto in sella, senza necessità di avanzare per mantenere stabilità. Personalmente sono abituato ad avanzare la sella per trovare una posizione di pedalata confortevole che non stressi il lavoro articolare delle ginocchia, ma con la Prorace non si è reso necessario e ho mantenuto la sella in posizione centrale.

La guidabilità è ottima anche nei tratti più tecnici e sconnessi e si riesce sempre a scegliere la giusta traiettoria, sia seduti in sella che in piedi sui pedali. In quest’ultima condizione di guida occorre ricordarsi di restare adeguatamente centrali sulla bici dato che la taglia abbastanza compatta porta a sbilanciarsi verso l’avantreno, rischiando di perdere trazione sulla ruota posteriore. Il sistema SAT svolge egregiamente il suo lavoro e anche nei tratti sconnessi si riesce a pedalare seduti o comunque a ridurre drasticamente la necessità di sollevare il peso dalla sella per conservare il contatto della ruota con il terreno. Il tutto si traduce in una minore dispersione di energie sia per quanto riguarda la pedalata, sia per quanto riguarda lo sforzo isometrico di mantenersi in piedi sui pedali. Non si avverte un comportamento generale differente da una normale hardtail, ma si apprezza decisamente il comfort e la naturalezza con la quale si resta in sella anche per diverse ore, come è stato per questo first ride che ci ha coinvolti per un’intera giornata di riding.

La componentistica è adeguata alla destinazione d’uso. La corona da 32 è agile e in abbinamento alla cassetta 10-50 offre un range adeguato all’utilizzo, considerando che i giri affrontati per questo first ride si sono sviluppati in alta montagna con pendenze e dislivelli interessanti. La forcella SID offre la giusta progressività e un comportamento sostenuto e bilanciato. L’impianto frenante è potente e adeguato e le ruote sono rigide e scattanti, anche se un po’ strette come cerchio rispetto ai moderni trend, con un volume d’aria del copertone di conseguenza ridotto.

Discesa

Pur trattandosi di un first ride, la prova in discesa della Prorace è stata esaustiva grazie a una serie di discese decisamente impegnative e dalle caratteristiche molto varie: alcuni tratti molto veloci, altri pronunciatamente ripidi e tortuosi, altri più guidati ma zeppi di radici e altri ancora pieni di polvere e grosse pietre smosse. Certamente nei boschi di Les Gets non mancano le opportunità di mettere sotto torchio una bici in discesa.

Nei tratti veloci la Prorace si è dimostrata stabile e molto maneggevole, con una buona capacità di caricare l’anteriore per imprimere grip all’avantreno e guidare in sicurezza, conservando velocità. Sul fondo sconnesso di radici e sassi fissi le reazioni della bici sono molto intuitive ed è risultata maneggevole e pronta a superare gli ostacoli mantenendo un buon assetto, filtrando buona parte delle vibrazioni per un comportamento confortevole e adeguatamente preciso. Nei tratti ripidi e tortuosi ho trovato più difficoltà a caricare in modo consistente il peso sulla ruota anteriore, forse per via della taglia abbastanza compatta che paga subito l’arretramento del peso, ma in gran parte anche per l’utilizzo obbligato della sella alta, dovuto alla mancanza del reggisella telescopico che in queste situazioni più estreme, anche se probabilmente distanti dall’effettiva destinazione d’uso della Prorace, avrebbe obiettivamente fatto la differenza. Le doti di maneggevolezza, precisione e agilità si apprezzano notevolmente nei tratti tecnici, rotti e tortuosi, dove si riesce a mettere le ruote esattamente dove si vuole e si superano gli ostacoli con relativa facilità.

Conclusioni

Le performance della Prorace, non solo grazie all’efficace sistema SAT, la descrivono come una delle migliori hardtail da XC attualmente in circolazione mentre il prezzo di listino la colloca al contempo tra le più appetibili sul mercato. La scelta dei componenti è curata e sensata e sembra che Lapierre con questo nuovo prodotto voglia dare un bell’esempio di come si possa creare una bici di alta gamma senza pretendere cifre astonomiche, pur continuando a garantire la presenza di una rete tradizionale di distributori e negozianti.

Allestimenti e prezzi

Le immagini differiscono dagli allestimenti definitivi per alcuni componenti. L’elenco corretto è riportato nel testo sotto ciascuna immagine.

I prezzi ufficiali devono ancora essere definiti e li aggiungeremo a breve, non appena Lapierre ce li comunicherà. Per il momento ci hanno fornito un range di riferimento per l’allestimento che abbiamo testato, che preannuncia un listino davvero competitivo: la 729 costerà indicativamente dai 3.500 ai 3.700 Euro. La disponibilità nei negozi partirà circa dalla metà di luglio.

Lapierre

Foto action di Damian McArthur e Jeremy Bernard

Commenti

  1. A mio parere il fatto che ti sia subito trovato a tuo agio con le misure e le quote della bici dipende essenzialmente dalle tue misure antropometriche che combaciano alla perfezione con quelle del mezzo. Fossi stato di diversa misura probabilmente non avresti riscontrato la sintonia di cui parli. La bici in sè c'entra poco. Senza nulla togliere alla validità del progetto
  2. però che cosa bizzarra....questo è un biciclettino che mi sembra avere i numeri per raccogliere parecchi consensi ed invece il 3d è spoglio....non desta nemmeno tanta curiosità.....mmah! sarà perchè costa "poco"? :-)
    Infatti, a me non dispiace per niente esteticamente, poi come tutto va a gusti. Anche il prezzo mi pare buono, tenendo conto che io di solito una Bike la uso per almeno 5/6 anni prima di cambiarla, per cui l'investimento in euro mi pare ottimo! Andrò a vederla dal vivo quando esce.
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